Gucci torna a sfilare a Milano con “Exquisite Gucci”. Il report dalla fashion week

Alla fashion week di Milano è andata in scena Exquisite Gucci, la sfilata maschile progettata da Alessandro Michele. Tra genderfluid e profonda simbiosi alchemica di maschile e femminile, una rivolta contro ogni tradizione della moda classica. Il report

Inutile negare quanto, sull’entusiasmo di una edizione tornata in presenza, aleggiasse la malinconia delle notizie di una guerra. Lo si è misurato dai post di chi era in presenza e faceva a gara per dimostrarlo, limitando la diffusione della festa. Ma il mondo della moda si sente investito di un ruolo che va oltre il concetto del The show must go on. Un discorso che non vale per tutti: è proprio in questi momenti che si misura l’importanza di quello che un brand rappresenta. In poche parole, ci sono spettacoli che vale la pena mandare in scena comunque perché rappresentano qualcosa di più, perché esprimono quell’autenticità artistica che porta altrove. E quindi serve.

EXQUISITE GUCCI A MILANO

Gucci qualcosa di più lo fa sempre, è nella natura di Alessandro Michele sperimentare e usare la moda come strumento di conoscenza, come studio psicologico per superare limiti e definizioni secolari e liberare l’essenza variabile dell’individuo. Assistere ad Exquisite è stato come partecipare ad una dimostrazione quasi scientifica. Come quando nei manicomi della fine del 1800, nel momento di passaggio dei curatori della mente da alienisti a psicanalisti, era consentito assistere ai loro esperimenti, così qui ci viene concesso di guardare. Guardare la follia autentica dei modelli, ma anche del pubblico. Quel pubblico che dalla recente sfilata di Los Angeles è stato parte del cosmo dei personaggi di Gucci: figure che sembrano uscite dal Metaverso accedendo dalle pareti specchiate, specchi ma anche schermi deformanti, che ricoprono le pareti della grande scatola quadrata di via Mecenate, sede milanese del brand. Il gioco dello specchio mescola tutto e tutti. Facoltosi clienti che sembrano illustrazioni, personaggi come Achille Lauro, Stan Smith, A$AP Rocky e Rihanna con un pancione enorme: tutti diventano ologrammi che appaiono e scompaiono in un ambiente virtuale che ci ricorda quanto conti l’immaginazione dell’immagine.

GUCCI: IL RITORNO ALLA FASHION WEEK

Exquisite segna il ritorno alla fashion week milanese del brand, nel periodo che il calendario di Camera Moda chiama Donna, ma l’immaginazione conta troppo per Alessandro Michele che risponde all’appello ma fa il tema come dice lui. Exquisite è una sfilata quasi totalmente maschile. Michele lo spiega alla stampa con il candore di chi preferisce una cosa rispetto ad un’altra, dicendo che gli piacciono di più gli abiti da uomo, ad esempio. Cosa scientificamente comprensibile per chi ama rielaborare e reinventare in un gioco che ha più effetto sul formalismo dell’abito maschile. In più la sua immaginazione alchemica in questo capitolo lo porta a creare un innesto nuovo, come già avvenuto in una pratica riuscita con Balenciaga, Ken Scott, North Face stavolta è Adidas il partner in crime. Quelle tre strisce, i loghi, si sovrappongono in una nuova forma di vita che prima di qualche giorno fa non esisteva. Un lavoro che ha richiesto l’attenzione di designer, creativi, artigiani, avvocati per unire senza sovrastare, per condividere creando non distruggendo. Un’operazione a cui abbiamo assistito, dimenticando la sfilata, come ad una dimostrazione scientifica opera dell’alienista capace di mostrare gli aspetti più profondi della volontà inconscia di essere. Così usciamo sia dal limite di genere che da quello di stile, soprattutto attraverso un ruolo tradizionale come la sposa che chiude la sfilata: sembra veramente un avatar, colorata di rosso e nero come una eroina manga. Alessandro Michele ci spiega per l’ennesima volta che non dobbiamo fidarci del giudizio degli altri, dobbiamo fidarci dello specchio come dice lui stesso: “Specchio come celebrazione della metamorfosi, in cui la meccanica giocosa delle rifrazioni rompe ogni limite spaziale, aprendo la strada dell’evasione.” Straordinario manipolatore dell’esistente, decoratore della banalità e di ciò che è scontato, lavora con i vestiti come laboratori ottici, macchine magiche capaci di proiettare nel mondo fiabe di metamorfosi e di nuovo incanto. Metamorfosi Gucci è scritto sulle spalle, ricamato invertito sui tessuti come slogan di un brand che non perde occasione di lanciare messaggi di cambiamento.

Clara Tosi Pamphili

https://www.gucci.com/it/it/ 

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Clara Tosi Pamphili

Clara Tosi Pamphili

Clara Tosi Pamphili si laurea in Architettura a Roma nel 1987 con Giorgio Muratore con una tesi in Storia delle Arti Industriali. Storica della moda e del costume, ha curato mostre italiane e internazionali, cataloghi e pubblicazioni. Ideatrice e curatrice…

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