Cosa ha fatto il Ministero della Cultura sulla contemporaneità? Intervistona al direttore generale Angelo Piero Cappello
Direttore generale della Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, Cappello è entrato in carica nel 2023. Dai risultati di Italian Council al piano di rilancio della fotografia italiana all’estero, ci ha raccontato cosa è accaduto negli ultimi due anni

Dirigente di lunga data al Ministero degli Esteri, coordinatore della Collezione della Farnesina, e dirigente per quattro anni il Centro per il Libro e la Lettura, Angelo Piero Cappello è stato nominato nel 2023 direttore generale della Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, succedendo ad Onofrio Cutaia. A due anni esatti dal suo incarico gli abbiamo chiesto di fare il punto sulle attività realizzate e sui possibili scenari futuri in questa intervista
Intervista ad Angelo Piero Cappello
Direttore Cappello, siamo a due anni esatti dalla sua nomina a Direttore Generale per la Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Per prima cosa le chiedo un punto generale, senza entrare nel merito delle singole questioni; cosa che faremo dopo. Come sono andati questi due anni a volo d’uccello? Quali sono state le grandi soddisfazioni e le grandi criticità?
Questi primi due anni sono stati intensi e complessi, ma anche ricchi di soddisfazioni. Abbiamo lavorato per riordinare la squadra interna nella prospettiva di rafforzare la visione sistemica, anche all’esterno, della Direzione Generale Creatività Contemporanea, consolidando i progetti più strutturati (come Italian Council, PAC, Strategia Fotografia, Laboratorio di Creatività Contemporanea) e avviandone di nuovi, con l’obiettivo di rendere sempre più incisiva l’azione pubblica a sostegno della creatività contemporanea.Una delle sfide principali – ma anche una delle linee su cui ci siamo spesi di più, agevolati dal fatto che la mia provenienza professionale è dal mondo degli Affari esteri – è stata quella dell’internazionalizzazione. L’avvio del nuovo Fondo per il potenziamento della promozione della cultura e della lingua italiana all’estero per il biennio 2025–2027, richiesto con forza e con la convinzione del progetto, ci consente oggi di immaginare una programmazione più ampia e mirata, in sinergia con la Farnesina e in stretto raccordo con la rete diplomatico consolare e degli Istituti Italiani di Cultura all’estero, per dare maggiore visibilità alle eccellenze creative italiane e creare reali opportunità di scambio e cooperazione. Un’altra area su cui abbiamo investito con determinazione è quella della fotografia, grazie alla felice coincidenza con il nuovo Piano Strategico 2024–2026, che ci permette di incrementare il sostegno e la promozione del settore fotografico come elemento fondamentale dell’identità creativa e artistica contemporanea.
MIC: tra Italian Council e PNRR
Ci sono altri progetti da menzionare?
Abbiamo poi ampliato in modo significativo le attività di supporto alle imprese culturali e creative, non solo attraverso le misure già previste nell’ambito del PNRR, ma anche nel quadro delle Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del Made in Italy, al cui processo di attuazione la nostra Direzione Generale partecipa affinché l’innovazione culturale sia sempre più riconosciuta come leva di sviluppo economico e sociale.Infine, ma non certo per importanza, c’è il nostro impegno nell’ambito del Piano Mattei per la Cultura, con un programma dedicato ai Paesi africani e al Mediterraneo allargato, che punta sulla cultura come strumento di dialogo, formazione e crescita reciproca. Stiamo già sostenendo residenze artistiche, progetti espositivi, programmi di scambio e azioni integrate con le Ambasciate e gli Istituti Italiani di Cultura all’estero. È un orizzonte su cui crediamo molto, anche per rafforzare il ruolo internazionale dell’Italia come promotrice di cooperazione culturale.Certo, non sono mancate le difficoltà, ma devo riconoscere che il bilancio è più che positivo e il lavoro fatto finora ha posto basi solide per affrontare con determinazione i prossimi anni.
La grande novità dell’ultimo quindicennio in Italia sono gli strumenti e i programmi di sostegno all’arte e alla fotografia contemporanea. Cose che c’erano in tutto il mondo, che da noi non esistevano e che finalmente sono spuntate anche in Italia. Ancora sono somme contenute, ma in grande crescita. Proviamo a elencare come stanno andando questi veicoli e come si sono evoluti nell’ultimo biennio dal suo osservatorio. Parliamo intanto dell’Italian Council spiegando cos’è e come è evoluto.
