Vivere, lavorare e innovare nell’area Expo Milano 2015: ecco West Gate

Sviluppato per 300mila mq, il progetto del West Gate di MIND - Milano Innovation District si basa sul masterplan elaborato dalla squadra guidata da Mario Cucinella Architects. I primi cinque lotti del complesso sono attesi entro la fine del 2024: previsti appartamenti, hotel, uffici, il “mobility hub” MoLo e l’Innovation Hub.

Milano continua a rinnovarsi e per farlo chiama a raccolta alcune delle principali società di progettazione italiane. Nell’area dove sette anni fa il mondo si dava appuntamento per quella che sarebbe stata l’ultima esposizione universale pre-pandemica, entro il 2032 dovrebbe prendere forma il distretto dell’innovazione voluto e sostenuto da Lendlease, gruppo internazionale di real estate, infrastrutture e rigenerazione di aree urbane che dispone di una concessione di 99 anni per lo sviluppo privato dell’area. In questi giorni, in particolare, l’attenzione si sta concentrando sulla porzione ovest del cosiddetto MIND – Milano Innovation District, il cui masterplan è stato elaborato dalla cordata formata da MCA – Mario Cucinella Architects, Land, Systematica, ARUP.

COME SARÀ WEST GATE DA MIND – MILANO INNOVATION DISTRICT

Dalla marcata vocazione multifunzionale, quest’area di 300mila mq eredita a livello di impianto le assialità distintive di Expo Milano 2015 (fondate, come noto, sul modello del cardo e decumano) e introduce una visione basata sullo “spazio di 10 metri”. Un parametro numerico che tiene conto dell’effettiva capacità individuale di percezione spaziale, ovvero di “quello che il nostro corpo percepisce da vicino”. Nel nascente ecosistema urbano priorità al verde e alla mobilità lenta (in un’ambiziosa ottica car-free) e sforzo congiunto da parte di tutti i soggetti impegnati sui diversi fronti della progettazione architettonica a “rompere il confine tra spazi interni e spazi esterni”, contribuendo con varie strategie alla riduzione delle emissioni di carbonio e di CO2 per l’intero ciclo di vita dei singoli edifici previsti. Il masterplan si basa su quattro pilastri funzionali, fra loro interconnessi: spazio per lavorare e generare innovazione; spazio della cura; spazio per muoversi; spazio dell’abitare, quest’ultimo soddisfatto dalle 400 residenze per le quali lo studio Peluffo & Partners ha guardato alla dimensione abitativa milanese degli anni Cinquanta e all’astrattismo comasco. Elemento di connessione dell’intero impianto sarà il Common Ground, aspetto cardine di un’espansione urbana “attraversata da parchi e giardini, con una cintura blu di acqua che unisce e non divide la città vicina”. Di seguito, una panoramica dei principali interventi attesi entro il prossimo biennio.

-Valentina Silvestrini

https://mindwestgate.it/

L’INNOVATION HUB DI OBR PAOLO BRESCIA E TOMMASO PRINCIPI

© 2022 OBR Open Building Research S.r.l.

© 2022 OBR Open Building Research S.r.l.

Ribattezzato “il baluardo e il cuore pulsante del distretto dell’innovazione”, l’Innovation Hub di MIND è stato disegnato dagli architetti Paolo Brescia e Tommaso Principi, fondatori di OBR. Volumetricamente si presenta come un cubo di 36 metri di lato, con due colonnati a tutta altezza che affacciano su altrettante piazze pubbliche del distretto: la Gateway Square, a ovest, e la Central Piazza, verso est. Una peculiarità compositiva per quale i progettisti hanno evocato la figura di Giano bifronte. Sormontato da una terrazza panoramica, a sua volta coronata da 1000mq di pannelli fotovoltaici, l’edificio riunirà una serie di funzioni pubbliche: al suo interno si svolgeranno attività educative, creative, culturali e di ricerca; previsti anche un’area commerciale, uffici e spazi per il co-working. Fra gli aspetti peculiari di questa architettura, rientra la struttura lignea progettata secondo il metodo DFMA Design for Manifacturing and Assembly e concepita per “liberare gli spazi interni da qualsiasi vincolo strutturale e impiantistico”, in un’ottica di massima flessibilità. Nelle parole di Paolo Brescia, l’hub “non è un edificio, ma un condensatore di relazioni. Non organizza, ma crea opportunità. Non serve, ma consente. Non è un risultato, ma un processo. Non ha a che fare con l’immagine, ma con il contenuto.”

