Nino Migliori (Bologna, 1926) racconta di com’è riuscito a realizzare i neri profondi da cui esce il bestiario di Antelami nel Battistero di Parma: un “trabiccolo” di alluminio e teli scuri per creare il buio e un grosso cero per dare la luce, per formare l’immagine (Caravaggio docet). Ha ritratto sculture che hanno quasi mille anni, sottolineando l’espressività ferina dei leoni, la grazia delle sirene, i ghigni dell’idra. Ha usato le antiche pietre per riflettere sul lavoro del fotografo, sulla ricerca d’innovazione e sull’idea della fotografia: non rappresentazione della realtà ma interpretazione personale dell’artista. “Fotografia tu sei l’ombra / del sole / tutta la sua bellezza”, scriveva Apollinaire. Un verso che ha accompagnato Migliori durante la realizzazione del progetto, quasi un viaggio in una realtà fantastica, nel sogno di una continua metamorfosi resa possibile dal movimento della fiamma.
Marta Santacatterina
Parma // fino al 25 aprile 2011
Nino Migliori – Lo zooforo immaginato
a cura di Chiara Visentin
www.parmaurbancenter.it