Tutti i musei italiani su Wikipedia. Come utilizzare l’open access per divulgare il patrimonio

Wikimedia Italia promuove un progetto di digitalizzazione e condivisione dei contenuti indirizzato ai musei italiani. La novità? Non limitarsi a concedere l’accesso gratuito a immagini e informazioni sulle collezioni, ma consentirne la libera fruizione, all’interno del sistema Wikipedia

Wikimedia Italia chiama a raccolta i musei italiani per portarli su Wikipedia. L’iniziativa promossa in collaborazione con ICOM Italia e Creative Commons Italia mira ad ampliare la rete di condivisione della conoscenza degli istituti museali, rinsaldando quello che è il loro compito fondamentale: diffondere cultura e coinvolgere la comunità nel senso più ampio del termine (ricordiamo la definizione aggiornata di “museo” prodotta da ICOM l’estate scorsa nel summit di Praga).

TUTTI I MUSEI SU WIKIPEDIA. IL PROGETTO

E il progetto Tutti i musei su Wikipedia / Empowering Italian GLAMs si propone proprio di accompagnare e sostenere le istituzioni culturali nel diventare protagoniste del libero accesso al patrimonio. Alla base dell’auspicato sodalizio, sostiene Wikimedia, sta la comunione d’intenti che lega l’enciclopedia online collaborativa e a contenuto libero nata nel 2001 per condividere conoscenza e far crescere la partecipazione attiva e consapevole del pubblico e il sistema museale nel suo complesso, con riferimento alla missione culturale di cui sopra: “Collaborare con Wikipedia e i progetti Wikimedia garantirebbe una maggior visibilità dei musei, aiutandoli a raggiungere nuovi visitatori e studiosi attraverso internet”. Si punta dunque a trasmettere ai musei che aderiranno all’iniziativa quell’approccio open access che caratterizza Wikipedia e i progetti Wikimedia.

Cortile del Museo Egizio, Torino

Cortile del Museo Egizio, Torino

WIKIPEDIA E MUSEI. L’APPROCCIO OPEN ACCESS

Sempre più numerosi sono i musei già attivi sul fronte della divulgazione digitale del patrimonio che custodiscono. Basti pensare al successo della piattaforma Google Arts & Culture, e ai molteplici programmi di digitalizzazione avviati dai singoli istituti. Nel caso specifico, però, l’operazione non si limiterebbe solo all’accesso gratuito a immagini e informazioni, ma anche alla possibilità di fruirne liberamente per sviluppare nuove creazioni originali favorite dallo strumento dell’open access, che consente a chiunque di utilizzare, modificare e condividere i contenuti digitali, per qualsiasi scopo (anche commerciale). Così Wikimedia Italia si rivolge alle 4mila realtà museali della Penisola chiedendo loro di verificare l’esattezza delle rispettive informazioni già presenti su Wikidata e di caricare venti immagini su Wikimedia, banca dati fotografica già popolata da oltre 90 milioni di immagini utilizzabili liberamente. Le foto saranno donate al pubblico dominio, utilizzando lo strumento CC0 (grazie al quale i titolari del contenuto digitale rinunciano al diritto d’autore e ai diritti connessi), con un testo descrittivo sull’istituzione che ne racconta la storia e ne descrive le collezioni.

NUOVE STRATEGIE DIGITALI PER L’ACCESSIBILITÀ

Dal canto suo, la divisione italiana dell’azienda senza scopo di lucro statunitense offre il supporto di volontari che si incaricheranno di caricare i nuovi contenuti testuali e iconografici su Wikidata e Wikimedia Commons. E un webinar rivolto ai musei interessati si è per ora concentrato sul veicolare consigli utili che li aiutino a elaborare Open Access Policy volte a superare l’approccio finora adottato in Italia rispetto alle potenzialità del digitale, nella direzione di una piena accessibilità e inclusione. “Imparando a usare Wikimedia Commons e Wikidata – spiega il documento che illustra il progetto e – musei, ecomusei, siti archeologici, parchi e fondazioni potranno diventare protagonisti della promozione di una strategia digitale pensata per valorizzare e rendere accessibili online le proprie collezioni”. E mentre si preoccupa di lanciare un sondaggio online per recepire il parere dei musei italiani sull’iniziativa, Wikimedia Italia ha già iniziato a lavorare con alcuni istituti “pionieri” dell’open access, come il Museo Egizio di Torino, che sta selezionando un’intera collezione per renderla disponibile su Wikimedia Commons.
 
Livia Montagnoli

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