L’architettura di Go Hasegawa. Dal Giappone a Chicago

Tradizione e contemporaneità si mescolano nello stile adottato da Go Hasegawa, che sembra destinato a lasciare un segno nella storia dell’architettura recente. Grazie a un approccio in cui convivono elementi naturali e urbani.

Chi ha visitato The Japanese House. Architettura e vita dal 1945 a oggi – mostra sulla casa giapponese ospitata al Maxxi di Roma e poi al Barbican Centre di Londra – forse ricorderà, tra i cubi bianchi della Moriyama House di Ryue Nishizawa e le scatole vetrate di House Na di Sou Fujimoto, una piccola casa con copertura a falde. Solo apparentemente convenzionale, a un’osservazione più attenta House in Kyodo rivelava due livelli di altezze differenti, un tetto argenteo in grado di riflettere la natura circostante e pannelli perimetrali scorrevoli.
Autore di questa raffinata interpretazione della tradizionale casa giapponese a due piani, il 39enne Go Hasegawa. Attento osservatore del complesso tessuto urbano delle metropoli giapponesi, il talento di Seitama ne prende a modello l’architettura, manipolando tipologie e parti elementari che la compongono. Così il patio nella House in Sakuradai è progettato come un enorme tavolo su cui affacciano tutti gli ambienti dell’abitazione; nella casa vacanza Pilotis in a Forest è una piattaforma circondata da pareti di alberi; nella torre di appartamenti della centralissima prefettura di Okachimachi, un vuoto dalla forma irregolare che attraversa gli otto livelli del complesso.

Go Hasegawa & Associates, Chapel in Guastalla. Photo © Stefano Graziani

Go Hasegawa & Associates, Chapel in Guastalla. Photo © Stefano Graziani

RIATTIVARE IL TERRITORIO

Abitazioni dal design essenziale che generano molteplici relazioni fra i singoli ambienti, gli abitanti, il contesto. Al punto da poter diventare dispositivi di riattivazione di un territorio, come la Cedar House realizzata lo scorso anno in collaborazione con Airbnb, ibrido fra casa vacanza e community centre nell’impoverito centro rurale di Yoshino. Un successo mediatico che, insieme alla piccola cappella in marmo realizzata nello stesso periodo a Guastalla, ha fatto conoscere l’architetto giapponese anche a un pubblico internazionale.
Trend che promette di non fermarsi, a giudicare dalla sua agenda. Visiting Professor a Harvard, dove indaga una versione contemporanea della tipica Triple Decker House bostoniana, Hasegawa fino al 15 ottobre è co-protagonista con lo studio belga Office Kgdvs di una mostra al Canadian Centre for Architecture di Montréal. Quindi, a settembre parteciperà alla seconda edizione della Chicago Architecture Biennial. Proprio quando è previsto l’inizio dei lavori per la torre osservatorio nella tenuta di Boisbuchet in Francia.
Nel (poco) tempo libero, lo troverete in giro per i quartieri residenziali di una di queste città, a studiarne l’architettura e a osservarne la vitalità. È il suo passatempo preferito.

Marta Atzeni

www.ghaa.co.jp

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #36

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Marta Atzeni

Marta Atzeni

Interessata alle intersezioni fra l'architettura e le arti, si è laureata in Architettura presso l’Università degli Studi Roma Tre con una tesi teorica sui contemporanei sviluppi delle collaborazioni fra artisti e architetti. Collabora con l’AIAC nell’organizzazione di eventi, mostre e…

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