Una moda oltre il genere. Intervista a Edithmarcel

Si chiamano Andrea Masato e Gianluca Ferracin e insieme hanno dato vita al progetto Edithmarcel, tra i finalisti di “Who Is On Next?”. Portatrici di un’idea di moda che smorza le differenze di genere, le loro collezioni stanno conquistando l’attenzione di addetti ai lavori e pubblico.

Giovane, concettuale, insolito: questi gli stilemi che identificano il progetto guidato dai designer Andrea Masato e Gianluca Ferracin. Desiderio d’indipendenza e necessità di sperimentazione consentono di scrivere la formula Edithmarcel: wunderkammer atipica nella quale si azzera la distanza tra maschile e femminile; una marcata linea di confine che apre a una dimensione della moda ancora inesplorata. Siamo sempre più abituati nel vedere donne somigliare a uomini e viceversa, molto meno a identificarli in un’unica figura. Il gusto “A-gender” come alternativa a una moda mainstream è la principale chiave di lettura per la filosofia del duo veneto che, intuendo un cambiamento all’interno della società, decide di cavalcare il momento in cui “genderless” non rappresenta esclusivamente un’esigenza individuale ma un’opportunità stilistica, delineandone la propria interpretazione. La possibilità di fondere la modellistica maschile con quella femminile ha guidato Andrea e Gianluca verso la progettazione di capi che si adattassero perfettamente ai due tipi di silhouette, ideando una struttura completamente nuova e singolare. La fortuna aiuta gli audaci, e l’istinto Edithmarcel non è passato inosservato agli occhi della Camera Nazionale della Moda Italiana, che ha deciso di sostenere concretamente il progetto tramite iniziative espositive e finanziarie. Il confronto è stimolo e lo stimolo conduce alla ricerca, quella che ha portato i due giovani designer a seguire un unico fil rouge, facendo incontrare i loro caratteri e le loro influenze, tanto differenti ma così concretamente complementari. Una rivoluzione stilistica e concettuale che ha trasformato il duo nei finalisti di Who Is On Next?, per la sezione prêt-à- porter. Quella di Edithmarcel sembra essere una vera e propria scommessa sui generis, sulla quale i due ideatori hanno deciso di puntare tutto e che, probabilmente, non tarderanno a vincere.

Edithmarcel

Edithmarcel

Il nome del vostro brand fa subito venire in mente Edith Piaf e Marcel Cerdan. Coincidenza o esiste un chiaro riferimento?
No, nessuna coincidenza. Nonostante fossero due nomi che ci piacevano già molto, si tratta di un chiaro riferimento a Edith Piaf e Marcel Cerdan: figure e vissuti che, una volta iniziato il nostro percorso, si adattavano perfettamente al messaggio che volevamo trasmettere. Ci interessava dare luogo, collezione dopo collezione, a una fusione di caratteri frutto di gusti maschili e femminili, contrapposti ma al contempo in equilibrio.

Qual è il percorso che vi ha condotto al progetto Edithmarcel?
L’idea è nata quando ci siamo resi conto che i tempi erano maturi. Abbiamo deciso di iniziare questo percorso portando come principali risorse le nostre esperienze accademiche, lavorative e personali.

La vostra collezione è “giovane, concettuale e insolita”. Come spieghereste la filosofia del vostro marchio a chi è abituato a una moda mainstream?
La filosofia del nostro marchio sta nel plasmare e diffondere uno stile che non si ponga in sostituzione o antitesi ai canoni classici, ma che viva a fianco della moda mainstream; un’alternativa a disposizione di chiunque voglia seguirla. Non abbiamo una palette di riferimento o dei tessuti preferiti; li scegliamo a seconda del tema della collezione. Per la prima ci siamo ispirati alle copertine di Vogue degli Anni Venti, quindi abbiamo utilizzato dei colori accesi come il magenta e il petrolio; per la seconda, invece, abbiamo scelto di utilizzare colori più tenui, pastello. Costante nelle nostre collezioni è la pulizia geometrica e formale dei nostri capi, addolcita dalla presenza di rari elementi decorativi.

