
Costruita tra il 1556 e il 1560 e appartenuta a Marfisa d’Este, figura simbolo della Ferrara rinascimentale, Palazzina Marfisa d’Este viene restituita alla città il 5 settembre 2025 dopo due anni di lavori completamente rinnovata. Grazie a un investimento complessivo di oltre 1,17 milioni di euro, sono stati completati importanti interventi strutturali e di adeguamento impiantistico, insieme a un nuovo allestimento museale dal valore di circa 170.000 euro.

Il restauro di Palazzina Marfisa d’Este a Ferrara
L’intervento ha restituito integrità e sicurezza all’intero complesso architettonico, passando dal consolidamento delle coperture al miglioramento sismico, dal restauro dei soffitti cinquecenteschi alla riqualificazione della Loggia degli Aranci, alla riorganizzazione dell’area verde seguendo lo stile del giardino all’italiana.
Tra i lavori è stata fatta particolare attenzione all’accessibilità, creando una nuova rampa d’accesso, servizi rinnovati e impianti di climatizzazione moderni.









Il nuovo allestimento della Palazzina Marfisa d’Este a Ferrara
Il progetto museografico ha voluto preservare l’identità architettonica della Palazzina, ma al tempo stesso rinnovare la sua funzione di racconto e memoria.
Sono otto le sale che compongono il nuovo percorso espositivo, arricchito da 162 oggetti d’arte, provenienti dalle collezioni civiche, dalla Fondazione Estense e da BPER Banca (proprietaria degli arredi). In mostra ceramiche, medaglie, monete, strumenti musicali e oggetti della quotidianità cinquecentesca, tutti restaurati e presentati con supporti multimediali.
Spiccano ambienti come la Sala dei Banchetti, lo Studiolo con una rara mandola settecentesca, e la Sala Grande, cuore della Palazzina, dove è esposta una selezione di ceramiche del XVI e XVII Secolo. Un’intera sezione è dedicata alla figura di Marfisa d’Este, con un approfondimento sul suo legame con il poeta Torquato Tasso e la musica della corte estense.

Un riallestimento che guarda al passato
Un altro filo conduttore è il recupero dell’allestimento ideato nel 1938 da Nino Barbantini, storico museografo ferrarese, che trasformò la Palazzina in una dimora di rappresentanza rinascimentale, acquistando sul mercato antiquario mobili e opere d’arte dal Quattro al Settecento. L’attuale riallestimento dialoga rispettosamente con quell’impianto, mantenendone gli equilibri ma aggiungendo una nuova identità visiva e un filo narrativo chiaro e coerente.
Una riapertura simbolica nei trent’anni di Ferrara città UNESCO
Nel trentennale del riconoscimento UNESCO, Ferrara celebra così una tappa importante del suo percorso identitario, restituendo ai cittadini e ai visitatori un luogo storico rinnovato.
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