È morto Günter Grass, scrittore tedesco Premio Nobel e intellettuale fuori dagli schemi. E scultore: ecco le sue opere

In un ospedale di Lubecca si è spento oggi, 13 aprile, lo scrittore tedesco Günter Grass. I suoi romanzi – a cominciare dall’esordio nel 1959 con Il tamburo di latta – hanno promosso in Germania l’avvio del dibattito critico e sociale attorno alla pesante eredità politica del Paese all’indomani della Seconda Guerra Mondiale. La morte […]

In un ospedale di Lubecca si è spento oggi, 13 aprile, lo scrittore tedesco Günter Grass. I suoi romanzi – a cominciare dall’esordio nel 1959 con Il tamburo di latta – hanno promosso in Germania l’avvio del dibattito critico e sociale attorno alla pesante eredità politica del Paese all’indomani della Seconda Guerra Mondiale.
La morte di Günter Grass lascia il mondo orfano di uno degli intellettuali più complessi e profondi fra coloro che hanno vissuto i due secoli: scrittore vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 1999, poeta, uomo di teatro, saggista, in ogni contesto un raffinato osservatore della realtà contemporanea e della sua contestualizzazione nella storia degli uomini. Intelligenza vivida e non allineata, capace di fargli rivelare nel 2006, quasi ottantenne, una giovanile adesione al nazismo nata da incosciente desiderio di evasione, ma pagata con acritiche scomuniche.

LA VOCE CRITICA DELLA GERMANIA
La Germania post-bellica aveva di fatto cercato di rimuovere il proprio passato, a partire dall’ascesa al potere del regime nazista, schiacciata dal senso di colpa collettivo per le tante tragedie perpetrate. Al contrario, sin dall’opera prima Günter Grass esprime la vergogna e l’orrore dei tedeschi di fronte agli eccidi compiuti dai gerarchi nazisti con la connivenza della popolazione che, spesso tenuta all’oscuro di tutto, lo stesso non riesce a perdonarsi la mancanza di coscienza politica.
Ne Il tamburo di latta – primo romanzo della cosidetta Trilogia di Danzica – scene surreali e simboli di forza espressionista servono a veicolare il vissuto collettivo e rappresentarlo in forma di metafora: per esempio, il presunto padre del “tamburino” Oskar muore strozzandosi con una spilla a forma di svastica, che aveva cercato di inghiottire per nasconderla ai nemici russi; la tragica assurdità della sua morte esemplifica così l’atteggiamento tedesco nei confronti del proprio passato, che continua a pesare sulla neonata democrazia nonostante ci si proibisca di parlarne.

DIBATTITO E POLEMICHE
Per tutta la sua esistenza, Günter Grass ha continuato in questo proposito di stimolare – spesso in modo provocatorio – il dibattito politico e sociale attorno ai grandi temi del conflitto, della violenza – anche di genere, come nel romanzo Il rombo del 1979 – e della disuguaglianza tra individui e comunità. La sua coscienza critica è stata tale da non fare sconti neppure a se stesso, portandolo a raccontare la sua – brevissima e improduttiva – militanza nelle SS da adolescente, come ricordato nella sua autobiografia (Sbucciando la cipolla, 2006) a cui abbiamo fatto cenno in apertura dell’articolo.
Un’onestà intellettuale che non ha mancato di provocare rabbia e indignazione, nel corso di tutta la carriera di Günter Grass, sia come scrittore sia come attivista. La stessa voce critica e onesta di cui, a partire da oggi, la cultura mondiale rimpiangerà la mancanza.

GÜNTER GRASS E L’ARTE VISIVA
Restano troppo poche, le righe che state leggendo, per argomentare efficacemente sul grande spessore etico e morale di un personaggio sempre alieno alle etichette. Ma forse utili, queste righe, per accennare a un altro grande impegno, perseguito per tutta la vita: quello per l’arte, da scultore lui stesso, e da promotore e sostenitore a tutti i livelli. Nato a Danzica nel 1927, fra il 1946 e il 1947 lavorò in una miniera e imparò a scolpire: per molti anni studiò scultura e grafica, dapprima a Düsseldorf, dove frequentò l’Accademia delle Belle arti, poi a Berlino. Dal 1983 al 1986 la sua autorevolezza anche in questo ambiente fu canonizzata con la nomina a presidente dell’Accademia delle Arti di Berlino.
Fra le molte mostre che l’hanno visto protagonista, va citata quella del 2011 all’Art Forum Würth di Capena, che ne ripercorreva l’opera con lavori datati tra il 1952 e i primi anni Duemila. Nella photogallery, alcune delle sue sculture…

– Massimo Mattioli e Caterina Porcellini

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Caterina Porcellini

Caterina Porcellini

Caterina Porcellini è nata a Taranto, si è formata al DAMS di Bologna e professionalmente a Milano. Già durante l'università sviluppa un interesse per l'influenza esercitata dalla tecnologia su pensiero e società, attraverso le tesi di Marshall McLuhan, Walter J.…

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