Akos Fazekas e il valore di un’opera d’arte. Il mercato raccontato da un bambino

Tanto è oscura e complessa la logica che porta a stabilire il valore di mercato di un'opera d'arte, tanto è ingenua e sorprendente la lettura che ne dà un bambino. Un'irresistibile videointervista al figlio di Zoltan Fazekas, realizzata da Canecapovolto per il progetto Galleria Occupata

Qual è il giusto valore di un’opera d’arte? Quali e quanti fattori ne determinano il posizionamento sul mercato? Artisti sopravvalutati, artisti ingiustamente dimenticati, alcuni spinti all’inverosimile dai circuiti che contano e altri che non trovano le entrature necessarie. Opere concettuali, fatte di niente, ma che nell’idea hanno tutta la loro forza – estetica ed economica – e opere molto costose, ma che non superano di molto il valore di produzione. Carriera, età, qualità, contesti, musei, critici, gallerie, fiere, collezionisti: la determinazione del prezzo è complessa e segue dinamiche non lineari.
E se una volta il contesto critico e museale aveva un ruolo centrale della determinazione del valore culturale, e quindi economico, di un’opera d’arte, negli ultimi anni è il mercato stesso ad aver assunto un ruolo e un’autorevolezza strategici: la definizione del “peso” di un giovane artista è un affare spesso costruito ed orientato tramite operazioni finanziarie molto precise, con il coinvolgimento di vari segmenti dell’art system.

Akos Fazekas

Akos Fazekas

Tutto questo groviglio di logiche opache, norme arbitrarie, criteri esatti e qualche volta imperscrutabili, diventa un gioco sorprendente e straordinariamente ingenuo, se a discuterne è un bimbo di 7 anni. Un figlio d’arte, nello specifico. Cresciuto tra mostre, progetti, gallerie, il piccolo Akos, figlio di Zoltan Fazekas – artista ungherese, catanese d’adizione – combina nozioni e suggestioni respirate da sempre, con il candore, la semplicità, il pragmatismo di chi l’arte la vede come un gioco, un hobby, una cosa bella tra mille belle cose: senza enfasi, orpelli, sovrastrutture, romanticismi, calcoli ed elucubrazioni.
In questa video-intervista, realizzata lo scorso dicembre da Canecapovolto in occasione della prima esperienza di temporay gallery gestita da Galleria Occupata, Akos prova a dare un valore di mercato ai suoi collage e disegni. Intento più a sminuire, che ad enfatizzare: “Niente di che, cose che ho fatto in dieci minuti, quando ero piccolo… con dei fogli qualunque da 50 centesimi e degli acquerelli scadenti… avrò speso cinque euro in tutto… quanto potrei venderli? Dieci euro al massimo?”.
Il mercato dell’arte raccontato da un bambino: e i castelli di carta del mondo degli adulti crollano in un soffio. Improvvisamente buffi, fragili, effimeri.

Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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