Tra le sfide più stimolanti affrontate in questi due anni, c’è stata sicuramente quella di consolidare – e al tempo stesso innovare – gli strumenti di sostegno alla creatività italiana in un’ottica di interscambio internazionale, che oggi sono finalmente riconosciuti come parte strutturale delle politiche culturali pubbliche. L’Italian Council è, in questo senso, l’intervento simbolo di una nuova stagione. Nato nel 2017 semplicemente con l’obiettivo di sostenere la produzione, la promozione e la conoscenza dell’arte contemporanea italiana a livello internazionale, in questi anni lo abbiamo volutamente trasformato in un vero e proprio motore sistemico, capace di accompagnare artisti, curatori, critici, ricercatori e istituzioni in percorsi di crescita e confronto globale.






Il bando Strategia Fotografia
Con quali effetti? Con quali numeri?
Dal nostro osservatorio, possiamo dire che i risultati ottenuti nel biennio più recente confermano la bontà della direzione intrapresa. Solo nel triennio 2023–2025, il programma ha permesso il finanziamento di 185 progetti, con un investimento complessivo di oltre 7,5 milioni di euro. Se si guarda all’evoluzione interna, si passa dai 2.162.700 euro del 2023 ai 2.681.631,85 euro del 2024, fino ai 2.700.000 euro del 2025. La crescita non è solo quantitativa, ma anche qualitativa: è aumentata la varietà dei progetti sostenuti, la solidità delle candidature, la rete delle collaborazioni internazionali e – cosa ancora più importante – la capacità delle proposte di generare ricadute durature, sia in termini culturali che istituzionali.
Con l’Italian Council, l’Italia ha finalmente un programma che non solo guarda all’estero, ma dialoga attivamente con il mondo, accompagnando i nostri talenti in contesti espositivi, editoriali e di ricerca di altissimo profilo. È una misura che oggi fa scuola e che ci impegniamo a rendere sempre più efficace e inclusiva.
Stessa cosa per quanto riguarda il Piano per l’Arte Contemporanea.
L’avviso pubblico PAC rappresenta un altro tassello fondamentale nella strategia di sostegno alla creatività italiana, ma con una vocazione diversa rispetto all’Italian Council. Se quest’ultimo ha una proiezione prevalentemente internazionale, il PAC ha invece lo scopo primario di rafforzare il patrimonio pubblico contemporaneo italiano, potenziando le collezioni di arte contemporanea nei musei statali, civici e nelle istituzioni culturali italiane. Nato, come avviso pubblico, nel 2020 in attuazione della Legge 29/2001 istitutiva del Piano per l’Arte Contemporanea, il PAC si è rivelato uno strumento prezioso di acquisizione e di committenza pubblica, capace non solo di colmare lacune storiche nelle raccolte più prestigiose, ma anche di stimolare nuove relazioni tra artisti, territori e istituzioni. Il suo valore è anche simbolico: promuove un’idea di Stato che investe direttamente nella produzione culturale del presente, riconoscendo alla creazione artistica un ruolo attivo nella costruzione del patrimonio collettivo. Negli ultimi tre anni, il programma ha conosciuto un significativo consolidamento: nel triennio 2023–2025 sono stati finanziati 106 progetti con un investimento complessivo di oltre 9,5 milioni di euro. Dopo il picco del 2024, con 3,5 milioni di euro e 40 progetti vincitori, il 2025 si conferma comunque su livelli molto alti, con 3 milioni di euro assegnati e 29 progetti selezionati. Oltre a questi, ci sono i fondi PAC, per quasi 2 milioni di euro, destinati, nell’ultimo triennio, agli ulteriori progetti sostenuti con gli avvisi rivolti ai soli istituti del Ministero della Cultura. Anche nel caso del Piano per l’arte Contemporanea, si tratta di numeri che attestano la fiducia crescente da parte delle istituzioni, la qualità delle proposte ricevute, ma soprattutto la centralità crescente dell’arte contemporanea nel panorama museale italiano. Con il PAC, lavoriamo per costruire una memoria del presente che sia accessibile, condivisa, visibile e duratura, rafforzando la presenza del contemporaneo nella vita culturale del nostro Paese.
E infine qualche nota per Strategia Fotografia.
