Nuovi musei. Nel 2019 a New York aprirà The Shed. Immagini e video

Promette di essere l’edificio culturale più flessibile su scala globale. Diller Scofidio + Renfro, a ridosso della “loro” High Line, stanno costruendo una struttura capace di incrementare, all’occorrenza, il proprio volume. Con un guscio esterno che si muove, tramite carrelli, su binari.

I nostalgici delle visionarie architetture del secolo scorso – una su tutte, il Fun Palace di Cedric Price, prototipo basato sul principio della trasformabilità e sul contributo attivo degli utenti nella gestione dello spazio -, non potranno restare indifferenti di fronte alle immagini del nascente The Shed. Progettato da Diller Scofidio + Renfro, in collaborazione con Rockwell Group, l’edificio assorbe, esalta e trasferisce nel denso tessuto urbano neyworkese quello slancio verso la massima elasticità spaziale teorizzato dall’architetto britannico negli anni Sessanta. Rimasto, nonostante gli sforzi, irrealizzato, il Fun Palace non ha mai smesso di riversare la propria carica innovatrice su intere generazioni di architetti. Un’influenza che, tra gli altri esempi, ha raggiunto evidenza nel Centre Pompidou di Parigi e che, in un paio di anni, troverà un’ulteriore declinazione a New York. Stando alle previsioni, infatti, nella primavera 2019 entrerà in funzione TheShed. Questa struttura, unica nel suo genere, è stata concepita per essere altamente adattabile: si compone di un edificio principale eccezionalmente provvisto di un guscio esterno mobile. Tale porzione, all’occorrenza, può spostarsi lungo dei binari fino a occupare la piazza antistante l’edificio. Scorrendo su ruote, il guscio si renderà autonomo dalla struttura fissa, dando vita una sala coperta aggiuntiva per spettacoli dal vivo o altri eventi. La costruzione “immobile”, nei suoi otto livelli, disporrà di gallerie espositive, di un laboratorio creativo e di un teatro con 500 posti, anch’esso in grado di accogliere eventuali suddivisioni per specifiche esigenze. Il meccanismo di funzionamento di The Shed e la sua notevole versatilità vengono chiariti nel video che vi presentiamo; nella seconda parte si fa luce anche sulle dotazioni del soffitto del guscio mobile, appositamente attrezzato.

Shed Fly Through Animation from The Shed on Vimeo.

DOVE LA HIGH LINE INCONTRA HUDSON YARDS

Il telaio in acciaio del gusto sarà rivestito con pannelli in ETFE traslucido, un polimero capace di assicurare ottime prestazioni anche a livello di isolamento. Cinque i minuti necessari per conseguire la massima apertura. Gestito secondo sistemi analoghi a quelli delle infrastrutture ferroviarie, il gusto si sposterà a una velocità massima di un quarto di miglio all’ora, tramite carrelli con ruote che scorreranno su binari. “È emozionante far parte di questo coraggioso progetto che sta reinventando tutte le regole“, ha dichiarato l’architetto Elizabeth Diller, sottolineando come l’opportunità di progettare un edificio destinato ad accogliere tutti i linguaggi artistici abbia imposto all’intero team di ragionare sui prossimi scenari. “Come sarà l’arte nei prossimi 10 anni? Tra 20 anni e oltre? La risposta, semplicemente, era che non sapevamo. Tutto quello di cui possiamo essere certi è che ci sarà necessità di spazi adattabili, con altezze, dimensioni, capacità di carico strutturale e approvvigionamento di energia elettrica sempre diversi.” Una riflessione che ha condotto verso un unico e ambizioso approdo: The solution was, an architecture of infrastructure”.

75 MILIONI DI DOLLARI DONATI DA BLOOMBERG PHILANTHROPIES

A riaccendere i riflettori sulla costruzione di The Shed – intrapresa nel 2015, a partire da un progetto redatto del biennio 2007/2008 – , è stato il recente annuncio di una nuova – considerevole – donazione a favore dell’ “impresa”. Lo scorso 24 maggio, infatti, Bloomberg Philantropies ha aggiunto 60 milioni di dollari ai 15 già investiti nel 2012. Sale così a quota 421 milioni di dollari – su 500 attesi – la campagna di raccolta fondi. Un risultato conseguito in un momento epico della costruzione: proprio nel mese di maggio 2017, infatti, sono state ultimate le strutture in acciaio previste. Ad Alex Poot è stata affidata la direzione di The Shed; il programma artistico è già iniziato con un progetto di residenze di danza; Lawrence Weiner realizzerà la prima opera d’arte commissionata dalla nuova istituzione. La realizzazione di The Shed andrà ad amplificare i risultati dell’ambizioso piano di sviluppo immobiliare, sostenuto dalla municipalità newyorkese, Hudson Yards. Nell’operazione rientrano aree verdi, l’edificazione di otto complessi a uso misto, con uffici, nuove residenze, attività commerciali, e anche l’osteggiata torre-scultura Vessel, progettata da Thomas Heatherwich. Intrapresa appena un mese fa, la costruzione di questa mastodontica struttura, dovrebbe essere ultimata già entro l’anno. Alla sua apertura, nell’autunno 2018, dovrebbe fare seguito, dopo pochi mesi, l’inaugurazione di The Shed. I due nuovi landmark, assieme alla piazza e ai giardini di Hudson Yards, andranno così a potenziare gli spazi pubblici urbani, configurando uno scenario senza precedenti.

-Valentina Silvestrini

http://theshed.org/
http://www.dsrny.com/

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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