Le brave ragazze vanno in paradiso, quelle cattive al museo

Gioielli, profumi e rossetti: ecco i principali stereotipi del mondo femminile. E sono proprio questi gli ingredienti piccanti della prima scena di “She Devil”, film di Susan Seidelman da cui prende il nome la rassegna video ideata da Stefania Miscetti. Al Macro di Roma, fino alla fine di ottobre.

Il quinto appuntamento con She Devil si muove tra continuità e innovazione. Come nelle precedenti edizioni, alcune curatrici sono state chiamate in causa per presentare ognuna un video, rigorosamente di un’artista donna. Ma questa è la prima volta che la rassegna viene ospitata al Macro. E quale spazio può accogliere una rassegna al femminile meglio della neonata architettura di Odile Decq? L’auditorium, un cuore pulsante dal colore rosso, che richiama la seduzione femminile, ha purtroppo ospitato i video solo durante la serata inaugurale. L’esposizione è poi stata spostata nel V-Tunnel che, soltanto per i primi giorni, ha proposto anche una selezione di video delle passate edizioni.
She Devil 5
inizia con Stick (2008) di Katharina D. Martin: l’applicazione del rossetto è il centro di una messa in scena focalizzata su un primissimo piano di un viso di donna. Il make-up era già stato al centro di altri video al femminile, come in Representional Painting (1971) di Eleanor Antin. Ma in Stick il gesto, non più sensuale, si tramuta in dolore straziante quando il rossetto si sfalda tra i denti creando un alone rosso sangue. Un’immagine forte che spinge il pubblico a riflettere sulla violenza subita o auto-inflitta per perseguire un ideale di bellezza imposto dalla società.

3 Le brave ragazze vanno in paradiso, quelle cattive al museo

Jen DeNike - Flag Girls - 2007 - 1’30’’ - courtesy l’artista

Altrettanto malessere emerge in Untitled/Scream (2004) di Janaina Tschäpe, dove l’immagine della sirena ammaliatrice viene sostituita da quella di una donna sott’acqua. L’insieme si risolve in un ossimoro: le urla della ragazza vengono soffocate da un ingannevole silenzio, che ci ricorda come ancora oggi alcune donne non siano libere di poter esprimere la propria opinione. Mentre di silenzio non si può parlare in Woman with Knife? (2009) di Nina Lassila, che ferisce le nostre orecchie con i suoni stridenti di una donna che affila dei coltelli, che verranno utilizzati per chissà quale scopo.
L’indagine di She Devil non si limita all’analisi del malessere delle donne, ma svela lo spirito femminile anche in maniera giocosa e ironica. È questo il caso di Real Snow Withe (2009) dove la giovane Pilvi Takala riflette sul tema dell’identità: una Biancaneve è posta al centro di discussioni che mettono in dubbio la sua “autenticità”, impedendole di entrare a Disneyland, dove si confonderebbe coi personaggi “reali”. Ma il problema è proprio questo: chi decide cos’è reale e cosa non lo è?
Nei vari video emerge, talvolta prepotentemente, talvolta in maniera più sommessa, la necessità di mettere in discussione le convenzioni sociali. Così, anche questa edizione di She Devil spinge lo spettatore a riflettere sulle problematiche relative alla molteplicità dei punti di vista femminili e al complesso ruolo della donna nella società.

Elisabetta Masala

Roma // fino al 30 ottobre 2011
She Devil 5
a cura di Antonia Alampi, Susanna Bianchini, Benedetta Carpi de Resmini, Dobrila Denegri, Maria Garzia, Laura Giorgini, Maria Cristina Giusti, Caterina Iaquinta, Manuela Pacella, Cristiana Perrella, Lydia Pribisova, Elena Giulia Rossi, Chiara Vigliotti
www.macro.roma.museum

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Elisabetta Masala

Elisabetta Masala

Nata a Cagliari, si laurea in Storia dell'arte formandosi tra la Sardegna, la Spagna e Roma. Nel 2014 consegue il diploma di Specializzazione in beni storico-artistici presso l'Università di Roma “La Sapienza” con una tesi in Storia dell'arte contemporanea. Si…

Scopri di più