Strategia Fotografia è un programma nato con l’intento di riconoscere e valorizzare la fotografia come forma artistica e linguaggio culturale autonomo, dotato di una propria storia, specificità e rilevanza all’interno del patrimonio culturale contemporaneo. Si tratta di un settore che per molto tempo è rimasto marginale nelle collezioni pubbliche italiane e che oggi, grazie a questo strumento, trova un riconoscimento strutturale e una nuova centralità. L’avviso pubblico sostiene acquisizioni, committenze e valorizzazioni fotografiche destinate a musei, archivi, fondazioni e istituzioni pubbliche. È un’iniziativa che lavora sia sul consolidamento del patrimonio fotografico italiano, sia sul sostegno ai fotografi e agli archivi contemporanei, contribuendo alla creazione di una memoria visiva capace di raccontare la complessità del nostro tempo.
Ci fa un bilancio?
Negli ultimi tre anni, Strategia Fotografia ha registrato una crescita molto significativa: dal 2023 al 2025, il finanziamento complessivo è passato da 1,5 milioni di euro a 3 milioni, raddoppiando in soli due anni, a conferma di una domanda sempre più alta e di una sensibilità crescente da parte delle istituzioni. Nel solo 2024, sono stati selezionati 58 progetti (contro i 24 del 2023) e il 2025 segna un ulteriore passo avanti con un investimento record di 3 milioni di euro, il più alto mai stanziato finora. Questo incremento dimostra come la fotografia stia finalmente ottenendo un ruolo di primo piano nelle politiche pubbliche per la cultura, sia come strumento di documentazione e testimonianza, sia come mezzo espressivo fondamentale della creatività contemporanea.
La fotografia italiana all’estero
Per quanto riguarda nello specifico poi il mondo della fotografia, siamo nel bel mezzo di un Piano Strategico per il suo sviluppo in Italia e all’estero. Come procede questo triennio 2024-2026?
Il Piano Strategico per la Fotografia 2024-2026 rappresenta un passaggio cruciale nelle politiche pubbliche per la promozione e il sostegno della fotografia in Italia, sia come linguaggio artistico che come strumento di conoscenza, documentazione e memoria collettiva. Rispetto al precedente triennio, questo nuovo Piano è stato pensato con una struttura più operativa e trasversale, che consente di mettere in rete attori pubblici e privati, valorizzando la fotografia come patrimonio da tutelare, ma anche come volano di progettazione, formazione e cooperazione internazionale. Il triennio in corso si articola intorno a cinque aree prioritarie d’intervento: il sostegno alla produzione, promozione e valorizzazione; la conservazione e digitalizzazione del patrimonio fotografico; la formazione e ricerca; la creazione di reti e partenariati internazionali; la valorizzazione identitaria territoriale, in particolare dei borghi e del Sud Italia. Fin dai primi mesi, il Piano ha favorito l’attivazione di nuovi progetti di committenza pubblica, residenze artistiche, campagne di digitalizzazione e ha previsto azioni mirate di promozione della fotografia italiana all’estero, anche attraverso le sedi della rete MAECI e il rafforzamento della collaborazione con festival e piattaforme internazionali. Sempre nell’ambito del Piano Strategico, la Direzione Generale è impegnata anche sul fronte della conservazione, con un progetto avviato prima dell’estate finalizzato all’elaborazione delle Linee guida per il restauro della fotografia. Sviluppato in collaborazione con il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” di Torino, il progetto si propone, attraverso il coinvolgimento di esperti del settore e la sinergia tra istituzioni, di colmare una significativa lacuna metodologica e di mettere a disposizione della comunità scientifica uno strumento di riferimento per restauratori, conservatori e studiosi, a sostegno della tutela e valorizzazione del patrimonio fotografico. Un elemento distintivo di questo triennio è la volontà di integrare la fotografia nei grandi programmi strategici della Direzione Generale Creatività Contemporanea, ampliando le sinergie con il mondo dell’arte, dell’architettura, del design e delle imprese culturali e creative. Il Piano è stato accolto molto positivamente dalla comunità fotografica ed è oggi uno strumento di lavoro concreto, aggiornabile e costantemente monitorato grazie anche a un approccio partecipativo: un metodo che ci consente di adattare le politiche in tempo reale, rispondendo alle evoluzioni del settore e alle nuove sfide del presente.

Il bando Creative Living Lab
La vostra Direzione Generale ha anche una delega sulla rigenerazione urbana a base culturale. In tal senso va avanti il progetto Creative Living Lab che dal 2024 continua a pubblicare bandi col nome di Laboratorio di Creatività Contemporanea (anche qui tra l’altro i finanziamenti sono in crescita): quali risultati rilevanti e significativi sono stati ottenuti?
