La città di Roma ha creato una fondazione per gestire il polo culturale dell’ex Mattatoio, ma dimenticandosi dell’Accademia di Belle Arti (che non l’ha presa bene)

La nascita della Fondazione Mattatoio Città delle Arti di Roma Capitale è stata sancita lo scorso 27 novembre 2025 con l’obiettivo di fare del complesso monumentale di Testaccio un polo di formazione e ricerca all’avanguardia. Ne fanno parte il Comune e l’Università di Roma Tre, ma non l’Accademia di Belle Arti, che doveva esserne tra i soci fondatori. Cos’è successo?

Il comunicato dell’Accademia di Belle Arti di Roma, a firma del Presidente Umberto Croppi, arriva quasi come atto necessario: “Per chiarire” sottolinea un passaggio del testo “che l’assenza dell’Accademia nella compagine della neocostituita Fondazione non è dovuta a una propria scelta”.

Nasce la Fondazione Mattatoio Città delle Arti di Roma Capitale

Il riferimento è alla Fondazione Mattatoio Città delle Arti di Roma Capitale, nata per riunire sotto un cappello unico le istituzioni che operano negli spazi dell’ex Mattatoio di Testaccio, a Roma, con il compito “di valorizzare e sviluppare il complesso monumentale, curando le nuove attività culturali, creative, di ricerca scientifica e formative legate alla sua nuova missione”.
Dunque il Comune – proprietario degli spazi – e l’Università degli Studi Roma Tre; ma non l’ABA, che pure nel complesso, all’interno del Campo Boario, è pionieristicamente presente da tempo, con alcuni stabili già occupati e operativi e altri spazi ancora non disponibili a causa del rimessaggio di tre “botticelle” con i relativi cavalli (“da tre anni attendiamo una risoluzione”, ci spiega Croppi).

L’Accademia di Belle Arti di Roma esclusa dalla Fondazione Mattatoio

Molti ci hanno chiesto come mai, pur essendo presente con propri locali nel complesso del Mattatoio e coinvolta nelle fasi propedeutiche alla costituzione, l’Accademia non risulti presente tra i soggetti fondatori” spiega l’attacco del comunicato diramato da Aba a pochi giorni dalla costituzione della Fondazione, ratificata in Campidoglio lo scorso 27 novembre dal sindaco Roberto Gualtieri e dal rettore di Rome Tre, Massimiliano Fiorucci. “In effetti l’ABA Roma ha partecipato negli scorsi anni al comitato di coordinamento, insieme a Comune e Università Roma Tre e la sua presenza nella Fondazione era stata oggetto di annunci e accordi, confermati in data 28 ottobre 2025 con una lettera del Direttore Generale del Comune, cui l’Accademia aveva dato seguito con un deliberato del proprio Consiglio d’Amministrazione”, prosegue il comunicato. “Inaspettatamente, con una successiva comunicazione, in data 12 novembre 2025 lo stesso Direttore ci informava che ‘pur ribadendo la nostra piena disponibilità a collaborare attivamente con codesta Accademia per la valorizzazione delle attività e degli spazi del complesso del Mattatoio, non è possibile accogliere la Vostra richiesta di partecipare come socio fondatore alla costituzione della Fondazione’”. Cos’è successo, dunque, nel frattempo?

Gli obiettivi della Fondazione Mattatoio

A guidare la Fondazione, per i prossimi cinque anni, sarà un Consiglio di Amministrazione composto da cinque membri, presieduto da Manuela Veronelli e con la vicepresidenza di Alberto Attanasio, nominato da Roma Tre. Il fondo di dotazione previsto per il triennio 2025-2027 è di 2,2 milioni di euro, di cui 2 milioni a carico di Roma Capitale e 200mila euro a carico dell’Università. La Fondazione Mattatoio, spiega il Sindaco “gestirà uno dei più grandi centri culturali d’Europa: una vera ‘Città delle Arti’, destinata a diventare un punto di riferimento per creatività e ricerca. Con un investimento di quasi 100 milioni stiamo completando la trasformazione di questo storico complesso in un modello di rigenerazione urbana e rilancio culturale”.
E allora sembra ancora più giustificato lo stupore di Umberto Croppi, che prende atto della decisione “pur dovendo constatare quella che per noi risulta una menomazione del nuovo soggetto gestore del complesso e un non comprensibile cambio di rotta rispetto agli impegni a suo tempo assunti”.

Umberto Croppi sull’iter di formazione della Fondazione Mattatoio

La nascita della Fondazione arriva dopo anni di preparazione e grazie all’impegno di un comitato di coordinamento in cui l’Accademia era rappresentata. Quando ho assunto la presidenza, ho trovato una lettera del mio predecessore datata luglio 2024, in cui si confermava la volontà di essere presenti come soci fondatori”, racconta Croppi, ricostruendo i passaggi degli ultimi mesi. “Più di recente eravamo venuti a sapere di essere stati relegati a un ruolo marginale, e per questo abbiamo riaperto il confronto, che ha portato alla lettera ricevuta dal Direttore Generale del Comune in data 28 ottobre 2025, che riaffermava, invece, il nostro ruolo di soci fondatori. L’Accademia si impegnava a versare una quota a fondo intangibile di 200mila euro, pari a quella di Roma Tre. Per questo anche il nostro CdA si era mosso per approvare lo stanziamento”.  

Perché l’Accademia di Belle Arti è stata esclusa dalla Fondazione Mattatoio?

Fino alla doccia fredda del 12 novembre scorso, che ha ufficializzato l’esclusione dell’Accademia dalla Fondazione. Pur non volendo assumere toni polemici nei confronti dell’amministrazione capitolina e con l’intenzione di mantenere invariati i rapporti basati sulla concessione quarantennale degli immobili che ABA gestisce all’interno del Campo Boario – “nello spirito che ha sempre caratterizzato la collaborazione con l’Amministrazione in molteplici forme” – Croppi non può far a meno di sottolineare la gravità dell’accaduto: “Se l’obiettivo della Fondazione è valorizzare l’ex Mattatoio come polo di formazione e ricerca, e al suo interno operano due istituzioni di pari livello come Roma Tre e l’Accademia, è difficile comprendere l’esclusione di una delle due, tra l’altro senza una giustificazione evidente e dopo anni di lavori congiunti”.
Anche sul piano gestionale, peraltro, l’esclusione dell’Accademia non semplifica le cose: “Garantiamo alla Fondazione il miglior rapporto di buon vicinato, ma certo questo passaggio porterà all’impossibilità di utilizzare alcuni servizi comuni”; mentre d’altro lato il Comune dovrà adempiere ai lavori di manutenzione straordinaria negli spazi che l’Accademia ha in concessione seguendo un iter separato rispetto alle procedure unificate garantite dall’essere tutti sotto una stessa governance. “Ne parlerò con l’Assessore, che è stato estraneo a questa vicenda. Ma sarei anche curioso di conoscere il punto di vista del rettore di Roma Tre”. Seguiremo sviluppi.

Livia Montagnoli

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati