New media art a Roma: debutta artQ13

artQ13, Roma – fino al 30 giugno 2014. Nasce a Roma, fuori dai soliti circuiti, uno spazio dedicato alla sperimentazione artistica con i nuovi media. Si parte con una mostra collettiva che indaga temi come la luce, il movimento e l’interazione.

I nuovi spazi d’arte a Roma sono sempre più decentrati. Una volta gentrificato il Pigneto, è stata la volta del Quadraro, del Prenestino e ora dell’Aurelio, dove apre uno spazio espositivo dalle parti della sede della Quadriennale a Villa Carpegna. artQ13 debutta con una mostra collettiva e con un progetto aperto caratterizzato dalle problematiche dell’arte programmata e interattiva. I partecipanti di questa prima mostra vengono da studi all’Accademia dei Media di Colonia, e ne hanno assimilato le pratiche di tecnologia e i linguaggi cinetici. Carlo Caloro espone una serie di foto sulle Soglie degli spazi urbani accompagnate da un sensore che misura il tempo di visione del pubblico davanti alle immagini (come avviene nei progetti di razionalizzazione delle visite museali). Insieme, espone anche una gigantesca installazione, Strizzastracci, una “macchina inutile” nella linea storica di Jean Tinguely, che torce e distende all’infinito un telo immergendolo nell’acqua. Una fatica automatizzata che produce suoni, un lavaggio continuo, inutile e infinitamente rinnovato. Le dimensioni insolitamente grandi del lavoro gli donano una caratteristica eroica che va al di là dell’intenzione fondamentalmente ironica, che mima gli apparati di misurazione scientifica e il ruolo leader della scienza alludendo alle sue debolezze. Britta Lenk, nell’opera I01-13, si concentra sulle strutture della percezione, di cui l’installazione vuole essere motore e produttore, ma allo stesso tempo si configura come una metafora visiva dell’organizzazione delle esperienze nelle strutture neuronali. Tubi al neon si riflettono su superfici specchianti creando degli ordini luminosi che si riferiscono a strutture mentali ma anche ambientali. La Lenk dichiara: “Non abbiamo allo stato attuale una singola definizione di intelligenza universalmente condivisa da parte della comunità scientifica; al suo posto invece, attraverso le nuove tecnologie, assistiamo a una spettacolarizzazione dei risultati scientifici”.

Britte Lenk - Installazione

Britte Lenk – Installazione

Natalie Bewernitz e Marek Goldowski in Unveiled Presence (secret sounds) analizzano la presenza sonora insita nelle cose. Presentata per la prima volta a New York, l’opera si riallaccia allo storico lavoro di Marcel Duchamp A Bruit Secret e consiste in sottili lastre riflettenti inclinate al centro e contenenti acqua. Un trasmettitore riceve onde sonore che ritrasmette in vibrazioni alla superficie liquida, mentre fari rinviano gli effetti luminosi sullo spazio circostante. Il suono si rivela attraverso una serie di combinazioni apparentemente casuali, come un objet trouvé di duchampiana memoria. La musica c’è, invece, nell’intervento di Simone Pappalardo e Gianni Trovalusci Antifonia1.Genie, un lavoro in progress che utilizza le distorsioni sonore e il suono di strumenti live, rimanendo anch’esso nell’area  di una sperimentazione che si interroga sui temi scelti rifiutando una posizione troppo assertiva, in linea con gli altri lavori della mostra.

Lorenzo Taiuti

Roma // fino al 30 giugno 2014
|01| Natalie Bewernitz | Marek Goldowski | Carlo Caloro | Britta Lenk |Simone Pappalardo |Gianni Trovalusci
ARTQ13
Via Nicola Coviello 15
[email protected]
www.artq13.com

                            

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Lorenzo Taiuti

Lorenzo Taiuti

Lorenzo Taiuti ha insegnato corsi su Mass media e Arte e Media presso Academie e Università (Accademia di Belle Arti di Torino e Milano, e Facoltà di Architettura Roma). È esperto delle problematiche estetiche dei nuovi media. È autore di…

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