ZENITH E HORIZON DI PIUARCH e WAUGH THISTLETON ARCHITECTS

Piuarch MIND West gate Zenith ©Piuarch

Piuarch MIND West gate Zenith ©Piuarch

I due edifici per uffici Zenith, annunciato come “l’edificio in legno più alto d’Italia”, e Horizon, sono stati progettati insieme dagli studi Piuarch e Waugh Thistleton Architects, realtà anglosassone specializzata nella progettazione di edifici alti in legno, il materiale “carbon neutral” per eccellenza. Zenith, in particolare, avrà un’altezza di 56 metri, distribuiti in 13 piani fuori terra: in coerenza con il “concetto guida” di Common Ground, disporrà nel pianoterra di spazi pubblici, con servizi a disposizione anche chi non lavorerà all’interno. Così facendo su punta a perseguire l’obiettivo della “continuità spaziale tra esterno ed interno, fra pubblico e privato, generatrice di socialità, incontro, relazione”, come precisato da Monica Tricario, founding Partner di Piuarch. Per Francesco Fresa, uno dei quattro fondatori dello studio, Zenith si qualifica come “un’architettura sobria e lineare, ispirata agli edifici anni ’50 e ’60 del contesto milanese, che hanno nella loro modernità e nella loro sobrietà aspetti che ancora oggi ci affascinano particolarmente”. Anche in questo caso, in continuità con la metodologia progettuale adottata per l’intero complesso, è stata impiegata la tecnica DfMA – Design for Manifacture and Assembly, finalizzata alla riduzione della complessità delle operazioni di progettazione, produzione e assemblaggio.

MIGLIORE+SERVETTO PER L’ART DIRECTION DEL COMMON GROUND

MIND Mind Flow Migliore+Servetto © Crediti di Gianluca Di Ioia, courtesy Migliore+Servetto

MIND Mind Flow Migliore+Servetto © Crediti di Gianluca Di Ioia, courtesy Migliore+Servetto

Non solo nuove architetture. L’attenzione che Lendlease intende riversare nelle aree pubbliche di MIND – Milano Innovation District viene confermata dalla scelta di affidare a Migliore+Servetto l’art direction di tutti gli interventi urbani nel Common Ground. Un’unica e coerente regia, dunque, per le installazioni, gli arredi e gli elementi grafici che andranno a costituire l’identità e l’immagine del distretto multifunzionale già durante la lunga fase dei lavori. Ad anticipare questa strategica operazione è stata la realizzazione di MIND Flow, che ha esordito in primavera: lunga 1.8 km per 15.000 mq, l’opera di street painting accompagna i visitatori dall’uscita della metropolitana fino all’Albero della Vita, che su simbolo di Expo Milano 2015. Distribuito in sette tappeti pittorici, l’intervento ribadisce in lettering i valori fondativi di MIND – da “the human ecosystem” a “the green & blue infrastructure”.

MOLO DI MAD ARCHITECTS, ARCHITETTO ANDREA NONNI, OPEN PROJECT SRL E PROGECA SRL

MWG MOLO © MAD architects, Andrea Nonni, Open Project e Progeca

MWG MOLO © MAD architects, Andrea Nonni, Open Project e Progeca

MIND – Milano Innovation District, inoltre, disporrà anche di un Mobility and Logistic hub, al secolo MoLo: sarà una “architettura-infrastruttura” e occuperà il lotto nel quale venne eretto il Padiglione Zero disegnato da Michele De Lucchi. Progettato da MAD architects, dall’architetto Andrea Nonni, Open Project srl e Progeca srl, si preannuncia come una delle strutture funzionali essenziali per la gestione quotidiana del distretto, poiché agirà contemporaneamente da “snodo e approdo”, oltre a divenire l’elemento di ricucitura fra i comuni di Milano e Rho. Con una superficie esterna lorda di circa 68.800 mq, metterà a servizio della comunità dei cosiddetti “minders” (le aspettative sono di superare quota 60mila utenti di MIND nell’arco di un decennio) un parcheggio multipiano da 1500 posti auto, decine di posti-bici, l’energy center (ovvero la centrale impiantistica per l’intero West Gate), un supermercato, uffici e laboratori. Dal punto di vista strutturale, MoLo si caratterizza per un impianto basato su un telaio prefabbricato in calcestruzzo; tutte le componenti impiantistiche e l’impianto fotovoltaico di 8mila mq saranno posizionate in copertura. Significativa e diffusa fino al coronamento sarà la presenza del verde, mentre a “spezzare” l’orizzontalità della facciata (170 metri di lunghezza e 50 metri di larghezza) contribuirà anche una monumentale scala metallica, che dal livello terra consentirà di raggiungere l’ultimo piano.

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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