Siamo tutti pezzi unici. Il sodalizio tra Gaetano Pesce e Fish Design in mostra a Madrid
Fino al 24 maggio all'Istituto Italiano di Cultura di Madrid un’esposizione curata da Domitilla Dardi ripercorre il dialogo professionale e artistico di Gaetano Pesce con Andrea Corsi esponendo alcune coloratissime esplorazioni materiche in resina

Domitilla Dardi ha affermato che, pensando a questo progetto, le è venuto in mente che nel fiume di parole dette e scritte negli ultimi mesi rispetto all’opera di Gaetano Pesce – l’artista, scultore, designer italiano naturalizzato americano scomparso poco più di un anno fa a ottantacinque anni – mancava proprio un approfondimento sull’importante lavoro fatto con Fish Design e con l’artigiano Andrea Corsi. Un incontro, professionale e umano, che nei primi Anni Duemila ha dato una svolta al lavoro di entrambi: Corsi infatti, scelto come suo custode sulla base di una serie di affinità estetiche e culturali, non è stato e non è solo un esecutore, ma un interprete. Colui, cioè, che ancora oggi, con caparbietà e visione, continua ad aggiungere tasselli a questa storia ricordandoci i due slogan più importanti della collezione: “Chi fa diventa artista” e “Senza nessun ordine”, come inno alla libertà e accettazione delle nostre differenze. Una pratica progettuale in cui la ricerca della bellezza sta nelle forme, nelle proporzioni, negli accostamenti, nella gioia del colore. E, più in generale, nella bellezza dello sperimentare. “Questa collaborazione” commenta Dardi nel testo curatoriale “non definisce un semplice marchio di produzione di pezzi d’autore, bensì un dialogo in cui l’artista consegna al suo interprete uno spartito da suonare ogni volta in maniera differente. Corsi non è l’artigiano che segue pedissequamente un processo, ma il co-autore del processo stesso”.

















Un elogio dell’imperfezione (e della resina) in mostra a Madrid
La mostra-omaggio prodotta dall’Istituto Italiano di Cultura di Madrid, visitabile fino al 24 maggio, celebra lo spirito innovativo di Fish Design, il progetto in auto-produzione creato da Gaetano Pesce a metà degli Anni Novanta, a New York, con l’obiettivo di elevare soprattutto la singolarità e l’unicità umana in contrapposizione all’omologazione e alla standardizzazione. La formula? Usare la resina, un materiale amorfo, capace di trasformarsi in infinite forme e texture.“Un materiale che mi dia delle sorprese, che non sia prevedibile”, come spiegava il grande architetto e designer. “Con un materiale sintetico so da dove parto, ma non dove arrivo”. Scrive ancora Domitilla Dardi: “Esistono maestri del progetto che si identificano con un materiale di elezione. Per Gaetano Pesce è esattamente così: la sua affezione per le materie prime morbide e molli, che richiedono tempo per prendere consistenza, non è solo la scelta di un materiale preferito, ma di un pensiero che lo rappresenta nella sua piena essenza. Pesce sceglie, sin dagli esordi, la mutevolezza delle resine perché sono quelle che meglio interpreteranno un concetto fondamentale nella sua ricerca d’autore, quello dell’imperfezione, del difetto che diviene unicità, del progetto in serie di pezzi unici, che è poi quello degli esseri umani stessi”.

A proposito di Fish Design
Fish Design è il progetto in cui probabilmente Gaetano Pesce, che di sperimentare e andare controcorrente non ha mai avuto paura, ha raggiunto l’apice della sua ricerca, inventando ciò che prima non c’era. Una collezione tra arte e design, che ha rappresentato, e rappresenta tuttora, un caso unico nella storia del design. Oggetti realizzati uno ad uno con un materiale ingovernabile come la resina, frutto della fissazione del gesto e del movimento, della sperimentazione di forme e figure che ritroviamo solo in natura. Una collezione aperta, un mondo di colori, che interpreta, inventa e reinventa le visioni di Pesce, evocando meraviglia in chi li guarda e li usa. Perché l’espressività va ben oltre gli oggetti stessi: sono opere imperfette, che raccontano la storia di chi le ha immaginate, di chi le ha realizzate, di chi le possiede. Un’esperienza, quella di Fish Design, in cui “[…]vengono infrante molte barriere concettuali e procedurali: il pezzo unico o la serie limitata dei multipli d’arte divengono pezzi di una serie infinita, in cui ogni singolo oggetto è unico e diverso, perché la casualità del gesto esecutivo e la miscelazione delle paste colorate è volutamente ingovernabile. Possiamo solo stupirci del risultato diverso, della cangianza della materia, della mutevolezza della variazione. Fish Design nasce come produzione in cui arte e design vivono un dialogo serrato, superando i limiti delle barriere disciplinari e rendendo accessibili al grande pubblico i risultati di pensieri e ricerche corali”.

La mostra-omaggio di Pesce e Fish Design a Madrid
Per amplificare la dimensione immersiva della mostra, nelle sale dell’IIC della capitale spagnola è stata ricostruita anche la dimensione laboratoriale di Fish Design, dove prove e modelli, prototipi e pezzi finiti si mescolano raccontando una storia trentennale che ha ancora moltissimo da dare. Entrare in questo laboratorio del fare e del pensare significa anche guardare a un Made in Italy che non è solo quello delle realtà industriali, ma anche, e soprattutto, quello dell’unione tra attenzione artigianale, ricerca artistica ed esecuzione in serie aperte e replicabili di alta qualità. Una modalità tutta italiana, figlia del dialogo tra competenze tecniche, visioni progettuali e una fortissima determinazione a inventare i mezzi necessari per realizzare quello che prima non esisteva.
Giulia Mura
“FISH DESIGN. Siamo tutti pezzi unici”
Istituto Italiano di Cultura di Madrid (Spagna), Calle Mayor 86, fino al 24 maggio
Orario: dal martedì al sabato dalle ore 12.00 alle ore 20.00
Lunedì e festivi chiusa
Ingresso gratuito
iicmadrid.esteri.it
www.corsidesign.it
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati