La Certosa di Trisulti diventa la scuola sovranista di Steve Bannon. L’opinione di Dario Nepoti

Nasce in una Certosa del 1200 in Ciociaria l’Accademia Sovranista di Steve Bannon. Dario Nepoti, fondatore della Scuola Politica Gibel, affida ad Artribune la sua opinione.

Monumento Nazionale, con una Biblioteca di oltre 25.000 volumi, la Certosa di Trisulti di Collepardo è stata messa a bando e poi affidata nel 2018 alla Dignitatis Humanae Institute dal Mibac. Nel luogo di preghiera sorgerà quella che è stata già definita l’Accademia Sovranista di Steve Bannon, una scuola in grado di formare i nuovi alfieri del populismo. Ne è nato un dibattito culturale che ha coinvolto tutti gli aspetti della società civile, non ultimo quello relativo alla funzione dei beni culturali, beni comuni. Dario Nepoti, fondatore della Scuola Politica Gibel, nata a Palermo la scorsa estate, con matrice ed obiettivi opposti, affida ad Artribune la sua opinione. Il dibattito in corso sulla Certosa di Trisulti, luogo incantato costruito nel 1204 e diventato monumento nazionale nel 1873, è di grande interesse. Ad averla presa in locazione per i prossimi diciannove anni al costo di 100.000 euro annui è la fondazione Dignitatis Humanae Institute costituita da Benjamin Harnwell persona molto vicina a Steve Bannon. L’ex capo della campagna elettorale di Trump, come ha dichiarato, vi immagina un luogo capace di forgiare nuovi “guerrieri”, o meglio agenti del populismo, tanti Orban e Bolsonaro da disseminare nel mondo. L’ideologia sovranista dopo anni d’investimenti in think tank alla ricerca della giusta storia da raccontare ed esperimenti politici qui e lì, è ormai rodata. A colpire quindi non è tanto la notizia che “The movement” – il movimento fondato da Bannon – voglia creare un’internazionale, questo già lo sapevamo, ma l’esigenza di avere un luogo simbolico nel quale formare, affinare il pensiero. La certosa di Trisulti è questo, uno spazio dall’architettura imponente capace di proiettarsi nel tempo, fornire radici ad un pensiero privo di storia, una sottile operazione di marketing per far credere di essere ciò che non è.

Dario Nepoti

Dario Nepoti

IL DIBATTITO POLITICO

Questa notizia riaccende il dibattito su due argomenti fondamentali in una società quanto mai frammentata e priva di visoni sul futuro: la formazione politica e l’architettura degli spazi della politica. Già negli anni sessanta Bobby Kennedy in un discorso dichiara di essere solo parzialmente adatto a comprendere la società come politico. Prima di lui Buckminster Fuller in una conferenza ai rettori delle Università americane espone la sua teoria di come in un mondo che cambia accelerando gli scambi e gli stimoli debba corrispondere un cambio nella formazione e negli spazi della formazione. La formazione politica è un argomento che in Italia va affrontato e risolto, che richiede tempo, risorse e ricerca. Un politico oggi è un funambolo del tempo che cammina tra l’istante e gli scenari futuri, un agente del tempo capace di dare senso al presente indicando la strada da percorrere, ha quindi bisogno di spazi adatti al suo lavoro, atti a comprendere e decidere. È uscito un libro in America “Future war” di Robert H. Latiff, non è un libro morbido, è un libro che racconta come ci stiamo trasformando, la violenza che sapremo mettere in moto con le nuove macchine della morte. Dopo averlo letto ho pensato che se proprio queste saranno le macchine che dovranno difenderci allora il dispositivo che le controlla, lo Stato, dovrà essere capace di formarsi e neutralizzare la spirale di odio nel quale ci stiamo infilando. Fuller parla del suo timore di una società iperstimolata, intuisce la fragilità della mente e quindi la possibilità da parte della politica di non essere più in grado di prendere giuste decisioni.

LA RICERCA È L’ANTIDOTO

Le “shitstorm” descritte da Byung-Chul Han sono esattamente l’estrema iperstimolazione al quale oggi siamo soggetti e alla quale un politico deve saper tenere testa e probabilmente quel tipo di azione promossa dall’agente del populismo. Difatti le fake news negli ultimi anni hanno causato rivoluzioni e ribaltamenti elettorali; considerando gli scenari futuri nessuno si può più permettere di non essere capace di gestire questo tipo di insidie. Per questo il luogo nel quale si pratica la politica diventa fondamentale, che sia etereo o fisico o un ibrido, il luogo cerniera tra cittadino ed eletto necessita di esser reso contemporaneo alle sfide alle quali stiamo andando incontro. È il momento in cui è necessario investire in ricerca politica, architettonica, amministrativa, tecnologica, accorciare le velocità tra decisione e mutamenti sociali, tra comprensione di ciò che accade e scenari possibili.
La Certosa è un avvisaglia di ciò che molti sperano e che potrebbe succedere, ma l’Italia,  non diventerà il laboratorio europeo del populismo; anzi sarà la prima a trovare soluzioni, a mettere di nuovo le radici alle ali.

Dario Nepoti

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Dario Nepoti

Dario Nepoti

Dario Nepoti è fondatore a Palermo della Scuola Politica Gibel. A Milano ha co-fondato Threes Production, società che produce il festival di musica Terraforma e co-produce alcuni artisti emergenti come i Joe Victor. Ha lavorato a varie campagne elettorali, tra…

Scopri di più