![Riapre negli USA l’Arkansas Museum of Fine Arts ridisegnato da Studio Gang](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2023/04/Arkansas-Museum-ridisegnato-da-Studio-Gang-2.jpg)
È fissata al 22 aprile 2023 la riapertura al pubblico del rinnovato Arkansas Museum of Fine Arts a Little Rock, un megaprogetto da 142 milioni di dollari raccolti da donatori pubblici e privati grazie alla campagna Reimagining the Arkansas Arts Center: Campaign for our Cultural Future. Come ha dichiarato Jeanne Gang, fondatrice e direttrice dello Studio Gang, “il progetto rafforza il ruolo del museo come riferimento culturale per la città di Little Rock, unendo strutture un tempo disparate in un insieme coeso e aprendo l’edificio alla città e al paesaggio circostante”. Al progetto, firmato da Studio Gang, ha collaborato anche lo studio locale Polk Stanley Wilcox Architects, mentre lo studio di architettura del paesaggio e progettazione urbana SCAPE ha supervisionato il rinnovamento completo (in chiave sostenibile) dell’area verde di 11 acri che circonda il Museo.
![Veduta aerea, in rendering, dell'Arkansas Museum of Fine Arts. Photo Tim Hursley](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2023/04/Arkansas-Museum-ridisegnato-da-Studio-Gang-3-768x512.jpeg)
![Veduta interna della nuova Cultural Living Room, attraverso il cortile fino alla facciata originale del 1937. Photo Tim Hursley](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2023/04/Arkansas-Museum-ridisegnato-da-Studio-Gang-2-768x453.jpg)
![Particolare del soffitto dell'atrio. Photo Tim Hursley](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2023/04/Arkansas-Museum-ridisegnato-da-Studio-Gang.jpeg)
![Rendering del parco. Courtesy Studio Gang/SCAPE](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2023/04/Arkansas-Museum-ridisegnato-da-Studio-Gang-1-768x443.jpg)
IL NUOVO ARKANSAS MUSEUM OF FINE ARTS
Il complesso di edifici costruiti fra gli anni Trenta e il Duemila è stato arricchito di nuove strutture collegate fra loro da una struttura di copertura in cemento ondulato. Una delle nuove ali ospiterà la collezione permanente del Museo; incentrata sulla grafica, conserva opere di Picasso, Redon, Rembrandt, Degas. Presente anche un corpus di acquerelli di Signac. Fra i nuovi spazi, anche la Cultural Living Room, un’ampia sala dalle pareti in vetro destinata a mostre temporanee, convegni, eventi sociali; un ristorante di 250 metri quadrati con un vasto patio che si affaccia direttamente sul parco che circonda il Museo; una pubblica piazza di 1.000 metri quadrati destinata a concerti, performance e spettacoli teatrali, che guarda la facciata Art Déco in pietra calcarea dell’edificio originale costruito nel 1937. Quest’ultima, nel corso del cantiere, è stata accuratamente restaurata. Nella concezione dei progettisti, il nuovo Museo ha una maggiore organicità e semplifica la fruizione da parte del pubblico.
![Arkansas Museum ridisegnato da Studio Gang](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2023/04/Arkansas-Museum-ridisegnato-da-Studio-Gang-1.jpg)
Rendering del parco. Courtesy Studio Gang/SCAPE
IL PARCO DELL’ARKANSAS MUSEUM OF FINE ARTS
Sul fronte paesaggistico, lo studio SCAPE ha progettato 700 metri lineari di nuovi percorsi pedonali all’interno del parco. Nel cortile nord e all’ingresso del MacArthur Park sono state installate panchine in cemento colato progettate su misura, e sul limite occidentale del Museo è stato piantumato un nuovo boschetto. Invece, il bosco più antico (che ospita circa 50 specie di piante perenni, arbusti ed erbe ornamentali) è stato arricchito di 250 nuovi alberi. Ad aggiungere un ulteriore tocco di stile, le aiuole fiorite realizzate con lastre di arenaria locale, che circonderanno il South Plaza e rispecchiano la forma del particolare tetto ondulato del Museo. Il nuovo parco risponde anche a criteri di sostenibilità, perché è dotato di un sistema di raccolta delle acque piovane da utilizzare per l’irrigazione, e di un sistema di bioswales, cioè di canali progettati per concentrare e convogliare il deflusso delle acque piovane rimuovendo detriti e inquinamento e ricaricare le falde sotterranee.
Niccolò Lucarelli
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