La forza delle forme. Una mostra in Germania

Haus Lange und Haus Esters, Krefeld – fino al 31 luglio 2016. La città tedesca che diede i natali a Joseph Beuys omaggia indirettamente l’artista con una mostra incentrata sul legame tra forma e materia, tra arte e forza della natura. In scena dodici artisti internazionali.

IN RICORDO DI BEUYS
La città tedesca di Krefeld ospita la mostra intitolata Die Kräfte hinter den Formen. Erdgeschichte, Materie, Prozess in der zeitgenössischen Kunst (Le forze dietro le forme. Geologia, materia, processi nell’arte contemporanea), a cura di Magdalena Holzhey. Si tratta del secondo appuntamento per la collettiva internazionale, nata dalla collaborazione fra ben tre sedi museali: già ospitata alla Galerie im Taxispalais di Innsbruck, dopo la tappa in Germania si sposterà in Svizzera, nelle sale del Kunstmuseum di Thun, per l’appuntamento conclusivo della rassegna.
L’accogliente contesto delle case Lange ed Esters, due abitazioni private gemelle, progettate da Mies Van der Rohe tra il 1928 e il 1930 nella città che ha dato i natali a Joseph Beuys, e oggi sede del museo d’arte contemporanea, fa da cornice all’esposizione tedesca. A trent’anni esatti dalla morte dello “sciamano” dell’arte, la sua eredità è sempre viva e attuale, come dimostra questa collettiva, che gli rende indirettamente omaggio con un percorso espositivo che si snoda dalle strutture inorganiche e dalle profondità della terra attraverso il regno minerale e il granello di sabbia fino alle rocce e alla lava, l’acqua e il ghiaccio, l’elettricità e l’ossigeno, alla scoperta delle forze celate dietro alle forme che osserviamo, siano esse opera dell’uomo, della natura oppure del loro concorso, purtroppo non sempre virtuoso, come ormai avviene nell’orizzonte definito “antropocene”.

Jens Risch, Silk Piece V, 2011-12 - Courtesy Bischoff Projects, Frankfurt am Main - photo Jörg Baumann

Jens Risch, Silk Piece V, 2011-12 – Courtesy Bischoff Projects, Frankfurt am Main – photo Jörg Baumann

ARTE E FORZE INVISIBILI
Il titolo della mostra rimanda a una riflessione dell’artista e geologo Per Kirkeby, secondo cui “la geologia è lo studio delle forze che agiscono dietro le forme, sia nel costruire sia nel distruggere. Ma sono mere supposizioni… poiché si tratta di forze invisibili”. Interagire con esse in campo estetico è il movente che accomuna le numerose opere esposte. A guidarci in questo viaggio, che travalica confini non solo geografici, ma anche fisici e percettivi, le opere di dodici artisti internazionali: Jonathan Bragdon, Nina Canell, Julian Charrière, Olafur Eliasson, Ilana Halperin, Roger Hiorns, Per Kikerby, Katie Paterson, Giuseppe Penone, Jens Risch, Hans Schabus e George Steinmann.
Jens Risch ha poi curato una mostra nella mostra, esponendo, in una stanza dedicata, la propria opera insieme a quelle di altri sei artisti da lui stesso selezionati: John Cage, Jürgen Krause, Thomas Pöhler, Daniel Turner, Andreas Slominski e Jan Schmidt. Questa collettiva, piccola solo per dimensioni, approfondisce il tema della mostra principale attraverso lavori generati dalla reiterazione incessante di un medesimo gesto per ore, giorni o, addirittura, mesi.

Roger Hiorns, Untitled, 2015 - Courtesy Corvi-Mora, Londra - installation view at Galerie im Taxispalais, Innsbruck - © VG Bild-Kunst, Bonn 2016 - photo Rainer Iglar, Salzburg

Roger Hiorns, Untitled, 2015 – Courtesy Corvi-Mora, Londra – installation view at Galerie im Taxispalais, Innsbruck – © VG Bild-Kunst, Bonn 2016 – photo Rainer Iglar, Salzburg

UN ILLUSTRE PRECEDENTE
Come spiega la curatrice, Magdalena Holzhey: “Il filo conduttore della mostra è dettato dal movimento. Prende avvio dalla formulazione di gesti creativi elementari e dallo sguardo sul paesaggio in quanto luogo permeato da forze generatrici di forma e da trasformazioni. Si dipana nel confronto tra tempo umano e geologico, tra corpo dell’uomo e corpo della terra, e arriva a descrivere forme di paesaggio “post-umano” nonché processi che oscillano tra fugacità e permanenza, tra strutture scientifiche, artistiche e sociali”.
Ben più di una semplice riflessione sul rapporto tra arte e natura, Die Kräfte hinter den Formen si colloca nel solco di una tradizione che fa capo a illustri antecedenti, tra cui l’ormai leggendaria When Attitudes Become Form di Szeemann, inaugurata nel 1969 alla Kunsthalle di Berna, ma in seguito ospitata proprio negli spazi della Haus Lange di Krefeld.
Come la celebre antenata, la mostra attuale sposta l’attenzione sui processi di formazione dell’opera, sull’eterna dialettica tra visibile e invisibile, e sul conflitto, mai sanato, tra opera d’arte come oggetto di culto, di possesso e di mercato, piuttosto che come esperienza di vita irripetibile e atto creativo non mercificabile.

Veronica Liotti

Krefeld // fino al 31 luglio 2016
Die Kräfte hinter den Formen. Erdgeschichte, Materie, Prozess in der zeitgenössischen Kunst
a cura di Magdalena Holzhey
HAUS LANGE UND HAUS ESTERS
Wilhelmshofallee 91-97
www.kunstmuseenkrefeld.de

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Veronica Liotti

Veronica Liotti

Veronica Liotti (Novara, 1976). Dopo la laurea in architettura al Politecnico di Milano (2002) e il master per curatori all’Accademia di Brera (2005), matura esperienza al Castello di Rivoli nel team diretto da Carolyn Christov-Bakargiev in occasione di T1, La…

Scopri di più