Dalla Biennale di Soncino ai Nuovi Codici di Cremona

Palazzo Stanga Trecco, Cremona – fino al 20 settembre 2015. In un’antica dimora rinascimentale, trentatré artisti occupano il piano nobile, per una mostra collaterale rispetto alla Biennale di Soncino. Con un team di dieci curatori.

COME E DOVE NASCE LA BIENNALE DI SONCINO
Soncino è un comune italiano di quasi 8mila abitanti, si trova nella Pianura Padana, al centro della Lombardia, al confine tra le province di Cremona, Brescia e Bergamo e sorge sulle rive del fiume Oglio, in una zona ricca di fontanili e risorgive, a 59 chilometri da Milano.
Fino al 20 settembre si svolge la quarta edizione consecutiva (complessivamente l’ottava) de La Biennale di Soncino, a Marco, appuntamento che nasce nel 2001 per volontà di due artisti amici di Marco Grazioli, allora poco più che ventenni, che organizzano una collettiva di pittori, scultori e studenti d’arte a loro vicini, per riempire il vuoto umano e artistico che la scomparsa del ragazzo ha lasciato.
Quello che avrebbe dovuto essere un momento espositivo unico e spontaneo, si trasforma in un appuntamento ricorrente. Ogni edizione si arricchisce di nuove idee, nuovi luoghi e nuovi volti, consolidando e ampliando al tempo stesso un circuito cittadino insolito ma suggestivo, oltre che storicamente votato all’arte (qui è nato e ha operato uno degli artisti più schivi del secondo dopoguerra: Enea, maestro di Manzoni).
Quest’anno la Biennale di Soncino, a Marco è curata dall’associazione culturale Quartiere 3 e, all’inaugurazione, hanno partecipato circa 2mila persone, che nell’incantevole borgo di Soncino hanno apprezzato tanto le proposte espositive quanto gli spazi della Rocca Sforzesca, dell’ex Filanda Meroni e del Museo della Stampa.

nuovicodici – veduta della mostra presso Palazzo Stanga Trecco, Cremona 2015

nuovicodici – veduta della mostra presso Palazzo Stanga Trecco, Cremona 2015

NASCE L’EVENTO COLLATERALE
Per la prima volta la Biennale si dota di un’ulteriore occasione di confronto e approfondimento dell’arte contemporanea con una mostra collaterale a Palazzo Stanga Trecco, nel centro storico di Cremona.
Dopo diversi anni di chiusura al pubblico, il Palazzo ospita #nuovicodici, esposizione al piano nobile che si trasforma nella complessità, nell’eterogeneità di un progetto strutturalmente curatoriale sui nuovi lemmi di trentatré artisti contemporanei. La mostra espone lavori talvolta appositamente realizzati e intessuti gli uni agli altri da dieci curatori e critici italiani. Attraverso dieci sezioni che corrispondono ad altrettante grandi sale del Palazzo – con diverse annessioni di spazi liminari – questa mostra costituisce una novità assoluta per la città di Cremona, dove non è mai stato presentato un progetto dedicato al contemporaneo così ampio e articolato.
Nonostante la ricchezza di decori, di tessuti, arredi, infissi, cromie e tutti i segni che la storia ha donato al Palazzo, le sale subiscono una sorta di decantazione visiva: a terra e, raramente, a parete o ad altezza occhio, fotografie, video, segni di performance, digital art, sculture, installazioni, interventi a terra e dipinti. Mentre al di sopra campeggiano soffitti riccamente affrescati che propongono nuovi terreni di dialogo; riflettendosi tra le opere e gli ambienti, creando connessioni ideali, talvolta poco consone, che generano un’unione tra tradizione e ricerca di conferire una materialità, una consistenza a linguaggi esplorativi.

