Un poema visivo, un esperimento tipografico, un gioco caleidoscopico di immagini e parole, scandito da un bianco e nero drammatico: caleidosciopico, iper-cinetico, oscuro, ipnotico, enigmatico, il microfilm di Oliver Harrison attinge dal tradizionale immaginario gotico, costruendo una trama di flussi visivi, esplosioni, vortici, tempeste stellari, geometrie celesti, incastri di simboli alchemici e lettere uscite da antichi codici miniati.
Apocalypse Rhyme trasforma la parola APOCALYPSE in un acronimo da cui far derivare un breve testo poetico: a ogni lettera corriponde una dimensione dell’esistenza – simbolica, culturale, del paesaggio o dello spirito – e in particolare della società contemporanea, solcata dalle ombre di una decandenza progressiva. A come Art, P come Politics, O come Ocean, C come Consumers, A per Advertising, L per Love, Y per Youth, P per Passion, S per Sun, E come End.

Il movimento ciclico e dinamico dell’immagine, sullo sfondo di un cielo nero trapuntato di stelle, pianeti, concetti e parole, restituisce armosfere inquiete, lasciando emergere le grandi paure del presente, le nostalgie, i desideri, le energie sommerse, l’ansia della fine, la morsa del controllo da parte del sistema, l’assenza di futuro e l’anelito verso la luce.
Apocalypse Rhyme, prodotto da Animate Projects per Channel 4, in collaborazione con Lupus Films, è arrivato tra i finalisti al British Animation Award 2014, per la categoria Best Motion Graphics.

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A was for Art. Prophetic. Profound.
In a tsunami of gimmickry drowned.

P was for politics, junkie of war,
Died shooting-up, selling arms to the poor.

O was for Ocean, serene and sublime,
Choked on our plastic, crude oil and crime.

C, for Consumer, conditioned from birth,
Died of consumption, costing the Earth.

A, Advertising, spreading the word,
Caught buffing up the corporate turd.

L was for Love and our tender compassion,
Bludgeoning seals just to keep up with fashion.

Y was for Youth, scapegoat of our sorrows,
Drinking to forget their lost tomorrows.

P was for Passion, beauty, despair,
Nailed on the cross of the god Laissez-faire.

S was for Sun, the light of our world,
That melted our wings before they unfurled.

E is for End.


Helga Marsala

www.animateprojects.org
www.oliverharrison.com

 

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Helga Marsala
Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Insegna all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo, fino al 2010, come caporedattore per la piattaforma editoriale Exibart. Nel 2011 è nel gruppo che progetta e lancia la testata culturale Artribune, dove ancora oggi lavora come editorialista, collaborando col team di direzione e operando come curatrice e project manager nel nuovo comparto aziendale Artribune Produzioni. Svolge un’attività di approfondimento teorico attraverso saggi e contributi critici all’interno di pubblicazioni d’arte e cultura contemporanea. Scrive di arti visive, arte pubblica, politica, costume, comunicazione, attualità e linguaggi creativi contemporanei. Presso Riso Museo d’Arte contemporanea della Sicilia è stata curatrice dell’Archivio S.A.C.S (Sportello Artisti Contemporanei Siciliani) e membro del Comitato Scientifico, collaborando a più riprese con progetti espositivi, editoriali e di ricerca del Museo. Cura mostre e progetti, prevalentemente presso spazi pubblici italiani, seguendo il lavoro di artisti italiani ed internazionali. È stata membro di commissioni e giurie per premi/residenze d’ambito nazionale, riservati ad artisti. Dal 2018 al 2020 ha lavorato come Consulente per la Cultura del Presidente della Regione Siciliana e dell’Assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.