Viaggio a Porto. Fra crisi e opportunità
Reduce dal terribile tracollo economico che ha colpito l’Europa meridionale negli ultimi anni, la città portoghese non si perde d’animo e punta su originali modalità per innescare nuove dinamiche turistiche. Ne è un esempio The Worst Tours, l’agenzia ideata da tre architetti che non vogliono abbandonare la nave.
THE WORST TOUR IN PORTO
“Portate scarpe comode. Portate un ombrello. Portate un biglietto blu del trasporto pubblico. Portate un amico. Portate un maglione. Portate una macchina fotografica. Oppure non portate nulla”. La portoghese “The Worst Tours”, una “low rated tours agency” nata nel 2012, garantisce ai viaggiatori in visita a Porto esattamente quanto il suo nome lascia intendere: e voi, sareste disposti a misurarvi con il peggior tour della vostra vita? Con un centro storico Patrimonio Unesco dal 1996, la seconda città del Portogallo per numero di abitanti, subito dopo la capitale Lisbona, è una delle destinazioni simbolo per comprendere cosa abbia rappresentato la crisi economica per l’Europa meridionale. A partire dal 2008, la disoccupazione a Porto ha consumato a tal punto le speranze e le opportunità da spingere oltre 60.000 persone ad andarsene; il mercato immobiliare e il relativo indotto hanno conosciuto una stasi senza precedenti, mentre il numero di persone senza fissa dimora si è innalzato, con episodi di occupazioni e conseguenti sgomberi.
DALL’ABBANDONO AL TURISMO
Gli architetti – disoccupati – Pedro, Gui e Isabel, rispettivamente classe 1975, 1982 e 1973, hanno scelto di non emigrare: piuttosto si sono uniti per individuare una modalità per mettersi a servizio della città, sfruttando competenze professionali e padronanza del contesto urbano. Così è nata “The Worst Tours”, una piccola e provocatoria impresa che si è fatta strada sul web, ma anche in città, grazie a pungenti slogan promozionali, concepiti rielaborando in chiave anti austerità quelli dei classici dépliant turistici. E sono riusciti a intercettare l’interesse dei primi utenti, disposti a conoscere il volto invisibile di Porto. Zone degradate, edifici abbandonati, mercati in rovina, locali chiusi o abbandonati per effetto della crisi, interventi di Street Art testimoni del malessere diffuso: tutto è confluito in quattro tour tematici, ciascuno adattabile ai tempi, agli interessi e alle curiosità emerse strada facendo, a piedi o con i mezzi pubblici, tra vicoli, piazze e strade di una Porto che difficilmente, in autonomia, sarebbe possibile comprendere con pienezza.
NON I SOLITI MUST SEE
Per questi itinerari guidati non convenzionali, alla ricerca dei segni prodotti nel ventre della città da precise scelte economiche e politiche, Pedro, Gui e Isabel non hanno fissato, a priori, una tariffa; il compenso per la loro attività è a discrezione degli utenti e delle loro possibilità. A tre anni dall’idea di spingersi con locals e stranieri oltre i consueti “must see”, i tre architetti raccontano di come “The Worst Tours” sia ancora in essere, mentre, all’orizzonte, inizino a scorgersi interventi di recupero del tessuto urbano e del patrimonio edilizio.
Valentina Silvestrini
https://www.facebook.com/The-Worst-Tours
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #29
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