Archivi d’Affetto: storie di architetti e designer dimenticati al Circolo del Design di Torino

Il progetto fa scoprire storie e patrimoni di progettisti torinesi a cavallo di diverse discipline. Protagonista del primo episodio la casa-museo in collina a Torino di Laura Castagno e Leonardo Mosso, collaboratore di Alvar Aalto

Architettura come intreccio di arte, design, tecnica, progettazione e vita vissuta. In questa ottica si colloca Archivi d’Affetto, il nuovo progetto del Circolo del Design di Torino, a cura di Maurizio Cilli e Stefano Mirti, che mira a creare una collezione di storie incredibili di progettisti torinesi dimenticati dalla città ma non dal resto del mondo, da raccontare in una mostra in sede e online sul sito dedicato. Il tutto a partire dal 23 marzo. Il famoso detto “Nemo propheta in patria” calza a pennello, per esempio, alla protagonista di questo primo episodio, la coppia di architetti e artisti Leonardo Mosso e Laura Castagno che, nel corso degli Anni Ottanta, ha fondato nella sua grande casa-atelier sulle colline di Torino l’Istituto Alvar Aalto – MAAAD: un luogo poco noto ai torinesi, ricco di materiali preziosi del famoso architetto finlandese, insieme a opere proprie e di altri artisti, designer, architetti amici italiani e internazionali che, grazie a questo progetto, potranno essere visti dal grande pubblico.

ARCHIVI D’AFFETTO DEL CIRCOLO DEL DESIGN

Il Circolo del Design è una “piattaforma permanente per la promozione e lo sviluppo del design territoriale”, nata in occasione del lancio di Torino City of Design 2015, una cinque giorni dedicata alla scoperta e alla valorizzazione di tutte le realtà che, a diverso titolo, concorrevano a fare del capoluogo piemontese un crocevia di sperimentazione tra tecnologia, progetto e cultura. In linea con la sua mission, prende ora vita la prima edizione di Archivi d’Affetto per riportare in luce le storie di architetti e designer che hanno sviluppato percorsi professionali di grande valore, fuori dagli schemi e spesso al confine con l’arte, ma poco valorizzati. E soprattutto i loro archivi, fatti di lasciti materiali e immateriali, conosciuti spesso solo da studiosi e cultori della materia. Come nel caso del MAAAD, Museo dell’Architettura Arti Applicate e Design sulle colline torinesi: dalla difficoltà di rendere pubblica la visita nei suoi ambienti domestici nasce, così, il primo episodio di Archivi d’affetto.

Studio strutture (cr. Vittorio Iandolino)

Studio strutture (cr. Vittorio Iandolino)

IL PRIMO EPISODIO DI ARCHIVI D’AFFETTO DEL CIRCOLO DEL DESIGN

Leonardo Mosso e Laura Castagno sono i protagonisti del primo episodio di Archivi d’Affetto che vuole far emergere figure che hanno tanto da raccontare e patrimoni poco accessibili e fragili, sia dal punto di vista della conservazione che di restituzione al pubblico”, spiega ad Artribune la direttrice del circolo Sara Fortunati. “Nella loro idea questo posto era un centro di ricerca, un luogo di lavoro, una casa d’artista e una casa-museo con un percorso in sale tematiche. Nella realtà, l’apertura al pubblico consiste ancora oggi solo in piccole visite concesse a ricercatori e tesisti. Noi facciamo un’operazione di valorizzazione di soggetti del territorio”. Il primo episodio fa scoprire, così, la storia di lei architetto, artista visiva e studiosa, e di lui architetto, designer, insegnante, storico, fotografo e artista scomparso nel 2019 all’età di 94 anni che, come collaboratore di Alvar Aalto (di cui abbiamo l’unico esempio in Italia di architettura ecclesiastica nel Comune di Grizzana Morandi), entra in possesso di uno straordinario fondo di documenti, libri, opere, disegni, fotografie e oggetti.

Casa Museo. Opere di Laura e strutture di Leonardo (cr. Vittorio Iandolino)

Casa Museo. Opere di Laura e strutture di Leonardo (cr. Vittorio Iandolino)

IL MAAAD, MUSEO DELL’ARCHITETTURA ARTI APPLICATE E DESIGN

Ma in questo luogo incantato nei boschi della collina di Torino – un complesso di cascine 700esche su due piani – tra antichi fienili adattati ad atelier d’artista e stanze padronali non c’è solo Alvar Aalto, ma molto altro. “Loro raccoglievano le opere non nello spirito del collezionismo”, ci racconta Gianfranco Cavaglià, architetto e collaboratore di Mosso, “ma nello spirito di documentare delle espressioni di progettazione”. Di qualsiasi genere e linguaggio: dalla filosofia alla letteratura, dalle arti visive all’architettura, dalla grafica alle arti applicate. Così, nel caos organizzato di questo luogo, si possono trovare lettere autografate di Giò Ponti accanto a una dedica di Max Bill, testi di Adriano Olivetti, mobili della Collezione Gualino (ora in parte alla Reggia di Venaria e in parte alla Galleria Sabauda) e una partitura musicale ispirata alla famosa opera-volante di 400mq di Leonardo Mosso, Nuvola Rossa, pensata negli anni ’70 per la sala del Parlamento in Palazzo Carignano di Torino. Perché, ovviamente, non mancano le opere di questo architetto-artista-ricercatore (per esempio sull’uso dei primi computer per la gestione della forma urbana) di cui alcuni lavori sono stati acquisiti dal Centre Pompidou di Parigi che gli ha dedicato una sala; ma anche uomo di cultura (“agitatore” lo ha definito la compagna Laura Castagno, anche lei presente con moltissime opere essendo la loro casa anche il loro studio): è tra i fondatori, con Maria Adriana Prolo, dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema a Torino nel 1953.

Studio strutture (cr. Vittorio Iandolino)

Studio strutture (cr. Vittorio Iandolino)

ARCHIVI D’AFFETTO: MOSTRA, SITO, DOCUMENTARIO, RESIDENZA D’ARTISTA

Una selezione di questo immenso patrimonio sarà visibile, a partire dal 23 marzo per due mesi, nella mostra al Circolo del Design che prevede anche un fitto calendario di appuntamenti: incontri di approfondimento in chiave divulgativa. E poi il sito, con il graphic design a cura di FIONDA. “Contestualmente inauguriamo la parte digitale di Archivi d’Affetto che raccoglierà tutti gli episodi”, aggiunge Sara Fortunati: “di questo primo capitolo abbiamo già pronto il documentario, a cura dello IED di Torino, con la testimonianza di Laura Castagno e Gianfranco Cavaglià all’interno di questa casa-museo”. In questi giorni di preparazione alla mostra sono ancora in corso le residenze di 4 artisti: “un designer, una critica, una musicista, un fotografo stanno lavorando a opere ispirate alla ricerca di Leonardo e Laura. In questo modo, conclude Fortunati, “questi luoghi dalla struttura fragile potranno rivivere nella reinterpretazione di autori contemporanei”.

Claudia Giraud

https://www.circolodeldesign.it/progetti-culturali/archivi-d-affetto

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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