Liberi tutti! Un viaggio alla riscoperta degli Anni Novanta

Museo Ettore Fico, Torino – fino al 18 ottobre 2015. Maurizio Cattelan, Lara Favaretto, Massimo Kaufmann, Pierluigi Pusole, Luisa Lambri, Umberto Cavenago, Bruno Esposito, Monica Bonvicini, Paolo Canevari, Grazia Toderi, Eva Marisaldi. Sono solo alcuni degli artisti in mostra al MEF. Per tentare di analizzare con una nuova prospettiva la generazione di artisti attivi tra la fine degli Anni Ottanta e l'inizio degli Anni Zero. Un’operazione firmata Luca Beatrice e Cristiana Perrella.

L’ARTE È TUTTO, TUTTO È ARTE
Dal muro di Berlino alle torri gemelle. Da Piazza Tienanmen al G8 di Genova. Da Mario Dellavedova (Milano, 1958) a Stefano Arienti (Asola, 1961). “In mezzo c’è di tutto”, commenta il curatore Luca Beatrice. “Ci sono le superstar dell’arte contemporanea in un percorso ad excludendum”.
Quando dice che c’è tutto ha ragione, perché la mostra racconta un periodo di profondo cambiamento dell’arte e del modo d’intendere l’arte, passando attraverso forme e linguaggi differenti come musica, letteratura, cinema, ma unite da un unico grande comune denominatore: la libertà d’espressione stilistica e di contenuti. Una libertà nata in particolare per staccarsi dalla consuetudine di certe forme d’arte e dal superamento dei confini. Questo è quello che emerge dal germe degli Anni Novanta. Un’arte frammentaria, complessa e affascinante, difficile da categorizzare ed estremamente varia. “Un’arte che va dalle esperienze underground”, interviene la curatrice Cristiana Perrella, “a tutta una serie di nuove connessioni e nuove forme di comunicazione”. Il 1989, infatti, è anche l’anno di invenzione del web, che porta a nuovi ponti e differenti modi di entrare in relazione, cambiando profondamente la vita delle persone.

Liberi tutti! - Maurizio Cattelan - MEF, Torino 2015

Liberi tutti! – Maurizio Cattelan – MEF, Torino 2015

UN PASSO INDIETRO PER FARNE DUE AVANTI
Se è vero che l’arte esprime anche e soprattutto il proprio tempo, è però necessario distinguere due gruppi di artisti in mostra: quelli nati alla fine degli Anni Cinquanta e quelli nati alla fine degli Anni Settanta. Vent’anni di differenza e due modi diversi di stare all’arte, visibili attraversando il percorso cronologico dell’esposizione.
Ma perché tornare agli Anni Novanta invece di andare avanti? Intanto per rivalutare a ritroso, con un nuovo punto di osservazione sufficientemente distaccato, un percorso analizzato a caldo – mentre era ancora in divenire – dai due curatori, che proprio negli Anni Novanta pubblicarono due testi di critica militante: Nuove scene (Mondadori, 1994) e Nuova Arte Italiana (Castelvecchi, 1998). In seconda analisi, per fermarsi e riflettere con un passo indietro sull’ansia da hic et nunc del nostro presente, che lo scrittore americano Douglas Rushkoff racconta benissimo nel saggio Presente continuo (Codice, 2014).

I NUMERI DEGLI ANNI NOVANTA
In una compressione sempre più opprimente di spazio e tempo delle nostre vite, diventa importante rivalutare il rapporto esistente tra società e cultura. Sono sessantatré gli artisti selezionati in mostra, alcuni dei quali hanno re-installato ad hoc le loro opere appositamente per gli spazi del museo. Le opere esposte sono circa ottanta.
Il resto è un esercizio di memoria e riscoperta del bello che c’era in quegli anni.

Eugenio Giannetta

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Eugenio Giannetta

Eugenio Giannetta

Eugenio Giannetta vive a Torino. Giornalista, classe 1986. Si è Laureato alla Facoltà di Lettere di Torino e ha frequentato la Scuola di Giornalismo e Relazioni Pubbliche Carlo Chiavazza. Ha un Master in Comunicazione Sociale presso la Facoltà teologica di…

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