Perché il mondo delle costruzioni partecipa alla Biennale Architettura del 2025?
La ricerca sulle applicazioni dei robot umanoidi nel settore delle costruzioni, portata da Filiera Fondamentale alla Biennale Architettura 2025, è parte di progetto più ampio che include un ciclo di incontri multidisciplinari. A margine del primo, ci siamo fatti raccontare l’iniziativa dal suo curatore Daniele Pittèri

Sentir parlare di formiche come di creature alle quali guardare se si vuole davvero capire il mondo a qualche passo da A Robot’s Dream – aerea installazione di Gramazio Kohler Research, ETH Zurich – MESH e Studio Armin Linke che fa largo all’introduzione dei robot umanoidi nel settore delle costruzioni – può sembrare una sorta di “stridente contrasto” tra epoche e saperi. Eppure è quanto è avvenuto, solo pochi giorni fa, durante l’incontro Artificiale Collettivo alle Corderie dell’Arsenale di Venezia, sede fino al 23 novembre prossimo della 19. Mostra Internazionale di Architettura. In occasione del debutto del ciclo di incontri appositamente promosso per la kermesse lagunare da Fondamentale – La Filiera delle Costruzioni, nel ligneo Speakers’ Corner si sono susseguiti gli speech di cinque esperti. Tra loro, anche il Professore di Zoologia generale, Etoecologia e Sociobiologia dell’Università di Parma Donato A. Grasso: facendo proprio un celebre aforisma dello scrittore e giornalista Tiziano Terzani – “È la mia vecchia teoria: se diventi un esperto di formiche, capisci il mondo” – ha insistito sulla necessità di ribaltare il modo di percepire il piccolo e diffusissimo insetto.

Al via il ciclo di incontri di Fondamentale alla Biennale Architettura 2025
La formica, come noto, possiede eccezionali capacità in termini di autorganizzazione, ma non solo. Dimostra una dose di flessibilità nel misurarsi con mansioni diverse – dentro e fuori i formicai –, da far invidia ai cervelli umani e ai robot come quelli esposti alla Biennale Architettura 2025. Un invito, quello di Grasso, a non sottovalutare mai le formiche e le loro risorse, traendo anzi da loro esempio per quanto possibile. Anche ora, nell’epoca del cambiamento climatico e dell’ascesa dell’AI. Moderato da Sebastiano Maffettone, Direttore dell’Osservatorio Ethos LUISS Business School, Artificiale Collettivo ha adottato l’approccio metodologico dal curatore Carlo Ratti per la “sua” Biennale Architettura: ha riunito voci attive in vari settori disciplinare, e appartenenti a più generazioni, per un’analisi sull’innovazione tecnologia e sulla formazione. Altrettanto incisive sono state le riflessioni del Professore Emerito di Fisica Teorica del Politecnico di Torino, Mario Rasetti, con l’affondo sulla ridotta potenza richiesta al cervello umano per funzionare rispetto a quella necessaria all’intelligenza artificiale, che è “la più grande rivoluzione culturale e antropologica degli ultimi decenni”. Per Giuseppe Italiano, Professore di Computer Science, nonché Direttore Ai4Society all’Università Luiss Guido Carli), il cambio di paradigma al quale assistiamo si sta compiendo a una velocità impressionante e, se si volessero identificare le traiettorie del futuro, andrebbe sempre tenuto in considerazione quanto avviene nel gaming.









L’industria delle costruzioni oggi, tra robotica e sicurezza
Docente di progettazione nel Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica dell’Università degli Studi di Sassari, Antonello Marotta ha spostato l’asse della conversazione su temi più squisitamente architettonici, sottolineando come oggi non sia più possibile pensare a separazioni nette tra naturale e artificiale: a supporto, tra gli esempi presentati, i processi che hanno reso possibili le cattedrali e alcune opere che hanno fatto la storia recente della disciplina, su disegno di UNStudio a Diller Scofidio + Renfro. Per la filosofa e fondatrice di Tlon Maura Gancitano, anche le “tecnologie” che hanno preceduto l’AI, come la scrittura e la lettura, non erano naturali; di fronte allo scenario attuale, occorre conservare lucidità e attenzione per rilevare i rischi connessi con una dimensione che, per certi versi, come uomini abbiamo da sempre desiderato. Le conclusioni sono state quindi affidate a Luigi Serio, che insegna Economia delle imprese all’Università di Milano, e alla presidente di Formedil Elena Lovera (con le realtà che formano l’unione di Fondamentale – La Filiera delle Costruzioni e Sanedil, Formedil è una delle sigle che sta prendendo parte alla Biennale Architettura 2025 con tre installazioni in mostra, il ciclo di incontri appena avviato e un progetto di ricerca in autunno). Tale partecipazione, ha spiegato Lovera ad Artribune, è “senza precedenti ma necessaria. Riflette la volontà dell’intero comparto di aprirsi, per non essere governati dal cambiamento, ma governarlo. Dobbiamo capirlo e studiarlo, per poter continuare a essere progettisti e realizzatori, esecutori. In particolare, come Formidil, realizziamo percorsi di studio professionali e trasversali: bisogna uscire dal paradigma di pensare all’edilizia come muratura. Attraverso le nuove tecnologie, ci aspettiamo anche notevoli miglioramenti in termini di sicurezza sul lavoro”.

