Una videoinstallazione (Untitled John) composta da due schermi, per una proiezione schizofrenica, dove le immagini di un vecchio non sono mai davvero dentro né fuori lo scorrere del video. Un universo di frontiere, identità fragili e confuse. Erranze del soggetto, ma anche del video. Il personaggio che appare come esistenza messa in gioco: decostruito, smembrato, deconcentrato. E la ripresa che trema, s’interrompe. Battito ravvicinato di vita e morte, di fotogrammi che veicolano immagini (On) e di fotogrammi vuoti (Off). Attivi entrambi, però, perché è nel momento dark che si generano le immagini. È l’inquietante linguaggio di Helen Dowling (Londra, 1982): penetrare l’anatomia di ciò che si può vedere e di ciò che insieme si eclissa alla vista. Cosa che fa anche con le foto: immagini nere, notturne, ma anche immagini di mancamenti, di vuoti punteggiati di “storie” potenziali.
Luigi Meneghelli
Verona // fino all’8 giugno 2011
Helen Dowling – Offon
www.artericambi.org