Francesco Guardi e Venezia: tra luce ed emozione

È stata prorogata a Venezia la straordinaria mostra di Francesco Guardi. Un percorso che permette di seguire la sua emozionante evoluzione stilistica. Al Museo Correr fino al 17 febbraio.

Una grande mostra per scoprire o conoscere meglio Francesco Guardi (Venezia, 1712 – 1793), seguendo la sua ricerca, sala dopo sala, in tutte le variazioni espressive. A trecento anni dalla nascita di questo straordinario autore, capace di prefigurare movimenti con intuizioni stilistiche che vanno ben oltre il suo tempo, è ora possibile vedere accostate opere provenienti da ogni parte del mondo: musei e collezioni private di Parigi, Madrid, New York, Londra, Monaco e Vienna. Felice idea, dunque, quella di prorogare la durata dell’esposizione di oltre un mese rispetto al previsto.
Il Settecento, il secolo di Venezia che s’incontra meravigliosamente a Ca’ Rezzonico (da cui provengono diverse tele, tra cui un ritratto del Guardi per mano di Pietro Longhi), viene qui riproposto nei suoi aspetti sociali e storici – vedute e feste – ma in una sempre maggior distanza da Canaletto, limpido razionalista di suprema accuratezza. Nel sontuoso Museo Correr, che si affaccia su Piazza San Marco e su Riva degli Schiavoni, in possibili confronti di luci e d’incanti, è possibile seguire concretamente, attraverso le centoventuno opere esposte, lo sviluppo creativo del Guardi, i cambiamenti del suo percorso pittorico, per tematiche ma, in particolare, per i caratteri formali. Di speciale fascino l’ultima sezione per il tocco veloce, i giochi d’atmosfera, la stilizzazione delle figure, tra trasfigurazioni di sogno, malinconici silenzi, vago mistero.

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Francesco Guardi – Pio VI prende congedo dal doge nel convento dei Santi Giovanni e Paolo

Il percorso è cronologico, ma con la felice libertà – una motivazione estetica e scientifica – di disporre alcune sale per soggetto, in particolare Paesaggi e capricci. Partendo anche da disegni, creazioni di altri autori, Guardi raggiunge valori compositivi di delicata e coraggiosa intensità luministica, con nuovi segni di forme e colori.
Vibrazioni cromatiche. Una tecnica sempre più leggera, sciolta, vivace. I movimenti collettivi del popolo di Venezia e la luce come composizione dello spazio. Il ritmo dato dalla pennellata in magiche trasparenze d’acqua e cielo. Affascinante soffermarsi più a lungo su alcune opere, osservarne l’insieme e poi i particolari. Un esempio? Nella sezione Feste e cerimonie la scena affollata Il doge sul Bucintoro lascia San Nicolò del Lido, proveniente dal Louvre, è gremita di imbarcazioni e di figure realizzate con pochi tratti di colore, indaffarate in un’infinità di azioni, tra remi, bandiere, alberi che compongono scansioni spaziali. Tuttavia la tela lascia ugualmente vasto spazio al cielo, potendo l’occhio godere della luminosità d’insieme e poi ancora dei singoli elementi. Una vera commozione: questo accade con Guardi.

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Francesco Guardi – Canal Grande con Santa Lucia e Santa Maria di Nazareth (gli Scalzi)

Le vedute di Venezia, quei paesaggi in tonalità mosse di luci e colori, diventano, tra sfondi tiepoleschi, esperienza, e, rinunciando alla nitida definizione fotografica, nella necessità di assorbire la partecipazione emotiva, si alterano, si trasformano e producono sorprese.

Valeria Ottolenghi

Venezia // fino al 17 febbraio 2013
Francesco Guardi
a cura di Alberto Craievich e Filippo Pedrocco
Catalogo Skira
MUSEO CORRER
San Marco 52
041 2405211
[email protected]
www.correr.visitmuve.it
www.mostraguardi.it

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Valeria Ottolenghi

Valeria Ottolenghi

Studiosa e critico teatrale (numerose le pubblicazioni, saggi e articoli di riviste, regolari alcune collaborazioni), è Responsabile delle Relazioni Esterne ANCT, Associazione Nazionale dei Critici di Teatro. Iscritta all’Ordine dei Giornalisti, ha lavorato per la scuola e l’Università, docente SSIS, insegnante…

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