Un Bruegel seriale

Il Koninklijk Museum voor Schone Kunsten di Anversa è chiuso fino al 2017? Un motivo in più per visitare il Museum Mayer van den Bergh, dove è allestita la mostra “The unseen Pieter Bruegel!”. Fino al 14 ottobre, una quarantina di stampe e incisioni per apprezzare il genio fiammingo.

Una madre che sopravvive al figlio e ne realizza il più grande desiderio. Una storia strappalacrime, insomma, alla base della creazione di quello che si definisce il primo museo strutturato intorno a un’unica raccolta.
Siamo ad Anversa, nel 1901. Alla morte dell’adorato figlio Fritz, Henriette decide di costruire una dimora neogotica e di aprirla al pubblico, per esporre i tesori da lui collezionati. Nasce così il museo Mayer van den Bergh, nelle cui stanze si susseguono opere che si concentrano sull’arte dei Paesi Bassi nel periodo tra il Quattordicesimo e il Sedicesimo secolo.
Poco oltre la sala che la nostra Henriette aveva arredato in stile settecentesco e dove aveva l’abitudine di prendere il tè, ogni due anni viene organizzata un’esposizione temporanea. Da giugno a ottobre 2012, è il turno di Pieter Bruegel (Breda, 1525-30 – Bruxelles, 1569), di cui Fritz Mayer van den Bergh aveva acquistato due dipinti (si consideri che sono quaranta le tele di Bruegel il Vecchio attualmente esistenti) e una trentina di stampe e incisioni.
Queste ultime sono esposte per la prima volta, con un allestimento ricercato che privilegia il bianco e nero richiamando le tinte delle opere, in un’unica sala, suddivisa in sezioni tematiche, le cui teche custodiscono i preziosi fogli che trattano temi sacri e profani, anticipando modalità di secoli successivi.

Pieter Bruegel il Vecchio Gesù e ladultera 1579 mm 274 x 391 Museum Mayer van den Bergh Antwep 2012 Un Bruegel seriale

Pieter Bruegel il Vecchio – Gesù e l’adultera – 1579 – Museum Mayer van den Bergh, Anversa

Una mostra strettamente legata al contesto, dunque, che, però, riesce a non sovrapporsi ai dipinti del maestro e della scuola che si possono ammirare in Belgio. La qualità e l’importanza del progetto risiedono nel fatto che non si vuole utilizzare un nome di successo come richiamo per il pubblico, ma mostrare una produzione, spesso considerata secondaria, che, in realtà, è stata preponderante nel corso della vita del pittore e non si può ignorare nell’accostarsi ai suoi dipinti.
Obiettivo dell’esposizione è, infatti, presentare un Bruegel inedito, ma soprattutto un Bruegel “seriale”. Definizione che non vuole essere denigratoria nei confronti del genio fiammingo, ma che evidenzia un aspetto caratteristico della produzione di Bruegel il Vecchio e dei suoi eredi. La ripetizione di temi e soggetti, che rende immediatamente riconoscibile la mano dell’autore, caratterizza anche i grandi dipinti a olio, ma trova una dimensione ideale nelle incisioni.

Pieter Bruegel il Vecchio Paesaggio boschivo con vista su un fiume circa 1554 disegno a penna e inchiostro collezione privata Un Bruegel seriale

Pieter Bruegel il Vecchio – Paesaggio boschivo con vista su un fiume – 1554 ca. – collezione privata

Questo Bruegel è inedito anche perché, accanto ai ben noti La cucina grassa e La cucina magra, alle serie dei Sette peccati capitali e delle Virtù, sono presentati paesaggi che mettono in luce il rapporto tra il pittore fiammingo e i maestri del Rinascimento italiano. Tra essi, due si discostano dal resto delle opere, poichè realizzati a inchiostro dalla mano dell’autore: sono bozzetti, simili agli sfondi delle scene più conosciute. Non distratti dall’affollarsi dei personaggi delle altre opere, questi disegni permettono di capire come anche i paesaggi possano avere l’autonomia e l’autorevolezza dei dipinti maggiormente noti.

Marta Cereda

Anversa // fino al 14 ottobre 2012
The Unseen Pieter Bruegel! Hidden Antwerp Collections
MUSEUM MAYER VAN DER BERGH
Lange Gasthuisstraat 19
+32 (0)3 3388188
[email protected]
www.museummayervandenbergh.be 

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Marta Cereda

Marta Cereda

Marta Cereda (Busto Arsizio, 1986) è critica d’arte e curatrice. Dopo aver approfondito la gestione reticolare internazionale di musei regionali tra Stati Uniti e Francia, ha collaborato con musei, case d’asta e associazioni culturali milanesi. Dal 2011 scrive per Artribune.

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