Sguardi d’artiste. A Verona, oltre i limiti di genere
“Le figlie di Eva” sono sei giovani artiste che, superando un immaginario femminile stereotipato, affrontano le più disparate pratiche artistiche. Con l’intento di analizzare, studiare, approfondire i vari media che vengono indifferentemente dalla storia e dal quotidiano. Alla FaMa Gallery di Verona, fino al 16 marzo.
![Sguardi d’artiste. A Verona, oltre i limiti di genere](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2013/03/68.jpg)
Se negli Anni Settanta la creatività femminile impiegava la sfera privata come materiale linguistico, il corpo come testimonianza di sé e della propria vita, oggi oltrepassa tutto ciò che ha a che fare con sentimenti, ribellioni, esibizioni. La donna artista trova la propria identità direttamente scrivendo, evocando, costruendo una propria riflessione sulla realtà. Il suo è un “alfabeto scevro da compromessi emotivi”, scrive Andrea Bruciati, presentando la mostra Le figlie di Eva: è soprattutto un atteggiamento che si appropria con spregiudicatezza (e insieme leggerezza) di tutte le pratiche mediali quali il video, la pittura, la fotografia, la performance. L’arte delle donne non è più “l’arte che parla delle donne”: è un’arte che si interroga sui propri statuti e indaga le modalità attraverso cui vengono manipolate e distribuite le immagini.
![Paola Angelini, Senza titolo, 2012](http://www.artribune.com/wp-content/uploads/2013/03/46-480x532.jpg)
Paola Angelini, Senza titolo, 2012
Così Elenia Depedro impiega lastre di vetro sulle quali sono incise microstorie e le frammenta, portando tutto al limite della percezione, della residualità, della deriva di senso. Mariangela Levita lavora come un writer, coprendo di spray le pagine patinate di Vogue: l’obiettivo è modificare la superficialità della comunicazione in qualcosa di voluminoso, denso, in continua espansione. Giusy Pirrotta costringe lo spettatore a interagire con diapositive trovate: nel suo lavoro non conta ciò che viene mostrato, ma l’analisi del sistema di funzionamento delle immagini.
Paola Angelini si affida a una pittura che si rivela attraverso un vortice di forme e di colori: i soggetti sono però puri pretesti per porre l’attenzione sul linguaggio. Anche Sara Enrico dipinge, ma poi, alla pari di uno scultore, lavora, impasta, ordisce i suoi pigmenti. Tanto che la superficie assume le sembianze di un tessuto o di una pelle palpitante. Silvia Mariotti, infine, realizza fotografie di paesaggi, dove il tempo sembra invariabilmente sospeso e dove ogni dato oggettivo diventa indefinibile e inattingibile.
Luigi Meneghelli
Verona // fino al 16 marzo 2013
Le figlie di Eva
a cura di Andrea Bruciati
FAMA GALLERY
Corso Cavour 25/27
045 8030985
[email protected]
www.famagallery.com
![16 Sguardi d’artiste. A Verona, oltre i limiti di genere](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2013/03/16-768x1112.jpg)
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![57 Sguardi d’artiste. A Verona, oltre i limiti di genere](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2013/03/57-768x512.jpg)
![46 Sguardi d’artiste. A Verona, oltre i limiti di genere](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2013/03/46-768x852.jpg)
![95 Sguardi d’artiste. A Verona, oltre i limiti di genere](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2013/03/95-768x576.jpg)
![78 Sguardi d’artiste. A Verona, oltre i limiti di genere](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2013/03/78-768x576.jpg)
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