La rigenerazione urbana a base culturale è uno degli ambiti più innovativi e promettenti di intervento della nostra Direzione Generale. In questo senso, il progetto Laboratorio di Creatività Contemporanea, che raccoglie l’eredità del precedente Creative Living Lab, rappresenta oggi un punto di riferimento a livello nazionale per le politiche di trasformazione partecipata degli spazi pubblici attraverso i linguaggi della creatività contemporanea. L’obiettivo principale è quello di attivare comunità, migliorare la qualità della vita nei territori marginali o in trasformazione e rafforzare il senso di appartenenza attraverso processi culturali condivisi. In altre parole: mettere la cultura e l’arte al centro della cura dei luoghi. I risultati sono concreti: dal 2022 al 2025 sono stati sostenuti 97 progetti in tutta Italia, per un investimento complessivo che è cresciuto progressivamente, passando da circa 1,27 milioni di euro nel 2022 e 2023, agli oltre 1,8 milioni nel 2024 e nel 2025. Questi progetti hanno attivato cantieri culturali temporanei, azioni artistiche site-specific, laboratori di co-progettazione con cittadini, scuole, enti locali, professionisti e organizzazioni del terzo settore, dimostrando come la creatività possa diventare strumento di coesione, inclusione e sviluppo sostenibile.
A distanza di anni, possiamo dire che questo progetto ha contribuito a consolidare una nuova visione della rigenerazione urbana, basata sulla partecipazione e sull’innovazione culturale. Una visione che oggi è riconosciuta anche da altri enti pubblici, fondazioni e soggetti privati, con i quali sono in corso forme di collaborazione di grande interesse. Per fare solo due esempi, citiamo il programma Ibridazione – Rigenerazione, promosso dalla nostra Direzione Generale con il Master U-Rise dello IUAV di Venezia e con Lo Stato dei Luoghi per discutere e approfondire progetti di rigenerazione urbana a base culturale e d’innovazione sociale, oppure la pubblicazione che sarà presto disponibile sulla ricerca promossa dalla nostra Direzione Generale ed elaborata dallo IUAV di Venezia, relativa agli strumenti per la valutazione di impatto dei progetti di rigenerazione a base culturale, con i dati dei progetti dedicati alla rigenerazione urbana a base culturale sviluppati in Italia negli ultimi dieci anni.
Sempre sulla rigenerazione urbana culturale quest’anno è spuntata anche una novità: Il Museo Rigenera, un avviso che incoraggia la rigenerazione delle periferie tramite le istituzioni culturali finanziato con 900mila euro. Come è andato il debutto di questo nuovo strumento?
Il Museo Rigenera è una novità assoluta nel panorama degli strumenti promossi dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea e nasce da un’intuizione molto chiara: i musei, le biblioteche, gli archivi e gli istituti culturali possono e devono diventare protagonisti della rigenerazione urbana e sociale. Troppo spesso, infatti, queste istituzioni vengono percepite come luoghi chiusi, rivolti a un pubblico specialistico. Con questo avviso abbiamo voluto invertire la prospettiva e incoraggiare una nuova funzione attiva e territoriale degli istituti periferici del braccio operativo del Ministero sui territori, soprattutto in aree complesse come le periferie urbane, luoghi nei quali la conoscenza del territorio e il radicamento costituiscono l’elemento fondamentale per la riuscita dei progetti.
Se la sente di tirare già qualche somma?
Il debutto del progetto – finanziato con 900.000 euro – ha superato le aspettative: abbiamo ricevuto decine di proposte di altissimo livello, molte delle quali caratterizzate da una forte dimensione partecipativa, educativa e relazionale. Il bando ha messo al centro la collaborazione tra istituzioni ministeriali e comunità locali, promuovendo progetti capaci di intervenire concretamente nello spazio urbano, creare reti e rafforzare la coesione sociale, grazie al ruolo fondamentale che gli istituti svolgono sul territorio. In questo senso, Il Museo Rigenera si configura come un vero e proprio laboratorio di innovazione culturale, dove le pratiche culturali intese nella più ampia accezione del termine si ibridano con l’arte pubblica, la progettazione partecipata, l’inclusione sociale e l’attivazione civica. È uno strumento che ha intercettato un bisogno reale e che intendiamo consolidare nei prossimi anni, rafforzando il ruolo delle istituzioni culturali come presìdi vivi all’interno delle città.

