MoRE is more

Nuovo appuntamento con la rubrica Focus, animata dai racconti in prima persona dei fondatori di realtà che lavorano su arte e creatività con un orizzonte lungo. Realtà che operano sul territorio nostrano o che nascono per iniziativa di artisti, curatori, critici, attivisti italiani. Stavolta la parola va a MoRE.

Con la mostra Let’s Go MoRE! A journey in the unrealised and refused art projects of XX and XXI centuries, che presentava alcuni progetti artistici mai realizzati sul tema del viaggio tratti dal suo archivio digitale, MoRE. a Museum of refused and unrealised art projects si è aggiudicato il premio del concorso i8, format di ArtVerona dedicato alle realtà indipendenti italiane che sperimentano la ricerca nei linguaggi del contemporaneo.
Un bel successo per MoRE, il museo digitale fondato nel 2012 che raccoglie, conserva ed espone online progetti non realizzati di artisti del XX e XXI secolo; uno spazio virtuale in cui la fase progettuale di ogni artista è considerata parte integrante del suo percorso. Accessibile al sito moremuseum.org, raccoglie ed espone progetti che non sono stati realizzati per motivazioni tecniche, logistiche, ideologiche, economiche, morali o etiche, oppure semplicemente utopici o impossibili da realizzare, pensati per occasioni specifiche anche se non necessariamente su committenza. Attraverso i documenti raccolti e le schede realizzate dai curatori, il museo ha lo scopo di valorizzare e conservare in formato digitale i progetti artistici mai realizzati, che possono essere ricercati per nome dell’artista o del progetto, localizzazione geografica (a partire dal luogo in cui il lavoro avrebbe dovuto avere sede) e una serie di tag pensate per definire i diversi motivi di mancata realizzazione di un’opera.
Oltre alla collezione museale digitale e alle esposizioni virtuali, MoRE ha partecipato e organizzato seminari, incontri e giornate di studio intorno ai temi del non realizzato e del museo digitale. Attraverso ricerche, articoli, seminari e pubblicazioni MoRE intende infatti indagare i progetti della collezione, che a oggi vede la presenza degli artisti Valerio Berruti, Davide Bertocchi, Bianco-Valente, Ivo Bonacorsi, David Casini, Silvia Cini, Mathis Collins, CRASH! (Scott King & Matthew Worley), Mario Cresci, Matthew Darbyshire, Maria Adele Del Vecchio, Jeremy Deller, Braco Dimitrijević, Emilio Fantin, Flavio Favelli, Regina José Galindo, Goldschmied e Chiari, Franco Guerzoni, Ibro Hasanović, Debora Hirsch, Invernomuto, Marijan Jevšovar, Hassan Khan, Julije Knifer, Kensuke Koike, Ivan Kožarić, G. Küng, Ugo La Pietra, Runo Lagormasino, H.H. Lim, Claudia Losi, Mangelos, Elio Marchegiani, Eva Marisaldi, Masbedo, Sandro Mele, Sabrina Mezzaqui, Jonathan Monk, Liliana Moro, Davide Mosconi, Giovanni Ozzola, Giulio Paolini, Cesare Pietroiusti, Luigi Presicce, Antonio Scaccabarozzi, Paolo Scheggi, Lorenzo Scotto di Luzio, Đuro Seder, Sissi, Veit Stratmann, Annika Ström, Sabrina Torelli, Gian Maria Tosatti, Luca Trevisani, Massimo Uberti, Enzo Umbaca, Marco Vaglieri, Josip Vaništa, Grazia Varisco, Kostis Velonis, Luca Vitone, Silvio Wolf ed Erwin Wurm.
Il sito di MoRE è realizzato con il software open source Omeka, una piattaforma gratuita e open source appositamente pensata per collezioni digitali ed esposizioni virtuali e ideata dal Roy Rosenzweig Center for History and New Media presso la George Mason University. Tutti i materiali sono inoltre archiviati anche nel deposito istituzionale dell’Università di Parma attraverso DSpace. Intorno a MoRE si è costituito nel tempo un network di professionisti provenienti dal mondo dell’arte contemporanea, storici dell’arte, critici, curatori ed esperti del settore, che contribuiscono con le loro diverse professionalità alla crescita del progetto nell’ambito dell’associazione culturale Others.

Jeremy Deller, Fourth Plint Proposal (The Spoils of War), 2008. Courtesy the artist and MoRE Museum

Jeremy Deller, Fourth Plint Proposal (The Spoils of War), 2008. Courtesy the artist and MoRE Museum