Edithmarcel, SS 2016

Edithmarcel, SS 2016

Il vostro genere è completamente nuovo. C’è qualche stile al quale vi siete ispirati per questa particolare estetica?
Il progetto Edithmarcel è legato a una precisa estetica di riferimento, che prevede dei punti saldi come le linee nette e geometriche e la pulizia delle forme: sono queste le nostre ispirazioni primarie, ma siamo aperti anche a diversi stimoli e nuove sperimentazioni.

Il vero filo conduttore del brand sembra essere quello di una moda “A-gender”. È una reale opportunità stilistica o rispecchia semplicemente la necessità di comunicare un messaggio?
Per noi la moda “A-gender” racchiude in sé entrambe le intenzioni. Innanzitutto rispecchia la necessità di comunicare un messaggio e un intento: proporre un prodotto che porti a “scegliere di non scegliere”, obiettivo che cerchiamo di perseguire lavorando sulle differenze tra le fisicità maschili e femminili, provando ad attenuarle, e creando qualcosa che sia in grado di incarnare in sé elementi tra loro contrastanti. È un’attitudine che tenta di sorpassare i preconcetti di genere, rispondendo contemporaneamente a esigenze di stile ormai sempre più diffuse. La moda genderless, dal nostro punto di vista, è anche la reale opportunità di sperimentare e riconsiderare precise proporzioni, fondendo la modellistica maschile a quella femminile, come in una vera e propria sfida.

La moda ci ha abituati molto spesso ad associare la realtà di un brand al lavoro di coppie artistiche. Qual è l’essenza del vostro duo?
Per noi lavorare in coppia è vantaggioso in quanto abbiamo due personalità molto diverse, che riescono però a incastrarsi facilmente, e questo ci aiuta nel progetto che vogliamo portare avanti. La complementarietà tra noi si esprime, a livello estetico, nell’unione di elementi differenti ma che si adattano perfettamente al messaggio che vogliamo comunicare.

Edithmarcel, SS 2016

Edithmarcel, SS 2016

Il processo creativo di una collezione è abbastanza articolato. Qual è la fase che vi entusiasma di più?
Sicuramente il lookbook, perché è il primo momento in cui vediamo concretamente e nel complesso il frutto del nostro lavoro.

Secondo voi chi potrebbe incarnare appieno lo stile Edithmarcel?
Crediamo che sia abbastanza prematuro dare una risposta a questa domanda; siamo ancora all’inizio e il nostro è uno stile che si sta plasmando gradualmente. Naturalmente abbiamo una precisa estetica di riferimento, ma noi cresciamo assieme al nostro progetto, continuamente diretto verso nuovi stimoli e sperimentazioni che inevitabilmente influiscono sullo stile di partenza e, di conseguenza, su quello di arrivo.

Avete recentemente preso parte all’ultima edizione del Who Is On Next?, concorso indetto da Vogue Italia e Altaroma, rientrando tra i cinque brand finalisti per la sezione prêt-à-porter. Qual è stato il riscontro ottenuto in seguito alla vostra partecipazione?
Il riscontro è stato decisamente positivo! Il Who Is On Next? è un concorso prestigioso e siamo felicissimi del risultato ottenuto; abbiamo infatti ricevuto diverse proposte per nuovi e stimolanti progetti di cui al momento preferiamo non parlare, unicamente per scaramanzia.

Quale obiettivo vorrebbero raggiungere Andrea e Gianluca da qui ai prossimi anni?
Attualmente siamo portati a guardare a un futuro quanto più prossimo, cioè a presentare al pubblico una collezione che riesca a essere coerente con noi stessi e col messaggio che vorremmo dare. Se dovessimo pensare in grande, il nostro sogno è quello di creare un team completo, che ci supporti nel nostro lavoro.

Marco M. Latorre

http://www.edithmarcel.it

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Marco M. Latorre

Marco M. Latorre

Convintamente siciliano, orgogliosamente di provincia. Nasce a Palermo nel giorno di Santa Rosalia del 1991. Laureato in Scienze Biologiche ma dalla forte propensione per il giornalismo di moda, interesse che lo ha condotto verso collaborazioni con radio, uffici stampa, magazine…

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