Intervista all’imbianchino che di notte ripulisce le strade di Brescia da scritte e scarabocchi
Anonimo, incappucciato, come un Banksy al contrario: invece di scrivere sui muri li pulisce mettendo a frutto il suo mestiere. Intervista a Ghost Pitùr

La storia dell’imbianchino senza nome e senza volto Ghost Pitùr che di notte esce nelle strade di Brescia per ripulire i muri vandalizzati da scritte, tag e scarabocchi può essere fatta risalire – se restiamo ai tempi moderni – ad oltre una quindicina d’anni fa. Era l’autunno del 2008 e l’allora Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, stava facendo passare finalmente una severa normativa antigraffiti. Nulla di particolarmente innovativo ma per lo meno si aumentavano notevolmente le pene sia a livello pecuniario sia a livello detentivo sperando che la cosa potesse ridurre la devastazione di ogni edificio privato, di ogni spazio pubblico e perfino di molti monumenti.
Un paese privo di una seria legge contro le scritte vandaliche
Il dispositivo entra in Consiglio dei Ministri e ne esce senza esito. Dopo qualche giorno di nuovo: entra ed esce senza approvazione con l’idea di ripresentarlo a data da destinarsi. Dopo quell’ottobre 2008 sono passati 17 anni e non se ne parlerà più: l’Italia rimarrà il paese con la normativa contro il vandalismo urbano più blanda, destinazione ambita per gli imbrattatori di mezz’Europa. Cosa era successo? Era successo che le intenzioni di Forza Italia non riuscirono a compensare la contrarietà dell’allora Alleanza Nazionale, ma soprattutto della Lega. La Lega infatti aveva all’epoca alcuni militanti storici indagati o sotto processo per vandalismo e imbrattamenti contro beni pubblici a causa delle innumerevoli di scritte “LEGA LOMBARDA”, “BOSSI” o “PADANIA LIBERA” (i più anzianotti se le ricorderanno) che negli Anni Novanta apparvero sui cavalcavia di tutta l’Italia settentrionale.












Gli influencer che ripuliscono i muri delle città
Oggi i nuovi rappresentanti della Lega applaudono sui social al lavoro di Ghost Pitùr ignorando o facendo finta di ignorare che proprio il loro partito ha impedito al paese di dotarsi di una normativa più seria contro chi imbratta. E solo per lo scopo di non provocare complicazioni processuali ad una manciata di militanti. Per salvaguardare poche persone abbiamo oggi un paese che ha palazzi, condomini, monumenti, stazioni della metropolitana, treni e autobus quotidianamente sfregiati. Con una spesa di miliardi per la manutenzione e con conseguenze difficilmente misurabili sulla (in)sicurezza urbana.
A fronte di questo negli ultimi tempi, anche grazie al megafono dei social, stanno nascendo dei particolari fenomeni: ragazzi che, riprendendosi a favore di Instagram, ripuliscono edifici e muri storici con mezzi più o meno professionali. È il caso di Valerio Tuveri (“il ragazzo che pulisce Roma”, ha quasi 70mila followers) o del profilo social _doctorwall_ a Milano. L’ultimo caso è quello di Ghost Pitùr: lo abbiamo intervistato mentre il suo profilo supera i 120mila follower…
Cosa ci puoi rivelare di te?
Innanzitutto che faccio l’imbianchino da anni e mi dà grande soddisfazione farlo. Sono un artigiano, ho una mia ditta individuale e alle volte collaboro con altri artigiani.
Per chi lavori?
Sia per privati che per aziende. Principalmente faccio tinteggiatura.
Hai studiato?
Beh non sono il classico artigiano con la terza media… Ho fatto il Liceo e poi Economia. E oltre al dialetto parlo anche l’italiano. Ma soprattutto penso di avere sempre avuto un gran senso civico riguardo al rispetto degli spazi pubblici. Sarà merito dell’educazione che ho avuto in casa e fuori, ma sono il classico tipo che in spiaggia raccoglie le sigarette anche degli altri. Insomma mi pare normale oltre che etico non sporcare.
Come è nata questa storia di pulire Brescia?
Abito in centro storico, ci passo sempre, osservo molto ed ho una forte deformazione professionale. Insomma non potevo non accorgermi, ancor più di altri, delle condizioni in cui versano circa il 90% delle costruzioni nel meraviglioso centro della città. Il mix di amore per il mio lavoro e amore per la mia città mi ha fatto scattare l’idea: fare un regalo a Brescia nell’unico modo tangibile che conosco. Tinteggiare!
Sei partito a caso?
No. Ho analizzato. Ho osservato le facciate uscendo e tornando a casa e ne ho selezionate alcune più adatte.

Come ti barcameni con i vincoli? Il centro di Brescia è pieno di edifici vincolati dalla Soprintendenza e, anche se in buona fede, non si può pulirli senza autorizzazioni.
Sono del mestiere e ci ho pensato. Gli edifici vincolati è vero sono tantissimi, ma non sono la maggioranza. Quelli non li tocco purtroppo, mi concentro sugli altri. Scarto a priori gli edifici che richiedono iter autorizzativi anche se meriterebbero una sistemata altroché…
Spesso nel ‘mondo’ delle scritte sui muri si immischia la politica in maniera superficiale. Chi vuole i muri puliti è un mero securitario di destra secondo alcuni, poi si scopre invece che siamo in questa condizione proprio per colpa della Lega…
Uno dei messaggi che faccio più fatica a trasmettere è l’apoliticità dei miei interventi. È vero che molte delle scritte sono politiche e provengono da una determinata parte, ma se le cancello questo non ha nulla a che fare con la politica. I muri non sono tele, sono spazi privati che affacciano sullo spazio pubblico: i condomini hanno speso per farli tinteggiare, hanno rispettato rigorosi piani del colore, i residenti hanno dovuto rinunciare ad altri investimenti ed altre spese per restaurare. Assurdo poi trovarsi tutto imbrattato.
Ti consideri in qualche modo un artista? Un Banksy al contrario?
Assolutamente no. La mia non è arte e non mi considero un artista. Faccio semplicemente un ripristino delle superfici riproducendo, da bravo imbianchino, il colore il più fedelmente possibile.
Alcuni “pulitori” come te a Roma o a Milano si mostra sui social ma alla fine c’è anche un intento legittimamente commerciale…
Non ho secondi fini. Non ho sponsor commerciali e non cerco clienti. Ho solo cercato di rendermi utile per la mia città.
Una normativa antigraffiti seria in Italia purtroppo non esiste, ci dobbiamo rifare al vecchio Articolo 639 del Codice Penale…
Già con quell’articolo si potrebbero fare tante cose. Ma per sanzionare chi imbratta bisognerebbe cercarlo, se non lo cerchi è ovvio che non lo trovi.
Ti capita, mentre sei a lavoro la notte, di vernire riconosciuto, fermato, visto dalle finestre?
Ma Brescia non è New York. Di notte dormono tutti. Solo una volta un ragazzo che usciva dal suo lavoro in un bar mi ha visto, mi ha fermato, mi ha chiesto spiegazioni. Gli ho spiegato cosa stavo facendo e mi ha fatto i complimenti. Mi ha visto in faccia sì, ma mi piace pensare che fosse un po’ alterato e non si ricordi come sono fatto…
Massimiliano Tonelli
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