Dall’abbigliamento al sesso: la storia di Frida Affer e della community di Wovo 

Frida Affer è una lungimirante consulente sessuale. Partita dall’abbigliamento con Wovo, oggi demolisce alcuni tabù sul sesso. E ne ha parlato ad Artribune in un’intervista

Lungimiranza, emancipazione e consapevolezza sono gli elementi alla base del racconto della consulente sessuale Frida Affer. Attraverso luoghi fisici e immateriali, dà vita a un’aggregazione ideologica attorno al tema del sesso: Wovo Store, un negozio fisico dove acquistare sex toys e dialogare faccia a faccia; Wovo Education, spazio di divulgazione online dove approfondire le proprie conoscenze sul benessere sessuale; Soda Party, evento clubbing esplicito a Milano, che invita periodicamente la città a un appuntamento con la sperimentazione e la libertà. La community di Wovo non ha genere o età, concilia con equità un insieme di anime la cui componente soggettiva è estremamente considerata, dimostrando quanto il discorso sul sesso sia un tema di interesse diffuso, che supera convenzioni ed etichette. L’intervista. 

Intervista a Frida Affer 

Come inizia l’avventura di Wovo? 
Wovo nasce otto anni fa in una Milano in gran fermento per EXPO. Sono tornata dopo tre anni a Londra, dove l’espressione della propria unicità era molto libera, e ho capito che la città era pronta a spogliarsi – letteralmente – della sua distintiva rigidità per una veste più rilassata. 

Wovo parte dall’abbigliamento per poi evolversi in un progetto più ampio. Com’è andata? 
Subito le clienti hanno trasformato Wovo in un vero salotto: le ragazze entravano con la voglia di appropriarsi della propria identità, gironzolando tra latex e vinile. Presto le scelte di styling hanno iniziato a influenzare lo stile di vita, diffondendo un senso di libertà in tutta la città. Oggi questa community di “liberi sperimentatori” si è estesa ai followers sui social e alla crowd di Soda Party, ambasciatori di cultura e pionieri di una nuova scena.  

Come è cresciuto in te l’interesse per la sessuologia? 
Fin da bambina ho sentito una curiosità verso il sesso che mi ha spinta a voler scoprire e sperimentare. Ho riconosciuto una vocazione nella naturalezza con cui ne sapevo parlare e ne ho fatto la mia carta vincente. Mi sono formata con un master in sessuologia quando ho proposto in negozio accessori e sex toys e la clientela ha iniziato a chiedermi consigli: ho capito che avevo bisogno di più informazioni per tutelare la salute di chi avevo davanti e la serietà del progetto che stavo plasmando. 

Come racconteresti la tua professione a un bambino? E a una nonna? 
A entrambi direi che aiuto gli altri a giocare. Per la nonna aggiungerei che mi prendo cura della salute sessuale delle persone, di certo lei ha i mezzi e l’esperienza per comprendere di cosa mi occupo. 

Perché il discorso sul piacere è completamente sdoganato in relazione al cibo o all’arte, ma è così ostracizzato se si parla di sesso? 
Credo che il punto caldo della questione sia l’intimità. Le azioni manifeste sono socialmente accettate, ma l’atto sessuale è privato e coinvolge parti del corpo quotidianamente nascoste. Gli usi e i costumi sono fondamentali per veicolare il progresso. 

Che ruolo ha, secondo te, la donna nell’evoluzione culturale sul sesso? 
Il ruolo della donna verte sull’autoconsapevolezza, implica lo studio di sé stessa, della percezione del proprio corpo e della propria intimità. L’idea di femminilità deve allontanarsi dalla confortevole logica del corteggiamento come prerogativa maschile. Lo strumento giusto per abbattere i tabù è il dialogo, a patto che sia libero da critiche e da qualsiasi forma di snobismo. 

Cosa ti rende una donna fiera della donna che è oggi? 
La mia curiosità pura e senza preconcetti, l’approccio aperto nell’intraprendere i rapporti e l’aspirazione a vivere la vita in modo gentile. 

Elena Canesso 

Lo sguardo scelto per raccontare LE DONNE MANIFESTO è di Angelo Guttadauro 

Nato tra i colori vibranti della Sicilia nel 1992, Angelo Guttadauro ha coltivato la sua passione per catturare la bellezza del mondo attraverso l’obiettivo. Dopo essersi laureato in Fotografia e aver conseguito una specializzazione in Direzione della Fotografia a Roma, attualmente risiede a Firenze. Con lo pseudonimo di “Guttæ”, ha ottenuto una serie di successi e riconoscimenti. Le sue opere sono state pubblicate su riviste di settore e ha avuto l’onore di esporre presso festival internazionali. Il focus principale della sua ricerca artistica è la comunicazione tra la fotografia e diverse discipline analogiche e digitali, come la scan art, la CGI e il set design. 

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Elena Canesso

Elena Canesso

Nata e cresciuta in provincia di Padova, mossa dalla curiosità verso il mondo e le sue contraddizioni vola in Cina e vive tra Shanghai e Guangzhou dopo una laurea in Mediazione Linguistica e Culturale a Ca’ Foscari. Nel 2016 la…

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