Nell’industria dei videogiochi esiste un monopolio (e non fa bene a nessuno)
Il videogioco italiano “Horses” di Santa Ragione è stato escluso dagli store digitali Epic Games Store e soprattutto da Steam, piattaforma che gestisce quasi tutta la distribuzione di videogiochi per PC. Come si fa arte in un’industria controllata da simili monopoli?
A inizio anno Artribune aveva inserito il disturbante horror politico Horses di Andrea Lucco Borlera e dello storico studio italiano Santa Ragione (Saturnalia, Mediterranea Inferno) nella lista dei videogiochi più interessanti in uscita nel 2025. Quando Santa Ragione ha finalmente annunciato la data di uscita di Horses ha però anche rivelato che non è stato ammesso su Steam di Valve, la principale piattaforma di distribuzione digitale per videogiochi per computer. Valve ha una posizione dominante nel settore, potremmo parlare di un monopolio, e permettendo o no a un videogioco di essere venduto su Steam può praticamente decidere cosa esiste e cosa non esiste, dal punto di vista commerciale, nel mondo del videogioco per computer. “Il 95% dei nostri incassi su PC vengono da Steam” ci dice durante una telefonata Pietro Righi Riva, cofondatore di Santa Ragione e curatore di due raccolte di videogiochi per la Triennale di Milano.
Steam blocca l’uscita del videogioco politico Horses
In Horses lavoriamo per due settimane in un maneggio dove al posto dei cavalli ci sono persone nude con maschere equine. Secondo Lucco Borlera, la sua opera parla di temi come “il peso del trauma familiare e dei valori puritani, le dinamiche dei regimi autoritari, i demoni della mascolinità fragile e la questione della responsabilità personale all’interno di strutture di potere predeterminate”. Nel 2023 Santa Ragione voleva iniziare la campagna promozionale del gioco, e chiese quindi di aprire una pagina su Steam. Ma Valve fece una richiesta insolita: allarmata dalla descrizione dei contenuti dell’opera chiese che ne fosse subito fornita una versione integrale e giocabile. Santa Ragione la preparò, e in base a quella versione assolutamente provvisoria Valve decise di rifiutare Horses, senza specificare chiaramente il motivo e senza possibilità di appello. “Proprio l’opacità delle regole impedisce che possa esistere un processo di revisione” afferma Righi Riva, perché da una parte Steam si è rifiutata di dare una seconda occhiata al videogioco quando ne è stata disponibile una versione finale, e dall’altra lo sviluppatore non sa comunque come avrebbe dovuto cambiarlo. Non potendo portare Horses su Steam, Santa Ragione non è neanche riuscita a trovare editori interessati, ha attinto ai suoi fondi e a piccoli prestiti e a questo punto rischia di chiudere. Appena un giorno prima del lancio, Santa Ragione ha saputo che il videogioco era stato escluso anche da una piattaforma concorrente, l’Epic Games Store gestito dalla compagnia proprietaria di Fortnite. E a lancio già avvenuto la vendita di Horses è stata sospesa per mezza giornata dalla piattaforma Humble Bundle, che senza neanche avvertire ha deciso che fossero necessari ulteriori controlli.
La censura finanziaria su Steam
In effetti, se i problemi di Horses di Santa Ragione sono iniziati già nel 2023, negli ultimi mesi la situazione è ulteriormente peggiorata e ha tra l’altro mostrato le conseguenze della cosiddetta censura finanziaria. Su Artribune ne abbiamo parlato discutendo Vile: Exhumed di Cara Cadaver (Final Girl Games) e DreadXP, vittima collaterale di una campagna di censura che ne ha impedito anche in questo caso la vendita su Steam. Nell’estate 2025, su pressione delle compagnie che gestiscono i pagamenti elettronici (PayPal, Visa, MasterCard…), Steam ha rimosso alcuni videogiochi pornografici, ha bloccato forse per eccesso di zelo l’uscita di Vile: Exhumed che di pornografico non ha nulla e ha aggiunto alle sue regole che non accetterà “contenuti che possono violare le regole e gli standard stabiliti dai sistemi di elaborazione dei pagamenti di Steam e dalle relative reti di carte e banche, o dai fornitori di reti internet”. La tua carta di credito decide cosa puoi comprare.
Le piattaforme chiuse dell’industria del videogioco
Righi Riva ci spiega che l’unico motivo per cui Horses non esce anche per console è il costo della conversione, ma la situazione su queste macchine è, se possibile, ancora peggiore di quella che abbiamo su computer. Possiamo scegliere tra console diverse: principalmente, ci sono le PlayStation di Sony, le Xbox di Microsoft e le Switch di Nintendo. Su ognuna di queste macchine è però possibile pubblicare solo con l’autorizzazione della compagnia che la fabbrica e che controlla anche l’unica piattaforma di distribuzione digitale permessa sull’hardware. È una situazione simile a quella che esiste sui dispositivi iOS di Apple, come l’iPhone, dove l’unico store permesso è quello, appunto, di Apple. Tranne che in UE, dove la regolamentazione Digital Markets Act ha costretto Apple a permettere la presenza dei cosiddetti “store di terze parti” (insomma, altrui). Ma, anche qui, Apple ha mantenuto il controllo su quali app possono esistere sui suoi dispositivi, indipendentemente da quali siano poi gli store usati per distribuirle, e obbliga sia gli store altrui sia le app che ci vengono vendute a pagare una serie di tariffe piuttosto proibitive.
Fare arte tra piattaforme e monopoli
I media, e la questione non riguarda solo il videogioco, dipendono sempre di più da sistemi di distribuzione centralizzati e controllati da giganti che occupano posizioni dominanti. Queste compagnie possono compiere, e compiono, scelte totalmente arbitrarie e possono escludere interamente (o quasi) un’opera dal mercato che gestiscono sulla base di linee guida intenzionalmente vaghe. Steam, per esempio, vieta per regolamento “contenuti […] creati appositamente per scioccare o disgustare gli spettatori”, un effetto spesso ricercato dell’arte. Ma poi nella pratica permette violenza anche estrema purché abbia come scopo il puro intrattenimento. Secondo Righi Riva, simili scelte rivelano “una prospettiva profondamente anti-arte, in cui il videogioco è visto solo come un prodotto”. Alla fine della telefonata gli chiediamo se dopo questa esperienza cambierà l’approccio di Santa Ragione, nel caso che sopravviva all’uscita di Horses. “Sicuramente faremo qualcosa di molto meno trasgressivo” risponde. “Sì, sentiamo la pressione, e penso che non la sentiamo solo noi. Perché quando hai delle ambizioni artistiche e vedi accadere una cosa simile a uno studio come il nostro, con la storia che abbiamo, il rispetto che ci siamo guadagnati nell’industria… ti chiedi chi te lo fa fare”.
Comunque, Horses di Andrea Lucco Borlera e Santa Ragione è disponibile dal su GOG, itch.io e Humble Bundle.
Matteo Lupetti
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