No, non ci sarà nessun biglietto per vedere la Fontana di Trevi a Roma (solo per avvicinarsi)

La Fontana di Trevi continuerà ad essere perfettamente visibile da tutte le persone di passaggio in piazza. Chi però vorrà scendere nel 'catino' pagherà un piccolo contributo

Hanno titolato così anche i giornali solitamente più accorti e accurati: “Per vedere la Fontana di Trevi ci sarà un biglietto“. Ebbene: non è così. Uno dei più celebri monumenti della Roma del Settecento, costruito da Nicola Salvi come ‘mostra’ dell’Acquedotto Vergine sulla facciata di Palazzo Poli, continuerà ad essere visibile a tutti, gratuitamente.

Il progetto del ticket alla Fontana di Trevi è una “follia”?

Il Comune di Roma già da qualche tempo ha introdotto un numero chiuso per l’accesso alla parte interna della fontana. C’è uno spazio – chiamata ‘catino’ – che sta tra lo specchio d’acqua e la strada; un’area che costituisce una depressione rispetto al piano stradale della piazza. In questa area che permette una vista più ravvicinata del monumento (e permette il lancio delle tradizionali monetine che propiziano un ritorno a Roma in futuro) si può entrare solo in 400 alla volta. Si accede facendo la fila da Via della Stamperia e si esce su Via dei Crociferi. La sperimentazione degli ultimi 12 mesi ha portato risultati buoni nonostante le polemiche: il monumento si fruisce in maniera più ordinata, gli incidenti (tuffi, getti di inchiostro nell’acqua…) si sono azzerati e addirittura è inferiore il caos in piazza visto che le due file regolano la folla in maniera più ottimizzata. Ma del resto a Roma si erano sprecate le polemiche anche per il biglietto a pagamento del Pantheon, una scelta che alla fine si è rivelata fruttuosa e foriera di ottimi introiti per l’erario sempre alla caccia di risorse per coprire i costi esorbitanti di manutenzione del nostro patrimonio.

Un ticket come l’esperienza del Pantheon

Ora si farà lo stesso anche per Fontana di Trevi. Ma visto che si tratta di un monumento all’aperto non sarà di certo coperta da qualche pannello e resa visibile solo a chi paga. Ne, come qualcuno ha pensato, sarà chiuso l’accesso alla piazza. Semplicemente per entrare nello spazio del catino, già oggi regolamentato, verrà trovata la modalità di richiedere un pagamento di 2 euro per ogni visitatore. È la soluzione all’overtourism che flagella questa piazza? No di certo. È un’idea folle come da più parti si è lamentato? Neppure. È una nuova sperimentazione che, dopo il Pantheon, potrebbe funzionare e contribuire a ottenere dai turisti ciò che facciamo fatica a chiedere: un maggiore contributo economico rispetto all’offerta che trovano nelle nostre città d’arte. 

La fruizione di Fontana di Trevi è migliorata

Sono mesi che facciamo questa sperimentazione del numero chiuso, ci sono 8 stuart e va tutto bene. Tra l’altro non ci si può più avvicinare al monumento con gelati, panini e pizze. Era uno schifo e ora è più facile tenere pulito. Tutta la fruizione è più gradevole, c’erano borseggi e caos e sono un ricordo” spiega ad Artribune l’assessore al turismo di Roma Capitale Alessandro Onorato, grande sponsor del ticket d’ingresso. Con il nuovo anno ci saranno due file in entrata, una per i residenti (che non pagheranno nulla, forse anche quelli della provincia), l’altra per i turisti che pagheranno 2€. Le proiezioni sull’incasso sono difficili da fare, ma si prevedono introiti per 20 milioni che farebbero saltare di gioia la Sovrintendenza Capitolina. Insomma nessuna barriera, nessuna “trasformazione del monumento in experience” (signora mia!), solamente il tentativo di dare un pelo di ordine in più al caos e il tentativo di ricavare risorse laddove mancano cronicamente. La fontana resterà visibilissima da tutti dalla piazza (che è anche collocata più in alto), chi vorrà avvicinarsi fino al pelo dell’acqua pagherà un piccolo contributo. 

Massimiliano Tonelli

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Massimiliano Tonelli

Massimiliano Tonelli

È laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Siena. Dal 1999 al 2011 è stato direttore della piattaforma editoriale cartacea e web Exibart. Direttore editoriale del Gambero Rosso dal 2012 al 2021. Ha moderato e preso parte come relatore a…

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