Abbiamo parlato di arte, di rigenerazione urbana, di urbanistica, di fotografia. Chiudiamo parlando di architettura contemporanea…
Il settore dell’architettura contemporanea è un ambito cruciale per la Direzione Generale Creatività Contemporanea, che ha agito su più livelli: promozione, documentazione, divulgazione. Sul versante della promozione, si segnalano i due avvisi pubblici biennali Festival Architettura e Architetture Sostenibili Per, che hanno sostenuto progetti di valorizzazione, sperimentazione, ricerca e divulgazione del linguaggio architettonico contemporaneo, spesso in dialogo con i territori e con le nuove sfide ambientali.Ma il lavoro più articolato e continuativo – forse meno visibile al grande pubblico – è quello di ricerca, censimento e narrazione dell’architettura italiana dal secondo dopoguerra a oggi, attraverso l’ampliamento delle due principali piattaforme digitali: Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi e Atlante Architettura Contemporanea. L’Atlante si è arricchito quest’anno di dieci nuovi itinerari tematici, con quasi 3000 fotografie realizzate da importanti autori per documentare oltre 250 architetture contemporanee: un viaggio visivo che va dai capolavori riconosciuti agli edifici meno noti ma ricchi di valore. Percorsi come “La casa in Italia”, “Costruire sul costruito” o “Spazio sacro e memoria” offrono chiavi di lettura critiche e accessibili. Altri itinerari sono nati in occasione della Giornata nazionale del Paesaggio o della Giornata del Mare, a dimostrazione della capacità della piattaforma di dialogare con i grandi temi civili e ambientali.Parallelamente, il Censimento ha raggiunto la soglia di oltre 5.000 schede, grazie a una mappatura capillare che coinvolge università, enti locali e strutture territoriali del Ministero. È uno strumento in continuo aggiornamento, utile sia alla ricerca che alla programmazione, che offre un panorama ampio su tutto il territorio nazionale anche grazie alla sempre più attiva partecipazione di colleghi del Ministero attivi sui territori che forniscono aggiornamenti e nuove segnalazioni. Infine, abbiamo voluto rafforzare anche il lavoro teorico e metodologico: da qui l’organizzazione di convegni, pubblicazioni e mostre, realizzate di volta in volta con diversi attori istituzionali. Si ricordano il convegno Il giardino italiano del ‘900 (settembre 2024) realizzato in collaborazione con l’Associazione Parchi e Giardini d’Italia e con la Scuola nazionale del patrimonio e delle attività culturali, o ancora insieme alle università e agli ordini professionali, di momenti di confronto come il convegno Restaurare il presente (ottobre 2025), dedicato ai temi del restauro, della sostenibilità e dell’uso consapevole dei materiali nell’intervento sull’architettura contemporanea. Si è sperimentata la forma della chiamata pubblica per testare la temperatura rispetto ad argomenti di ricerca come il ruolo delle Donne in architettura, che ha visto il lavoro di un nutrito Comitato Scientifico di altissimo livello chiamato a valutare oltre 200 contributi che, dopo un anno di lavoro, sono diventati una consistente pubblicazione di prossima uscita destinata a diventare uno strumento importante per studiosi e curiosi. Molte delle attività di ricerca portate avanti quotidianamente hanno trovato momenti di pubblica presentazione in occasione di mostre e occasioni espositive, come ad esempio la mostra l’Appia è moderna (ottobre-aprile 2024) promossa con il Parco Archeologico dell’Appia Antica, o ancora la mostra Italian Architecture Worldwide promossa in collaborazione con la Farnesina, curata dallo IUAV e dal DIAP della Sapienza Università di Roma e allestita nella sede espositiva dello IUAV a Ca’ Tron a Venezia, o ancora la mostra Roma è una cometa, promossa dalla Venice International University in collaborazione con numerosi soggetti pubblici (tra cui la nostra Direzione Generale) e privati, per proporre una nuova visione di Roma contemporanea e stimolare una riflessione sulla sua identità e sul suo futuro. In sintesi, l’architettura per noi è un linguaggio vivo e trasversale, che unisce l’etica della costruzione contemporanea alla sua dimensione estetica, è funzione, paesaggio, comunità e merita strumenti solidi per essere conosciuta, protetta, divulgata. Abbiamo, in questo senso, appena realizzato un convegno dal titolo Restaurare il presente, un simposio proficuo tra architetti, conservatori, ingegneri, curatori, enti pubblici e cittadini. E le idee e le riflessioni che ne sono uscite potranno costituire la base per future azioni concrete: progetti di restauro guidati da principi etici ed estetici, linee guida per la manutenzione preventiva e politiche culturali efficaci per tutelare la nostra identità, la nostra storia, il presente e il futuro dei nostri figli. Insomma, un manuale per restaurare il presente e consegnarlo al futuro.
Massimiliano Tonelli
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