Damián Ortega. Ancora una megamostra all’HangarBicocca di Milano
HangarBicocca, Milano – fino all’8 novembre 2015. Vicente Todolí presenta la prima mostra museale dell’artista messicano. Nello Spazio Shed, diciannove lavori di piccole, medie e grandi dimensioni formano una sorta di contro-spazio. In una retrospettiva che riserva molte piccole sorprese, piccole brecce nella realtà.
MAGGIOLINI ESPLOSI E CHICCHI DI MAIS
Damián Ortega (Città del Messico, 1967) presenta Casino, itinerario che assume e rielabora, fin dal proprio titolo, l’accezione colloquiale di disordine, confusione, di alterazione dello stato delle cose.
Lo sguardo della mostra si avvicenda non solo sulla costituzione della prima retrospettiva italiana dedicata all’ex caricaturista messicano, ma sulla rivelazione, tra uniformità e difformità, della seconda vita degli oggetti. Degli strumenti di lavoro, di alcuni meccanismi, così come di figure retoriche, effetti di catacresi e piccoli saggi di sovversione linguistica. Picconi senza spina dorsale, lampadine illuminate da candele, un acquario filmato su una puleggia che rotea, moduli costruttivi di tortillas, pannocchie essiccate e contate fino all’ultimo chicco di mais, stratigrafie addensate con strati di giornali e carta, così come l’immancabile esploso del Maggiolino Volkswagen (Cosmic thing, 2002) sono solo alcuni degli espedienti presentati. Solo alcune fra le diciannove brecce che interrompono il registro reale delle cose, per irrompere nel lato umoristico, nel versante poetico e autonomo del loro mondo di appartenenza.
ORTEGA E L’IMMAGINE IN MOVIMENTO
Casino è un percorso espositivo caratterizzato dalla scansione dei movimenti che trasformano materiali quotidiani in volumi bilanciati, disegni di figure che hanno subito un depotenziamento energetico del controllo sulla sostanza costituente.
Fra i lavori esposti, tutti profondamente radicati nella ricostruzione degli stilemi del quotidiano, come il cubo di cemento auto-saturante di Organism 4 e i cilindri colorati di Visceras 1, colpisce forse l’unico lavoro più profondamente lontano dalla consustanzialità del reale.
Nell’angolo più remoto, più buio dello Spazio Shed, Todolí ha voluto ricreare un corridoio formato da nove schermi e nove proiettori di pellicola 16 mm, funzionanti simultaneamente. In una sorta di alveo protetto da nove pilastri, l’immagine in movimento analizza fenomenologicamente gli effetti domino di mattoni lasciati cadere su nove tipi di terreno Nine types of terrain (2007).
L’ARTE DELLA GUERRA SUL MURO DI BERLINO
Le scene descritte nei film sono ambientate in una terra di mezzo sulla quale una volta sorgeva il Muro di Berlino. Ciascuna di esse è caratterizzata da diverse disposizioni strategiche – e relativi disequilibri – dei numerosi elementi fittili; parafrasi, rievocazioni delle cadute dei nemici sul terreno descritte – assieme alle più disparate formazioni militari – dell’Arte della Guerra attribuito a Sun Tzu.
Un lavoro che esprime la sottrazione di connotazioni sonore e temporali colte nell’atto di una rappresentazione fisica, ovviamente rifratta, attraverso nove vittorie della gravità.
Ginevra Bria
Milano // fino all’8 novembre 2015
Damián Ortega – Casino
a cura di Vicente Todolí
HANGARBICOCCA
Via Chiese 2
02 853531764
[email protected]
www.hangarbicocca.org
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/45417/damian-ortega-casino/
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati