Responsabilità sociale dei musei e sostenibilità. L’esempio del Muse di Trento

Il caso del Museo delle Scienze di Trento, primo in Italia ad aver redatto il bilancio di missione. Ma di cosa si tratta? A parlarcene è il direttore Michele Lanzinger

Lo scorso 24 agosto, nel corso dell’Assemblea Generale di ICOM (International Council of Museums) a Praga, è stata fornita una nuova definizione di museo, in base alla quale i musei sono chiamati, tra le altre cose, a promuovere la diversità e la sostenibilità. Proprio di sostenibilità e di responsabilità sociale si occupa, sin dalla sua nascita, il Muse, Museo delle Scienze di Trento, che ha di recente presentato il primo bilancio di missione quale evoluzione del bilancio sociale. Ne abbiamo parlato con il direttore Michele Lanzinger, neoeletto presidente di ICOM Italia fino al 2025, il quale ha analizzato la fisionomia e il ruolo di questo nuovo strumento.

Michele Lanzinger

Michele Lanzinger

Come nasce l’idea del bilancio di missione e in cosa consiste concretamente?
Il bilancio di missione è frutto di un lavoro di ricerca e sperimentazione che al Muse conduciamo da diversi anni. Sin dal 2012, attraverso la redazione del primo bilancio sociale, abbiamo creduto di rendere conto all’esterno di quelle che sono le attività del museo e dell’impatto che le stesse generano sul territorio di riferimento. Il cambio di rotta è avvenuto nel 2017 a seguito dell’adozione, da parte del Muse, degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Da quel momento il bilancio sociale è stato integrato dagli obiettivi dell’Agenda, dando vita, progressivamente, al bilancio di missione. Lo scopo del bilancio di missione è quello di fornire uno strumento avanzato di rendicontazione annuale che tenga conto della responsabilità sociale del museo. Sostanzialmente, nel bilancio di missione programmazione e rendicontazione dialogano insieme in un sistema integrato che risulta utile sia all’esterno del museo, in quanto tutti possono vedere quello che il museo fa in termini di attività e obiettivi raggiunti, sia all’interno, potendo valutare quali strategie adottare per potenziare le azioni a perseguimento della mission. Il documento è, quindi, un rendiconto degli obiettivi, ma anche degli impegni, che il Muse si propone di raggiungere e osservare.

Mi sembra di capire che il dialogo con gli stakeholder è per voi fondamentale.
Assolutamente sì, per noi la trasparenza con gli stakeholder è determinante, infatti costruiamo con gli stessi un forte legame teso a rafforzare la fiducia nell’istituzione Muse e nel territorio di riferimento. Abbiamo un sistema permanente di valutazione con il quale sottoponiamo ai nostri interlocutori questionari valutativi, al fine di migliorare sempre la gamma dei servizi offerti.

In che modo rafforzate il rapporto con gli stakeholder?
Coinvolgendoli attivamente nella vita del museo. Proprio di recente con il Comune di Trento abbiamo avviato la creazione di un distretto biologico, mentre con le scuole abbiamo i giovedì degli insegnanti, ovvero un giorno alla settimana, il giovedì appunto, in cui il corpo docente delle scuole coinvolte può venire a visitare il museo. Anche con gli studenti il dialogo è costante, soprattutto con gli attivisti ambientali. Il nostro scopo è quello di organizzare tavoli di confronto su tematiche sociali di forte attualità, come l’impatto delle attività umane sul pianeta, la sostenibilità ambientale e il rispetto dell’ecosistema. Abbiamo anche dato la possibilità ad alcune scuole di organizzare le proprie assemblee studentesche presso gli spazi del museo.

Museo delle Scienze, Trento. Archivio Muse

Museo delle Scienze, Trento. Archivio Muse

MUSEI E SOSTENIBILITÀ

Secondo lei quali possono essere le ricette per un futuro sostenibile in ambito museale?
Credo, anzitutto, nel sistema di autodeterminazione dei musei e nella consapevolezza degli stessi. Ciascuna istituzione ha una sua autonomia e, di conseguenza, ciascuno dovrebbe puntare sulla sensibilizzazione verso determinate tematiche, come quella della responsabilità sociale, per l’appunto, o lo sviluppo sostenibile. Del resto, l’estate scorsa l’Assemblea Generale Straordinaria di ICOM (International Council of Museums) a Praga ha approvato la nuova definizione di museo, evidenziando come lo stesso debba essere promotore di diversità e sostenibilità, dunque lo sviluppo sostenibile è ormai scritto nel DNA del museo, per definizione appunto.

Ritiene che a livello normativo sia necessario un intervento del legislatore?
Alcune linee guida potrebbero essere fissate per decreto, vero, ma i sistemi di accreditamento realizzati da alcune Regioni, ed eventualmente riportati a livello nazionale sotto la responsabilità del MiC, potrebbero inserire tra i parametri anche quelli relativi al perseguimento e alla promozione di una società attenta agli obiettivi di sviluppo sostenibile e questo potrebbe costituire un elemento premiale a favore dei musei impegnati su questo fronte.

Progetti futuri per rendere ancora più strutturato il bilancio di missione?
Il nostro obiettivo è quello di rafforzare sempre più le nostre quattro missioni: la missione scientifica volta a perseguire obiettivi di conservazione e sostegno della biodiversità naturale del territorio; la missione educativa, della sperimentazione e della dimensione di laboratorio, al fine di rafforzare l’apprendimento in ogni sua sfaccettatura; la missione sociale, che promuove la partecipazione attiva dei cittadini e la capacità di operare scelte consapevoli assieme a una fortissima attenzione ai temi dell’inclusione e dell’accessibilità; e infine la missione economica, dal momento che il museo è un attore rilevante per l’economia locale. Con il bilancio di missione vogliamo tradurre e rendicontare questi intendimenti nel segno di un’accountability condotta in modo sperimentale ma attendibile.

Antonio Mirabelli

https://www.muse.it/it/Pagine/default.aspx

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Antonio Mirabelli

Antonio Mirabelli

Antonio Mirabelli si è laureato in giurisprudenza presso la Luiss Guido Carli di Roma e nello stesso ateneo ha frequentato la Scuola di Specializzazione per un biennio. Avvocato e appassionato di arte, matura esperienza nel campo del Wealth management come…

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