Stalin? Lo becco su Facebook. Helidon Gjergji a Tirana

National Gallery of Arts, Tirana – fino al 31 agosto 2014. Un racconto per immagini. Sulle immagini. Helidon Gjergji lancia una sfida percettiva intervenendo con nuove e antiche tecnologie su frammenti di realtà. A partire dalla grande Storia…

Helidon Gjergji in mostra a Tirana

E se Stalin avesse avuto Facebook? Una domanda curiosa, quella che pone la mostra, a cura di Artan Shabani, dedicata a Helidon Gjergji (Tirana, 1970). L’artista, vecchia conoscenza del mondo dell’arte italiano, formatosi tra la città natale e il nostro Paese, oggi residente a New York, presenta per la sua personale albanese, tre lavori raccolti sotto il titolo complessivo di E-mages, nei quali la componente iconica viene arricchita dal rapporto con vecchie e nuove tecnologie.
È quanto avviene nel video The Blue Danube (2007), dove una passeggiata idraulica nelle fognature di New York City si confonde, in un equivoco costante, con un viaggio endogastroscopico. Architettura e corpo umano diventano quindi elementi di una stessa, complessa struttura, nella quale i giochi di luce sull’acqua amplificano il concetto di straniamento. Che si rinnova nel dirimpettaio Pixture Tv (2009), in cui Gjergji fa pittura cortocircuitando il tubo catodico in un’allegoria dell’astrazione tra passato recente e il pixel invocato dall’intestazione.

Helidon Gjergji in mostra a Tirana
Helidon Gjergji in mostra a Tirana

Infine, nel punto centrale della sala, si svolge E-mages, che trasforma in una slide show presentation l’album di famiglia confezionato dalla mamma di Stalin, Ketevan Geladze. La sensibilità che ne emerge – considera l’artista – è molto simile a quella dei social media. Le immagini scorrono con gli scatti privati dei Džugašvili, fino ai discendenti più recenti. Ne scopriamo i momenti più felici: abbracci, sorrisi, attimi che si rifrangono e si frammentano, come in una matriosca iperrealista, sullo specchio rotto e implacabile della Storia.
Si tratta di un’opera particolarmente significativa, quasi introspettiva per il contesto cui si rivolge, ma allo stesso tempo di grande utilità per cominciare o continuare, individualmente, una riflessione contemporanea e universale su come i grandi mutamenti e le rivoluzioni tecnologiche a cavallo tra il secolo scorso e quello che stiamo vivendo abbiano influito sul nostro stile di vita, sulla nostra percezione delle immagini, sulla quotidianità.

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Santa Nastro

Tirana // fino al 31 agosto 2014
Helidon Gjergji – E-mages
a cura di Artan Shabani
ALBANIAN NATIONAL GALLERY OF ARTS
Bulevardi Dëshmorët e Kombit
+355 (0)4 2226033
[email protected]
www.gka.al

 

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Santa Nastro
Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è caporedattore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione Modena Arti Visive e della Fondazione Pino Pascali. Collabora con Fondazione Pianoterra Onlus a Roma. È stata inoltre autore per il progetto arTVision – a live art channel, ha collaborato con l’American Academy in Rome. Dal 2011 al 2021 ha collaborato con Demanio Marittimo.KM-278 diretto da Pippo Ciorra e Cristiana Colli. Dal 2006 al 2011 è stata Segreteria Scientifica del Festival dell'Arte Contemporanea di Faenza, diretto da Angela Vettese, Carlos Basualdo e Pier Luigi Sacco. Dal 2005 al 2011 ha collaborato con la testata Exibart nelle sue versioni online e onpaper. Ha pubblicato per Maxim e Fashion Trend, mentre dal 2005 ad oggi ha pubblicato su Il Corriere della Sera, Arte, Alfabeta2, Il Giornale dell'Arte, minima et moralia e saggi testi critici su numerosi cataloghi e pubblicazioni. È autore del saggio Come vivono gli artisti? edito da Castelvecchi (2022) nella collana Fuoriuscita.