Maker Faire Rome: quest’anno ci sarà anche tanta arte

MakerArt è il nome della sezione dedicata ad arte e tecnologie di nuova generazione: intervista al curatore Valentino Catricalà.

Ad ottobre torna l’appuntamento con Maker Faire Rome – The European Edition, un evento che si appresta ad inaugurare la sua settima edizione nella Capitale. Operatori del settore e appassionati insieme a scuole e imprese si ritroveranno, a partire dal 17 ottobre, a parlare di sviluppo ambientale, sociale e aziendale attraverso tecniche all’avanguardia. Quest’anno, per la prima volta, Maker decide di puntare l’attenzione sull’arte contemporanea, contaminata con le nuove tecnologie attraverso l’inedita sezione MakerArt curata da Valentino Catricalà. Il progetto è promosso e organizzato dalla Camera di Commercio di Roma con la sua Azienda Speciale InnovaCamera, e avrà luogo presso la Nuova Fiera di Roma fino al 20 ottobre 2019.

COME NASCE MAKER ART

“Ho sempre pensato che l’arte, soprattutto quella che usa la tecnologia, non sia importante solo perché aggiunge contenuti al mondo dell’arte, ma può essere un motore per l’innovazione tecnologica e per la società più in generale. Operare in modo trasversale, mettere in connessioni ambiti diversi, è ciò che mi appassiona di più. Così è nato il progetto Maker Art. Poter portare l’arte all’interno del contesto più grande in Europa di creatività e innovazione, poter farla dialogare con nuovi ambiti, creare nuove sinergie”. È questo ciò che ha spinto InnovaCamera, racconta Catricalà ad Artribune, “a coinvolgermi in questa avventura. Ripensare l’innovazione attraverso l’arte e viceversa. Per questo ho optato per una scelta curatoriale atipica: invece che prendere un padiglione e fare un padiglione arte, ho preferito distribuire le opere all’interno della fiera, in modo che l’arte possa veramente dialogare con questa. Il percorso espositivo è stato così pensato in base alle tematiche della fiera: Intelligenza artificiale, sostenibilità, robotica, universo sonoro…e molti altri”. MakerArt sarà, quindi, un percorso partecipativo dove il pubblico si troverà ad interfacciarsi con diverse opere e installazioni con l’obiettivo di entrare all’interno di un circuito culturale tecnologicamente avanzato. Inoltre, per la prima volta in Italia, gli artisti entreranno in contatto con aziende del settore creando una liason tra arte, scienza e innovazione.

Bill Vorn, Hysterical Machine, 2010

Bill Vorn, Hysterical Machine, 2010

ARTISTI E TECNOLOGIE

“Da moltissimo tempo gli artisti sperimentano e inventano tecnologie”, continua Catricalà. “C’è una storia su tutto ciò (tra poco uscirà un mio libro su questo per l’editore londinese Rowmann & Littlefield). Oggi le grandi aziende del settore tecnologico stanno inglobando sempre più gli artisti nei processi di produzione. Vere e proprie residenze d’artista sono nate all’interno delle aziende, di centri di ricerca. È un mondo in cambiamento che coinvolgerà anche il mondo dell’arte contemporanea. Un cambiamento anche etico e poetico. Noi abbiamo il dovere di cavalcare questo processo, orientarlo verso una nuova etica e filosofia, non possiamo esserne trascinati. È questo il ruolo dell’istituzione museale culturale o del curatore oggi: riprendere il timone ed essere un orientamento per il nuovo mercato e il nuovo orizzonte. È ciò che abbiamo voluto fare con Maker Art, unire gli artisti con le aziende, con i centri di ricerca, creare team e far in modo che l’arte possa entrare nel mondo dell’innovazione senza venirne schiacciata, e l’innovazione in quello dell’arte. Molti altri progetti stiamo pianificando su questo.”Durante il MakerArt saranno in mostra le opere di trentun artisti di calibro internazionale come: Pier Alfeo, Cod.Act, Giang Hoang Nguyen (a cura di Re:Humanism), Sergey Komarov e Alexey Grachev, Simone Pappalardo e José Angelino, Bill Vorn, e molti altri. “L’artista ne sperimenta le possibilità apre nuove potenzialità di creazione del medium e di veicolo per nuovi contenuti. Ne può beneficiare non solo il mondo dell’arte ma l’intero universo dell’innovazione. Oggi una istituzione museale, o un operatore culturale come un curatore, deve tenere conto di questo”.

-Valentina Muzi

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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