UN LUSTRO DI CONVEGNI

La ricerca di MoRE sul tema del progetto artistico non realizzato è stata approfondita, fin dall’inizio, da mostre (virtuali e non) e convegni che coinvolgono studiosi e curatori, artisti e storici dell’arte, esperti di archiviazione e più in generale professionisti afferenti a discipline diverse.
Nel 2013 il progetto di MoRE è stato il filo conduttore del convegno Per un museo del non realizzato. Pratiche digitali per la raccolta, valorizzazione e conservazione del progetto d’arte contemporanea, organizzato dall’associazione culturale Others in collaborazione con il Museo del 900 di Milano, con la partecipazione di Francesca Zanella, Marina Pugliese, Elisabetta Modena e Marco Scotti, Filipa Ramos, Roberto Pinto, Stefania Zuliani, e degli artisti Ugo La Pietra e Luca Trevisani, fra gli altri.
L’anno successivo MoRE ha viaggiato a Zagabria, al Museo di Arte Contemporanea, organizzando un seminario in museo e presentando il secondo dossier della rivista Ricerche di S/Confine, dedicato ai rapporti fra Italia e Croazia nel XX e XXI secolo nell’ambito delle ricerche visive, con la partecipazione di Francesca Zanella, Vanja Strukelj, Ilaria Bignotti, Radmila Iva Janković, Anna Zinelli, Marco Scotti, Branka Benčić, Marta Kiš e Jasna Jakšić.
Nel 2015, premiato nel corso del fuori salone della cultura ideato da Fiere di Parma-Mercanteinfiera e dal Comune di Parma, MoRE ha presentato a Palazzo Pigorini a Parma la mostra MoRE Spaces, a cura di Marco Scotti, Elisabetta Modena, Valentina Rossi e Anna Zinelli, con una trentina di opere acquisite dal museo stesso, legate dal filo rosso dell’environment e del site specific.
Più recentemente, MoRE ha presentato, nella sezione Indipendent 8 di ArtVerona 2017, i nuovi progetti acquisiti e ha allestito la mostra Let’s go MoRE! A journey in the unrealised and refused art projects of XX and XXI centuries, a cura di Ilaria Bignotti, Elisabetta Modena, Marco Scotti, Valentina Rossi e Anna Zinelli. Premiato in questa occasione quale migliore realtà indipendente, il museo virtuale ha così ricevuto la possibilità di progettare una mostra al Maxxi a Roma, prevista per la primavera 2018. Il 4 febbraio, MoRE è approdato a Bologna per Arte Fiera, nel contesto del talk Archivio: visione, progetto, sistema. Dialoghi e confronti tra storia e contemporaneità, a cura di CUBO – Centro Arte Unipol Bologna.

MoRE Spaces. Percorsi nell’archivio del non realizzato. Exhibition view at Palazzo Pigorini, Parma 2015. Photo Carlo Felice Corini

MoRE Spaces. Percorsi nell’archivio del non realizzato. Exhibition view at Palazzo Pigorini, Parma 2015. Photo Carlo Felice Corini

ACQUISIRE L’IRREALIZZATO

Le ultime acquisizioni, entrate a fare parte della collezione virtuale di MoRE in occasione dell’apertura di ArtVerona, hanno coinvolto Invernomuto, Masbedo e Veit Stratmann, invitati da Marco Scotti e Antonio Scaccabarozzi, in un progetto curato da Ilaria Bignotti, e una mostra di progetti di Liliana Moro, a cura di Elisabetta Modena e Anna Zinelli.
Invernomuto con Noises from Above (2005-?) ha proposto un progetto tra documentario e installazione, che non è mai stato completato. Esso è nato dall’interesse dei due artisti per il proprio paese natale, San Damiano (Piacenza), sede sia di una base militare Nato sia di un santuario legato all’apparizione della Vergine Maria nei primi Anni Sessanta.
Anche i Masbedo hanno donato un progetto per un film: Degna di Goebbels (2011) prendeva le mosse dalle proteste rivolte a una pièce teatrale di Fassbinder (Der Muell, die Stadt und der Tod), accusata di antisemitismo; il film prevedeva che l’attrice Silvia Calderoni leggesse il testo teatrale in un bosco, fino ad arrivare a una lapide con inciso il titolo, circondata da un branco di lupi.
Veit Stratmann ha proposto The Rhine Swing, progetto irrealizzabile di una gigantesca altalena sopra il fiume Reno, tra le località di Daubensand (Alsazia, Francia) e Schwanau (Baden, Germania): uno strumento funzionale a una critica della forma progettuale e più in generale delle dinamiche economico-politiche in atto tra i Paesi europei.
L’Archivio Antonio Scaccabarozzi (1936-2008) ha donato due progetti che testimoniano la vocazione ambientale della sua opera: Rotazione continua orizzontale (1975), che apparteneva alla ricerca inerente ai cicli dei Fustellati, e Ambiguità dell’angolo (1978), costituito da cinque progetti relativi ad un intervento ambientale per uno spazio chiuso.
La mostra virtuale A place for playing ha presentato infine quattro opere di arte pubblica non realizzate, concepite da Liliana Moro tra il 2002 e il 2009, indagando il modo in cui si inseriscono all’interno di una poetica da sempre caratterizzata da un’attenzione per la relazione tra interno ed esterno e tra pubblico e privato.
Le nuove acquisizioni sono state presentate ad Arte Fiera 2018. Tra queste, una mostra di pittura non realizzata curata da Valentina Rossi, ha visto coinvolti gli artisti Riccardo Baruzzi, Thomas Braida, Andrea Kvas ed Eugenia Vanni.

MoRE

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #41

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