Nuove acquisizioni MiBACT. 6 opere che entrano nella collezione dei musei statali italiani

151 opere d’arte, acquisite dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo negli ultimi due anni per una spesa di 4 milioni di euro circa, entrano a far parte del patrimonio di grandi e piccoli musei dello Stato italiano.

Bernardo Strozzi, Allegoria della pittura

Bernardo Strozzi, Allegoria della pittura

Sono 151 le opere d’arte, compresa una collezione etnografica di cento pezzi, acquisite fra il 2016 e il 2017 dal MiBACT- Direzione generale archeologia belle arti e paesaggio, con il parere favorevole del Comitato tecnico scientifico Belle arti, con i fondi destinati agli acquisti coattivi per un totale di euro 3.891.900,00. “Lo Stato rafforza l’acquisizione di opere d’arte”, dichiara il Ministro Dario Franceschini, “e le restituisce ai cittadini, arricchendo le collezioni dei musei. Una preziosa azione di tutela resa possibile dalle risorse destinate alle acquisizioni, che nella Legge di Bilancio 2018 sono state aumentate di altri 4 milioni di euro”. Negli ultimi due anni il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha acquisito le 151 opere che sono state destinate ai musei e agli istituti culturali statali. Sculture, fotografie, porcellane, disegni, ma soprattutto quadri. Gli acquisti, pari a circa 4 milioni di euro, sono stati effettuati dalla Direzione Generale archeologia, belle arti e paesaggio e sono avvenuti su proposta delle locali Soprintendenze, agendo in prelazione su compravendite private o in acquisto coattivo per evitarne l’esportazione. Su segnalazione degli uffici esportazione (che propongono l’acquisto delle opere al prezzo dichiarato nella richiesta di autorizzazione all’uscita dal territorio nazionale) e delle soprintendenze (che propongono di esercitare la prelazione quando un’opera vincolata viene posta in vendita) sono entrati, così, a far parte delle collezioni dei musei italiani autentici capolavori che vanno da Gustave Courbet a Carlo Carrà. Eccone una selezione.

– Claudia Giraud

POMPEO BATONI A PALAZZO BARBERINI A ROMA

Pompeo Batoni (Lucca 1708 Roma1787), Ritratto di Abbondio Rezzonico, 1766

Pompeo Batoni (Lucca 1708 Roma1787), Ritratto di Abbondio Rezzonico, 1766

Firmato e datato 1766 sul gradino in basso a destra, il ritratto rappresenta il neoeletto Senatore di Roma, Abbondio Rezzonico, nipote di papa Clemente XIII. Le dimensioni del quadro, di quasi tre metri per due, sono proporzionali all’importanza della carica, a quel tempo la più alta magistratura civile assegnata su diretta nomina del pontefice. Pompeo Batoni (Lucca 1708 – Roma 1787) ha architettato l’ambientazione in maniera scenografica, simbolica e non realistica. Infatti, la statua della dea Roma, con lancia, elmo e sfera, che compare alle spalle di Rezzonico, si trova in realtà all’ingresso del Palazzo Senatorio, di cui sullo sfondo s’intravede la facciata che chiude la piazza del Campidoglio. La rappresentazione segue le convenzioni della ritrattistica ufficiale, in modo da fornirci tutti gli indizi necessari per comprendere chi è, cosa fa e dove esercita le sue funzioni l’illustre personaggio.

Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma – Palazzo Barberini, via delle Quattro Fontane 13, Roma

www.barberinicorsini.org

GUSTAVE COURBET ALLA GALLERIA NAZIONALE DI ROMA

Gustave Coubert, La vague,1871

Gustave Coubert, La vague,1871

È a Le Havre che Gustave Courbet (Ornans 1819-La Tour de Peilz 1877) scoprì il mare, durante un viaggio fatto sulla costa della Normandia nel 1841, con il suo amico d’infanzia Urbain Cuenot. Tornò alla Manica nel 1852 e, dal 1865 al 1869, soggiornò regolarmente a Le Havre, Honfleur, Trouville, Deauville ed Etretat. È qui che dipinse quelli che chiama “paesaggi marini”, cioè “mari tempestosi”, “scoppi d’ira” o “onde”. Distinguendosi radicalmente dal tradizionale genere della “marina”, Courbet trova ispirazione in un approccio diretto con il mare, affascinato dalla vista dell’oceano e dal rapido, inafferrabile e sempre mutevole movimento dell’onda, cerca di coglierne il potere.

