Un madrileno a Roma

All’Accademia Reale di Spagna a Roma, fino all’8 gennaio, l’opera retrospettiva dell’architetto madrileno (ma in Italia dagli anni ‘50) Julio Lafuente. Classe 1921, qui racconta i suoi “ultimi” sessant’anni attraverso schizzi, progetti e fotografie.

Julio Lafuente - Hotel Gozo - Malta, 1967

La mostra capitolina, intitolata Architecture Revée, è organizzata intorno all’opera degli “ultimi” sessant’anni di Julio Lafuente (Madrid, 1921; vive a Roma).
Dopo aver studiato architettura all’Ėcole Superieure Nationale des Beaux Arts di Parigi, Lafuente arriva a Roma negli anni della Dolce Vita: è subito amore per l’antichità, il fermento culturale, le collaborazioni importanti con artisti. Da allora la sua casa è l’Italia e la sua carriera non si è più arrestata. Ha prodotto numerose architetture, dalle residenze private alle sedi direzionali, dalle palazzine all’ippodromo di Tor di Valle, dall’Air terminal Ostiense agli hotel.
Poliedrico e pieno d’immaginazione, in parte brutalista (a tratti rassomiglia a uno Jean Prouvé addolcito o a un Le Corbusier ingentilito) e in parte postmoderno, ha disegnato e poi realizzato alcune tra le opere d’architettura moderna più importanti della Capitale. Non solo ha lavorato sempre su scale differenti (sue alcune bellissime sedute in legno, in metallo e pelle) ma ha anche approfondito la sua personale ricerca stilistica attingendo dalle collaborazioni che negli anni hanno segnato il suo percorso umano e lavorativo: dagli scultori Andrea e Pietro Cascella all’ingegnere Gaetano Rebecchini, allo studio Passarelli.

Julio Lafuente - Edificio Esso - Roma

Molte quindi le cose da raccontare per descrivere l’avventura professionale di una vita. Alcune sue opere – divenute iconiche – sono la perfetta rappresentazione del periodo storico in cui sono nate e del desiderio di fare architettura attraverso visioni oniriche e piene di slancio. Come per l’edificio della Esso, alla Magliana, dove tre ventagli ridisegnano una volumetria insolita, con tubi strutturali simili a venature di gigantesche foglie di agave, o come per l’Air Terminal di Ostiense, stazione nata come nodo infrastrutturale per Roma Sud ma poi lasciata stare lì, in stand-by, simile a una lunga galleria del vento dalle bucature tondeggianti per fortuna oggi in via di recupero e rifunzionalizzazione.
Altre opere invece, sembrano più visioni utopiche, figlie di idee irrealizzabili proprie degli anni ’60, quando Archigram, Superstudio e Archizoom disegnavano architetture infinite, sospese, vibranti. “Opere immaginarie, disegnate per dar forma ai sogni e giocare con le prospettive”.

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Esempi di design di Julio Lafuente

Una mostra che vale la pena di visitare, fosse anche solo per conoscere la storia di un uomo – ormai novantenne – che con la sua matita e il suo ingegno (nell’ultima sala, una brillante intervista filmata nel 1987) ha provato a ridefinire i confini dell’architettura moderna, in una città generosa come Roma, che troppe volte, però, resta incastrata sotto le macerie del suo glorioso passato.

Giulia Mura

Roma // fino all’8 gennaio 2012
Julio Lafuente – Architecture Revée
REALE ACCADEMIA DI SPAGNA
Via di San Pietro In Montorio 3
06 5812806
[email protected]
www.raer.it

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Giulia Mura
Architetto specializzato in museografia ed allestimenti, classe 1983, da anni collabora con il critico Luigi Prestinenza Puglisi presso il laboratorio creativo PresS/Tfactory_AIAC (Associazione Italiana di Architettura e Critica) e la galleria romana Interno14. Assistente universitaria, curatrice e consulente museografica, con una forte propensione all'editoria e allo sviluppo di eventi e progetti culturali, per il magazine PresS/T letter e per il format Archilive ha curato una rubrica sui libri d'architettura. È stata caporedattrice per la rivista araba Compasses e da anni collabora come freelance per testate italiane e straniere; con continuità è presente nella versione online e onpaper di Artribune. È co-founder di Superficial, studio creativo di base a Roma che si occupa di ricerca e sviluppo di progetti incentrati su: comunicazione, immagine, architettura, design, cultura, eventi, branding.