Chi è Giacomo Montanari, lo storico dell’arte nuovo Assessore alla Cultura di Genova

Unico “tecnico” nella giunta della neosindaca Silvia Salis, Montanari ha svolto negli ultimi anni un ruolo di primo piano nella vita culturale della città, come curatore dei Rolli Days e coordinatore del Tavolo della Cultura del Comune di Genova

Al nome di Giacomo Montanari, quando si parla di Genova, fa capo innanzitutto la rinascita del sistema dei Rolli, gli storici palazzi vanto della città – dichiarati patrimonio Unesco nel 2006 – che dal 2009 sono al centro dell’iniziativa Rolli Days, manifestazione consolidatasi negli anni e da tempo indubbio volano turistico all’ombra della Lanterna.

Giacomo Montanari e la cultura a Genova

Dal 2017, Montanari – che è storico dell’arte e divulgatore scientifico, classe 1984 – è curatore scientifico dell’evento (nella cui organizzazione è stato coinvolto dalle origini), oltre che coordinatore del Tavolo della Cultura del Comune di Genova. Dal 2020 è anche membro del Comitato Scientifico di Palazzo Reale.
E con la vittoria elettorale alle amministrative di Silvia Salis, neosindaca della città in quota allo schieramento di centrosinistra, Montanari è promosso ora al ruolo di Assessore alla Cultura, unico profilo tecnico della nuova giunta (la più giovane e rosa di sempre nella storia della città).

Gli obiettivi di Montanari come Assessore alla Cultura di Genova

Dal canto suo, lo storico dell’arte genovese ha risposto alla chiamata con le idee chiare, e già annuncia i primi obiettivi del suo mandato: “Le priorità sono tante, certamente i dossier sono diversi, dai musei cittadini al tornare a dialogare con i municipi che possono tornare ad assumersi una responsabilità di progettazione e gestione delle strutture. E nel mio cuore c’è poi il museo di Sant’Agostino, che merita uno sguardo accurato e proiettato al futuro“. Il riferimento specifico è al polo museale ospitato nell’ex convento dei Frati Eremitani di piazza Sarzano, che nel 2024 ha parzialmente riaperto le porte in concomitanza con la programmazione di eventi dedicati a riscoprire il Medioevo a Genova (nel 2025 il focus si è spostato sull’Ottocento), con l’idea di valorizzare un patrimonio culturale ben più stratificato nel tempo rispetto a quella che è considerata la “stagione” storico-artistica per eccellenza della città – il cosiddetto “secolo dei Genovesi” – a cavallo tra Cinquecento e Seicento. Perché il museo possa riaprire integralmente al pubblico sono ancora necessari lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza, che richiederanno investimenti e tempo: impegno assunto come prioritario dal neoassessore, che più in generale si propone di valorizzare sotto il profilo culturale anche i quartieri-centri periferici di Genova, nella loro autonomia identitaria, ma sotto il cappello di una regia “che deve andare a vantaggio di tutti”.
Ma tra le priorità di inizio mandato si segnala anche l’intenzione di implementare l’accessibilità ai luoghi della cultura di Genova, coinvolgendo innanzitutto i più giovani.

Chi è Giacomo Montanari

Laureato in Lettere classiche con specializzazione in Storia dell’Arte e dottorato in Storia e Conservazione dei Beni Culturali artistici e architettonici, Montanari è da diversi anni docente presso l’Università di Genova, dove detiene la cattedra di Storia dell’Arte Moderna. Esperto di arte ligure, ha condotto studi archivistici fondamentali per comprendere le relazioni tra la cultura libraria e quella figurativa a Genova tra il Cinquecento e il Seicento, e si è a lungo speso per la riscoperta del pittore genovese Giovanni Andrea Carlone, attivo nel XVII secolo tra Genova e Perugia.
In qualità di coordinatore del Tavolo della Cultura di Genova, nell’estate 2024 Montanari ha proposto l’introduzione di una Carta nazionale del lavoro culturale per valorizzare il ruolo di chi realizza eventi in ambito artistico e di divulgazione culturale. Un percorso fondato sul riconoscimento dei professionisti della cultura, dunque su retribuzioni adeguate e sull’incentivo a percorsi di formazione e selezione del personale, per distinguere con chiarezza l’ambito del professionismo da quello del volontariato, cui troppo spesso si fa ricorso nella pianificazione di progetti culturali. Un proposito che, in qualità di Assessore alla Cultura, Montanari potrebbe ora riproporre con più forza.

Livia Montagnoli

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati