Tecnicamente ineccepibile, declinato da un bianco e nero da manuale, il sintetico resoconto fotografico – presentato alla Camera 16 di Milano – del lavoro di Alberto Garcìa-Alix (León, 1956) offre un buon primo indizio per avvicinarsi all’opera di un noto protagonista della cultura spagnola. Un turbinìo di tossici, femmine lascive, cani pazzi decora le pareti della galleria per formare un mosaico d’immagini forti, con il buon risultato di avere un pittoresco racconto della società madrilena degli anni Ottanta e Novanta. L’iconografia “umana” poi è simile a quella vista e rivista nei numerosi film del coetaneo Pedro Almodóvar, dove quel mondo appare davvero sospeso in un infinito carnevale di maschere, atteggiamenti e attrazioni.
Max Mutarelli
Milano // fino al 27 luglio 2012
Alberto García-Alix – Personale
CAMERA 16
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