nuovicodici – veduta della mostra presso Palazzo Stanga Trecco, Cremona 2015

nuovicodici – veduta della mostra presso Palazzo Stanga Trecco, Cremona 2015

STRAGI E SUONI
Giovanni Gaggia apre il percorso con i lunghi, interminabili cavi di QUELLO CHE DOVEVA ACCADERE dal taccuino di Inventarium Palermo/Bologna 2015, cavi che giungono da una decina di metri d’altezza, perforando la volta affrescata e arrivando sulle teste dei visitatori con alcuni headphones. Un dispositivo per proporre sull’androne d’ingresso, un invito all’ascolto, non solo della registrazione di voci dei parenti delle vittime che da oltre trentacinque anni chiedono giustizia – in merito alla la strage di Ustica – ma fungendo da prefazione segnalatrice di una richiesta: quella di un innalzamento della propria, individuale soglia percettiva. Fin da principio.
Nella seconda sala, all’interno della sezione #clangori, i volumi strutturati, proto-geometrici di Nadia Galbiati, così come l’intrecciato l’Helicrysum di Laura Renna e la Machina silentii di Francesco Arecco conferiscono un nuovo incedere alla visita, che comincia a trasformare il corso del Palazzo nell’adesione a un itinerario diversamente sonoro, a testimonianza di misurazioni del sensibile umano e degli effetti di una sua sospensione. In uno dei saloni principali, #ladelicatezzadellamateria riunisce a livello complanare, su geometrici pavimenti in seminato: le Prospettive incompiute di Galluzzo, gli esagoni metonimici di Marsiglia, i camminamenti rappresi nella cera di Elena Modorati e una rilucente xerografia su carta velina di Moretti, proponendo una fra le sezioni di maggiore compattezza, tanto per l’illuminazione suggestiva quanto per la scelta di scandagliare, in emersione, connessioni tra forma e fisicità della sostanza.

nuovicodici – veduta della mostra presso Palazzo Stanga Trecco, Cremona 2015

nuovicodici – veduta della mostra presso Palazzo Stanga Trecco, Cremona 2015

LA CHIUSURA CON PASOLINI
Procedendo tra soffitti istoriati e persino un antico letto a baldacchino, voluto da Napoleone Bonaparte, la matericità linguistica declina, consustanziando: tra le piante smaltate, lucide e semi-artificializzate di Cossio, i soldatini seriali del Target di Ceribelli, la Testa piccola, letteralmente decorticata di Demetz e il rebus di Broken youth di Pelletti, per poi tornare a frantumarsi in #pixelage con lavori de-figurativi di Ligama, Rossitto e Zino.
L’ultimo ambiente, la 15esima sala, dal titolo #artissocial, ricreata da luci soffuse e fasciata da pregiati parquet a terra, propone due lavori di Rocco Dubbini che, posti l’uno al di sopra dell’altro, immettono nello spazio due dimensioni linguistiche parallele (Ecumene 03’’ e Mantra, 2013-2014): tra la morte del mistero e i mistero della morte, la cartografia e mantra dedicata a Pasolini e alla sua terra.

Ginevra Bria

Cremona // fino al 20 settembre 2015
#nuovicodici
curatori: Ilaria Bignotti, Milena Becci & Valeria Carnevali, Niccolò Bonechi, Chiara Canali, Matteo Galbiati, Giovanna Giannini Guazzugli, Davide Quadrio, Stefano Verri, Alice Zannoni
artisti: Francesco Arecco, Andrea Botto, Alessandro Brighetti, Canecapovolto, Giulio Cassanelli, Paolo Ceribelli, Mandra Cerrone, Pierluca Cetera, Giacomo Cossio, Aron Demetz, Rocco Dubbini, Alessandro Fonte, Stefania Galegati Shines, Claudia Gambadoro, Giovanni Gaggia, Nadia Galbiati, Michelangelo Galliani, Cesare Galluzzo, Ricardo Miguel Hernandez, Vincenzo Marsiglia, Luca Moscariello, Salvo Ligama, Elena Modorati, Gianni Moretti, Damir Nikšić, Massimiliano Pelletti.Laura Renna, Piero Roi, Francesca Romana Pinzari, Gianluca Rossitto, Michele Spanghero, Rita Vitali Rosati, Mona Lisa Tina, Zino
Catalogo Skira
PALAZZO STANGA TRECCO
Via Palestro 30
0372 534422
[email protected]
www.aleartprogetti.com

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/47157/nuovicodici/

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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