La Galleria Nazionale, Viale delle Belle Arti 131, Roma

www.lagallerianazionale.com

BERNARDO STROZZI NELLE GALLERIE DELL’ACCADEMIA DI VENEZIA

Bernardo Strozzi (Genova 1581-82, Venezia 1644), La parabola dell’invitato a nozze

Bernardo Strozzi (Genova 1581-82, Venezia 1644), La parabola dell’invitato a nozze

Nel 1636 Bernardo Strozzi (Genova 1581/82 – Venezia1644), noto anche come il Cappuccino o il Prete Genovese per le sue vicende biografiche, figura fondamentale della pittura italiana di primo Seicento, eseguì una grande tela di formato ovale da collocare sul soffitto sopra l’altar maggiore della chiesa veneziana dell’Ospedale degli Incurabili, rappresentante la Parabola dell’invitato a nozze. Il progetto decorativo fu completato solo diversi anni dopo, con l’aggiunta della Parabola delle vergini savie e delle vergini stolte del Padovanino (ultimata nel 1644) e del Paradiso iniziato da Sante Peranda nel 1638 e portato a termine dopo la morte di quest’ultimo da Francesco Maffei. La lettura iconografica di questo cantiere ruotava ovviamente attorno alla scena del Paradiso, con le due parabole che alludevano alla necessità di farsi trovare con l’anima pronta a salire al cielo al momento della morte.

Gallerie dell’Accademia, Campo della Carità 1050, Venezia

www.gallerieaccademia.org

BERNARDO STROZZI NELLA GALLERIA DI PALAZZO SPINOLA A GENOVA

Bernardo Strozzi, Allegoria della pittura

Bernardo Strozzi, Allegoria della pittura

Dopo aver ricevuto una prima formazione artistica nelle botteghe genovesi e aver trascorso nove anni in convento, il giovane Bernardo Strozzi comincia a lavorare per le nobili famiglie genovesi, fra cui i Doria ed i Centurioni, diventando uno dei primi artisti genovesi a cogliere il valore espressivo del colore e della sua consistenza materica nelle opere di Pieter Paul Rubens e di Giulio Cesare Procaccini. Un’influenza che nel corso degli anni ’20 lo porterà a una ricchezza di impasti cromatici rintracciabile nella sua opera del 1635 circa Allegoria della Pittura.

Palazzo Spinola, Piazza di Pellicceria 1, Genova

www.palazzospinola.beniculturali.it

CARLO CARRÀ ALLA PINACOTECA DI BRERA A MILANO

Carlo Carrà (Quargnento 1881 - Milano 1966), Allegoria del lavoro, 1905

Carlo Carrà (Quargnento 1881 – Milano 1966), Allegoria del lavoro, 1905

Prima del periodo futurista e metafisico, Carlo Carrà (Quargnento 1881-Milano1966) attraversa una breve esperienza divisionista che trova nell’Allegoria del lavoro la sua espressione più alta. È qui che riprende proprio i temi sociali cari a Giuseppe Pellizza da Volpedo (Volpedo, 28 luglio 1868 – Volpedo, 14 giugno 1907), legati al mondo del lavoro subordinato e alle sue battaglie politico-sindacali.

Pinacoteca di Brera, Via Brera 28, Milano

www.pinacotecabrera.org

CAROL RAMA ALLA GALLERIA SABAUDA DI TORINO

Carol Rama (Torino 1918 - 2015), Pittura 718 Astratto,1954

Carol Rama (Torino 1918 – 2015), Pittura 718 Astratto,1954

Il quadro astratto di Carol Rama (Torino 1918-2015), artista scomparsa nel 2015, entrato da pochissimo nel nuovo percorso dei Pittori piemontesi della Galleria Sabauda dei Musei Reali di Torino, si chiama Pittura 718 ed è un lavoro geometrico del 1954 della pittrice torinese, legato al periodo del Mac, il Movimento di arte concreta.

Musei Reali – Galleria Sabauda, Via XX Settembre 86, Torino

www.museireali.beniculturali.it

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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