Nasce un nuovo museo a Pisa. Al via la realizzazione del Museo delle Antichità in Piazza dei Miracoli
Nel sito UNESCO della città di Pisa prendono il via i lavori per il nuovo museo che riunirà reperti di epoca greca, romana, e non solo. Il polo porterà la firma dello studio Guicciardini & Magni Architetti, sotto la direzione scientifica di Salvatore Settis

Restituire al pubblico una raccolta che riunisce reperti egizi, etruschi, greci e romani: questo è l’obiettivo del Museo delle Antichità che aprirà le sue porte al pubblico nel 2027 in Piazza dei Miracoli a Pisa. Si tratta di un progetto espositivo volto a dare una nuova narrazione fondata sul reimpiego di manufatti e testimonianze – originariamente destinati alla vita quotidiana, al culto o alla sepoltura – che nel corso dei secoli sono stati rielaborati e reinterpretati dalle civiltà, creando un dialogo tra diverse culture. A firmare il riallestimento del nuovo polo è lo studio di Firenze Guicciardini & Magni Architetti, sotto la direzione scientifica di Salvatore Settis.







Il Museo delle Antichità in Piazza dei Miracoli a Pisa
Con oltre 3.700 metri quadrati espositivi – di cui 3.200 all’interno del Camposanto Monumentale e 550 di nuova realizzazione in spazi attigui al Camposanto stesso, lato nord ovest – il museo si articolerà in un percorso che intreccerà itinerari già esistenti e nuovi ambienti espositivi. I sarcofagi attualmente visibili nel Camposanto non verranno spostati, ma inseriti in modo organico nella narrazione del nuovo museo, come parte integrante di un allestimento che ne valorizzerà il significato storico, religioso e artistico.

Lo studio Guicciardini firma l’allestimento del Museo delle Antichità a Pisa
L’allestimento curato dallo studio di architetti fiorentino darà forma all’idea di Salvatore Settis, secondo la quale i reperti saranno presentati non solo come testimonianze storico artistiche, ma come strumenti della vita quotidiana, espressione concreta del dialogo tra forma e funzione. Un racconto che affonda le radici nell’identità mediterranea e restituisce a Pisa il suo ruolo storico di potenza marinara e crocevia di culture.
“Come in tutti i musei che progettiamo, il percorso viene valorizzato dalla architettura che lo genera, quella storica del monumento e quella moderna degli interventi che a essa vanno ora a sovrapporsi”, spiega il team dello studio Guicciardini & Magni Architetti. “Nel soffitto della sala museale si riapre un lucernario velato che copre le strutture della copertura, ma lascia trasparire i dati dell’istante, della situazione atmosferica nella quale il museo è immerso. Una nuvola di passaggio, il variare della luce, il fluire dei momenti climatici creano situazioni instabili che rafforzano e precisano la lettura delle opere nel tempo dell’oggi, il tempo al quale appartengono simultaneamente le opere e gli stessi visitatori. Parte dell’esperienza della visita dipende proprio dal legame con il luogo, il Camposanto di Pisa e la sua collocazione a fianco delle solide mura urbane, delle quali si valorizzano alcuni tratti proprio all’interno della camera espositiva museale”.
Il Museo delle Antichità a Pisa: una restituzione culturale e civile
“Con il Museo delle Antichità l’Opera della Primaziale compie un gesto di restituzione culturale e civile: un patrimonio raccolto e custodito per secoli, in parte già accessibile, viene ora reso pienamente fruibile e riorganizzato secondo un progetto unitario di valorizzazione”, sottolinea Andrea Maestrelli, Presidente dell’Opera. “Un modo concreto per far crescere la qualità e la profondità dell’esperienza in Piazza dei Miracoli, che da inizio 2027 si arricchirà di questo nuovo luogo da esplorare, conoscere e vivere”.

Parola all’archeologo e storico dell’arte Salvatore Settis
“Il nuovo Museo delle Antichità nasce da un’idea precisa: raccontare non solo il valore artistico e archeologico delle opere, ma la loro lunga vita, il modo in cui sono state riutilizzate, reinterpretate in epoche diverse: si tratterà di una narrazione incentrata sulle modalità del reimpiego e sul suo significato. Ogni pezzo, che si tratti di un sarcofago, un fregio o un frammento architettonico, porta con sé le tracce di una storia che si è stratificata nel tempo: testimonianza di come civiltà diverse abbiano saputo reinterpretare, riutilizzare o semplicemente integrare il passato nella propria visione del mondo”, spiega ad Artribune il responsabile scientifico del progetto, il professor Salvatore Settis. “Pisa, in questo senso, ha avuto un ruolo particolarmente rilevante. Grazie alla sua potenza marinara e alla sua fitta rete di scambi commerciali e culturali, la città ha saputo recuperare e accogliere reperti di grande pregio, molti dei quali provenienti direttamente da Roma. Non è un caso se nel cantiere del Duomo furono reimpiegati materiali antichi di eccezionale qualità: Pisa, nel Medioevo, giunse a concepire se stessa come una “seconda Roma”, non solo per ambizione politica, ma per la densità simbolica e monumentale dei suoi edifici sacri. Questo museo cercherà di restituire quella visione e renderla accessibile al pubblico contemporaneo, attraverso un allestimento che coniugherà rigore scientifico e chiarezza narrativa”.
Valentina Muzi
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