Completato il nuovo auditorium del Teatro del Maggio Fiorentino progettato da ABDR

Dopo 900 giorni di lavori (700 durante la pandemia), a Firenze Mattarella ha tenuto a battesimo la Sala Zubin Mehta. Rivestita da pannelli in ekumè e con 1100 posti, è altamente versatile: potrà funzionare come auditorium concertistico, teatro dell’opera, sala conferenze, sala musica da camera.

È una Firenze diversa quella in cui, a dieci anni esatti dall’inaugurazione del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino (e dalla contemporanea uscita dell’Edizione Straordinaria di Artribune dedicata al progetto), si alza il sipario della sala intitolata al direttore d’orchestra Zubin Mehta. Il nuovo auditorium del capoluogo toscano, parte integrante del polo musicale progettato dallo studio ABDR Architetti Associati a due passi dal Parco delle Cascine, arriva infatti a compimento in una fase storica segnata dalle angosce pandemiche, le cui ombre lunghe offuscano l’agognata ripresa degli spettacoli dal vivo. In un certo senso, anche (l’apprezzatissima) presenza di Sergio Mattarella al primo dei tre eventi inaugurali – il Capo dello Stato ha scelto Firenze per l’ultima uscita pubblica (fuori Roma) del proprio settennato – contribuisce a evocare quel clima di disorientamento e incertezza del futuro che attraversa la città e il Paese. “Eppure la pandemia non è riuscita a piegarci”, rivendica il sindaco Nardella, indicando la fine del 2022 per la definitiva ultimazione del complesso del Maggio Musicale Fiorentino, di proprietà comunale. All’appello mancano ancora il completamento dei ponti mobili destinati al palcoscenico della sala lirica, l’apertura dei ristoranti e del parcheggio interrato. Ma, intanto, celebrare il decennale con la Sala Zubin Mehta “pronta e operativa” non sembra essere un fatto scontato.

Sala Zubin Mehta, Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Firenze. Photo Valentina Silvestrini

Sala Zubin Mehta, Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Firenze. Photo Valentina Silvestrini

TEATRO DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO: UN AUDITORIUM SENZA PRECEDENTI PER L’ITALIA

Ben 700 dei 900 giorni del cantiere si sono svolti durante l’emergenza epidemiologica, oltre che in parallelo alle attività della Fondazione teatrale, ovvero senza comportare la chiusura della sede. Il risultato del lavoro congiunto dei progettisti dello studio romano, dei tecnici delle Belle Arti dell’amministrazione fiorentina, diretti da Giorgio Caselli, di tutte le maestranze e le imprese coinvolte, a cominciare da SAC s.p.a. che già si era occupata della costruzione del MAXXI, ha portato alla realizzazione di un auditorium da 1100 posti, versatile e acusticamente ineccepibile. In coerenza con la sala lirica del Maggio, anche in questo caso, “le forme sono state pensate per assicurare l’eccellenza sul piano della risposta acustica”, racconta l’architetto Desideri di ABDR. “Raggiungere parametri di eccellenza prestazionale che difficilmente possiamo riscontrare tutti assieme concentrati in analoghe strutture”, chiarisce il progettista, indicando così uno dei tre obiettivi dell’iter progettuale. Significativo, in questo senso, il contribuito l’ingegnere acustico tedesco Jürgen Reinhold, che lega il proprio nome a decine di interventi di progettazione acustica su scala internazionale, compresi il Parco della Musica di Roma e l’Auditorium del Parco a L’Aquila, entrambi con RPWB – Renzo Piano Building Workshop.

Sala Zubin Mehta, Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Firenze. Photo Valentina Silvestrini

Sala Zubin Mehta, Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Firenze. Photo Valentina Silvestrini

TEATRO DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO: LA FLESSIBITÀ DI UTILIZZO DELLA SALA

A decretare l’unicità, almeno per l’Italia, della Sala è inoltre la volontà di perseguire un “secondo parametro di eccellenza prestazionale, ovvero la flessibilità di utilizzo”, prosegue il co-autore della Nuova Stazione di Alta Velocità Roma Tiburtina. In questo auditorium, infatti, “il palcoscenico si trasforma in buca dell’orchestra, dall’alto è possibile far calare sipario e arlecchino, lo spazio del Coro può trasformarsi in spazio per il pubblico”, così da renderlo potenzialmente utilizzato anche da istituzioni culturali esterne, che qui potranno organizzare conferenze e concerti. Terza, ma non ultima, la “sfida ambientale”, che ha comportato l’utilizzo di materiali “tutti ambientalmente sostenibili a partire dai grandi pannelli di legno ekumè, utilizzati in alternanza con rivestimenti tessili ed ecotinteggiature”, precisa Desideri.

Sala Zubin Mehta, Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Firenze. Photo Valentina Silvestrini

TEATRO DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO: TUTTA L’ARTE E IL DESIGN DELLA SALA ZUBIN METHA

Con l’apertura della Sala Zubin Metha il Teatro del Maggio modifica i propri spazi già dal “colpo d’occhio” all’ingresso. L’eliminazione delle pannellature che definivano l’area di cantiere immette gli ospiti in un foyer più ampio e luminoso, intitolato alla filantropa italo americana Maria Manetti Shrem, cui si deve una recente generosa donazione. Infine, a riannodare i fili della memoria con (l’abbattuto) Teatro Comunale, ex casa del Maggio, sono gli apparati illuminotecnici d’autore e le opere d’arte. Nella “nuova ala” sono stati infatti ricollocati i monumentali lampadari e le grandi plafoniere in poliedri di vetro di Venini disegnati da Carlo Scarpa; riallestiti anche i sette bassorilievi di Bruno Innocenti, oggetto di restauro, l’affresco di Gianni Vagnetti e i mascheroni di Mario Moschi.

-Valentina Silvestrini

https://www.maggiofiorentino.com/

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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