La nuova koinè adriatica: collettiva al Museo Pascali

Museo Pino Pascali, Polignano a Mare – fino al 1° marzo 2015. La coesistenza delle culture nel Mediterraneo: verso una nuova identità comune nel segno dell'arte contemporanea. Costruita da venticinque artisti italiani e originari delle regioni adriatiche.

Il mare nostrum, in particolare il Mediterraneo adriatico, crocevia di popoli e culture differenti ma soprattutto inteso come luogo simbolico per la costruzione di una koinè, un linguaggio comune, una nuova identità culturale attraverso l’arte contemporanea. È questo il nucleo tematico di Coexistence: for a new Adriatic Koinè, la mostra itinerante che ha coinvolto Albania, Montenegro, Croazia e Italia (in particolare Veneto e Puglia).
Tappa conclusiva della collettiva è proprio lo splendido contesto del Museo di Polignano a Mare. Protagonisti di questo dialogo fra territori transfrontalieri sono venticinque giovani artisti italiani e stranieri che, dopo Tirana, Cetinje, Rijeka e Venezia, approdano in Puglia. Tra le opere esposte, quella che colpisce immediatamente l’immaginario è Whispers from deep blue, realizzata dal croato Davor Sanvincenti. L’installazione sonora narra, in forma poetica, suggestioni e percezioni legate alle profondità del mare e dell’inconscio, ed è caratterizzata da versi sussurrati che descrivono simbolicamente il mondo marino generando grande pathos nello spettatore.

Dario Agrim, Limbo, 2014 - Courtesy the artist

Dario Agrimi, Limbo, 2014 – Courtesy the artist

Notevole per la valenza di denuncia sociale sulla discriminazione di genere è l’opera di Anila Rubiku, Ain’t a woman?. L’artista albanese ricorda con cento fazzoletti bianchi sui quali sono ricamati altrettanti nomi di donne che si sono distinte nei diversi campi dell’economia, della politica, della cultura, da Emily Dickinson a Rigoberta Menchu. Sotto i fazzoletti che ricoprono un’intera parete vi sono una miriade di fagioli, che simboleggiano le difficoltà da sempre affrontate dalle donne per emergere in una società maschilista.
L’impossibilità di una coesistenza pacifica tra i popoli è espressa in modo eloquente dal croato Gildo Bavcevic, che nella performance Utopia – registrata in un video – sublima tale visione immergendo a più riprese il viso in un catino di acqua di mare, tenendo una bottiglia di gin in mano. In un vortice crescente di angoscia esistenziale.

Irena Lagator, Economy Experience History, 2012

Irena Lagator, Economy Experience History, 2012

Tra gli italiani, spicca per l’intensità espressiva e l’impatto emotivo suscitato l’opera di Dario Agrimi: Limbo. In un mare nero, fatto di petrolio (vero), emerge il viso sofferente di un uomo che vi sta per annegare. Un mare nero, quindi, simbolo dell’umanità che sta per essere annientata da se stessa e dal sistema capitalistico da essa stessa creato, basato sull’economia selvaggia e sui dettami del mercato.

Cecilia Pavone

Polignano a Mare // fino al 1° marzo 2015
Coexistence: for a new Adriatic Koinè #5
a cura di Antonio Frugis
MUSEO PINO PASCALI
Via Parco del Lauro 119
080 4249534
[email protected]
www.museopinopascali.it

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/41397/coexistence-for-a-new-adriatic-koine-5/

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Cecilia Pavone

Cecilia Pavone

Cecilia Pavone, storica e critica d’arte, curatrice indipendente, giornalista professionista, è nata a Taranto ed è laureata in Filosofia all’Università degli Studi di Bari. La sua ricerca verte sulla fenomenologia artistica contemporanea e sulla filosofia dell’arte. Scrive su riviste specializzate…

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