Silvia Giambrone, Chiara Mu, Daniela Perego. Un’anticipazione dal Roma3 Film Festival

Dalla rassegna dedicata alla video arte, inclusa nell'ottavo Festival del Cinema di Roma3, un'anteprima in tre parti: le opere di tre artiste invitate dai curatori, pubblicate qui in versione integrale. Tutte le proiezioni sabato pomeriggio, al Teatro Palladium

Ottava edizione per il Festival cinematografico di Roma 3, ospitato tra il 5 e il 9 giugno 2013 al Teatro Palladium, alla Garbatella. Un evento che unisce tradizione e sperimentazione, passando dalla presentazione di un docuimentario sull’ultima fatica dei fratelli Taviani a una serie di ibridazioni colte tra musica, video e arti elettroniche. Ed è proprio dedicata alla video arte la rassegna in programma per la giornata di sabato 8 giugno, a partire dalle 15.30: curato da Micol Di Veroli e Loris Schermi, lo screening propone opere di autori giovani e mid cerrer, come Mariana Ferratto, Elena Bellantoni, Paolo Angeolasanto, Rosa Jijon. Su Artribune Telrevision un sostanzioso assaggio in anteprima, con la versione integrale dei video in rassegna di Silvia Giambrone, Chiara Mu, Daniela Parego.

Silvia Giambrone, Sotto tiro, 2013, 5’02”, Courtesy Galleria Biagiotti – Firenze

Rappresentazione e metafora del senso della minaccia. Silvia Giambrone, da sola, al centro di uno spazio asettico e senza identità, offre alla camera la propria presenza straniata, sospesa. Tra inquietudine e insofferenza, nell’immagine ravvicinata, priva di storia e di parole, si condensa l’esperienza di una esposizione sottile e pervicace al pericolo. Un mirino laser punta sul volto e sul corpo dell’artista, quasi tormentandolo, ossessivamente. Nel tempo si consuma un indicibile mix tra assuefazione e resistenza, tra rassegnazione e istinto di fuga.

Chiara Mu The Apartment, 2010, 7’58”

L’esplorazione del vuoto, fra tracce di memorie altrui come pagine di un diario logoro. Chiata Mu racconta il sentimento dell’abbandono e dello smarrimento, perlustrando con la sua videocamera un appartamento del quartiere londinese di Hackney, lasciato otto anni prima da una coppia, perfettamente integro, con tanto di oggetti, viveri, effetti personali. Forse una fuga, forse la scelta di un cambiamento radicale. Il percorso in soggettiva segue il labirinto di stanze e di corridoi coperti di polvere, ruggine e sporicizia, induguando per 8 minuti esatti su quegli angoli di quotidianità consegnati al disfacimento. Voyeurismo malinconico, nel solco di un’estetica del degrado che sceglie la via della narrazione silenziosa, scandita da immagini senza tempo.

Daniela Perego, Matrimonio, 2009, 6′

Inquadratura centrale, all’altezza del pavimento; un’unica prospettiva, una sola immagine fissa, sul fondo. Dentro la stanza, mentre si svolgono i preperativi per l’allestimento di un pranzo di matrimonio, una donna resta immobile, distesa, ignara di ciò che accade intorno. La scena cambia, il banchetto prende forma, gli oggetti e le persone saturano lo spazio visivo: la storia procede a ritmo sostenuto, mentre lei resta là, invisibile, come un relitto senza vita, fino alla fine della festa; fino a che si torna al principio, nel vuoto della stanza, da cui è scomparso anche l’ultimo raggio di sole.

Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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