Daniele Pitteri e il CONSTRUCTION FUTURES Research Lab
Su questo debutto del mondo delle costruzioni alla Biennale Architettura di Venezia abbiamo, infine, dialogato con Daniele Pitteri, che per Filiera Fondamentale cura il ciclo di incontri veneziano. Si tratta di un comparto, spiega, “molto articolato e sfaccettato al proprio interno. Le competenze necessarie sono tantissime, si passa dall’altissimo artigianato alle più avanzate tecnologie applicate agli edifici o alle grandi infrastrutture come ad esempio i ponti, le dighe, etc.. Quindi innanzitutto stiamo parlando di un settore caratterizzato, per sua natura, da una compresenza di saperi diversissimi. A questo si aggiunga che da un lato negli ultimi anni la sperimentazione legata ai nuovi materiali o alle tecnologie connesse alla sostenibilità ha subito un’accelerazione straordinaria e dall’altro ha iniziato a maturare, in maniera crescente, all’interno del settore un’attenzione ai temi ambientali, al consumo di suolo, alla sicurezza antisismica, al monitoraggio delle grandi opere”. Evoluzioni che hanno aperto la strada all’innovazione e all’indagine sul futuro. Di conseguenza, prosegue Pitteri, “l’incontro con l’edizione della Biennale Architettura curata da Carlo Ratti è stato quasi naturale, se pensiamo alle premesse che la hanno ispirata – “Quando le conoscenze e i sistemi che hanno guidato a lungo la nostra comprensione cominciano a fallire, sono necessarie nuove forme di pensiero” – e al titolo, che fonde assieme intelligenze diverse e comunità”.

Tra architettura e costruzioni non esistono distanze
Sollecitato sulla distanza fra la disciplina e la ricerca architettonica e il settore costruttivo, Pitteri non ha dubbi: “Non esiste. Semmai c’è una percezione sbagliata del settore costruzioni, che nel nostro Paese è ancora percepito come arretrato e popolato da squali e palazzinari. Ma non è così. E basta a testimoniarlo il fatto che le imprese italiane sono in grado di concretizzare in straordinarie opere fisiche i progetti architettonici più avveniristici o che i costruttori siano in prima fila nei processi di rigenerazione urbana”. E, con diretto riferimento al titolo-tema della Biennale Architettura 2025, Pitteri osserva ancora che “le costruzioni sono il settore dell’attività umana in cui da sempre convergono saperi e intelligenze diverse, in un costante rapporto con la comunità: l’intelligenza naturale, che è quella che consente di ideare ed applicare dei modi per progettare e poi per costruire; l’intelligenza tecnologica, che ha consentito di costruire millenni fa opere straordinarie come le piramidi o i templi antichi e che è ovviamente l’humus di cui si nutre oggi l’intelligenza artificiale. E infine l’intelligenza collettiva, basta pensare ai cantieri delle grandi cattedrali gotiche, un incontro di intelligenze e saperi diversissimi e per lo più ‘anonimi’. Qualcuno ricorda il nome di un architetto che ha progettato una cattedrale gotica?”.

Da settembre 4 incontri alla Biennale Architettura 2025 sulle intelligenze
Il ciclo curato da Pitteri tornerà il 25 settembre, con il primo di altri quattro incontri. La ripresa sarà affidata a “una grande tematica, ovvero Naturale / Artificiale dove ci occuperemo del rapporto fra questi due tipi di intelligenza assieme a Giorgio Vallirtogara, che è un etologo, a Cesare Sangiorgi, che è un grande esperto di materiali, riciclo e riuso, e Mosé Ricci, professore di architettura che da anni si occupa di rigenerazione urbana e di nuovi sistemi urbani e ad altri” anticipa. Il 16 ottobre sarà quindi la volta di “Le intelligenze per governare le città, in cui ci occuperemo di adattamento urbano, adattività sociale, inclusività, robotica e servizi urbani assieme a sociologi, progettisti, esperti del terzo settore”. Ultimi atti il 5 e il 21 novembre, quando sotto i riflettori ci sarà “il Rapporto Uomo-Macchina in chiave collaborativa, in chiave etica, in chiave affettiva con naturalmente uno sguardo attentissimo al mondo del lavoro e delle “intelligenze al servizio del patrimonio”, pensando sia al patrimonio culturale che a quello architettonico e fisico delle nostre città” precisa Pitteri. Alle Corderie confluiranno, ancora una volta, dunque esperti provenienti da diversi settori: dall’arte all’ingegneria, dalla letteratura alla pedagogia. Nel complesso questo progetto curatoriale è stato preceduto da “molte riunioni per identificare le tematiche che potevano essere di interesse di tutti; assieme al Laboratorio Ethos diretto dal prof. Maffettone le abbiamo sintetizzate e poi abbiamo adottato delle modalità differenti per trattarle, quindi per costruire il programma, usando la filosofia, l’economia, la zoologia, l’etica e non solo l’ingegneria, la ricerca e l’architettura” conclude Pitteri.
Valentina Silvestrini
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