Ancora gallerie internazionali che arrivano in Italia: Galerie Negropontes di Parigi a Venezia

Promotrice del restauro affidato allo Studio Barman architects, che nell’ultimo anno ha rinnovato gli spazi dell’edificio preottocentesco della Palazzina Masieri già riprogettata negli Anni ’80 da Carlo Scarpa, la galleria parigina di Sophie Negropontes inaugura con una doppia mostra a marzo 2024

Si sapeva avrebbe riaperto al pubblico in occasione della Biennale d’Arte alle porte. E così sarà, a partire dal 22 marzo 2024, quando la Galerie Negropontes, fondata nel 2012 a Parigi da Sophie Negropontes, inaugurerà la sua prima sede veneziana all’interno della “nuova” Palazzina Masieri. Affacciato sul Canal Grande, nel sestiere di Dorsoduro, l’edificio settecentesco è stato oggetto, negli ultimi mesi, di un ambizioso progetto di restauro promosso dalla Fondazione Masieri – che lega il suo nome all’Università Iuav, vede alla presidenza il rettore Benno Albrecht e che nella Palazzina ha sede – finanziato grazie alla partnership stretta con la società Heritage Asset Management, startup innovativa a vocazione sociale fondata a Venezia nel 2020 da Roberta Bartolone e Giulio Mangano, e con Galerie Negropontes.

Galerie Negropontes, la ristrutturazione di Palazzina Masieri. Credits Fondazione Masieri
Galerie Negropontes, la ristrutturazione di Palazzina Masieri. Credits Fondazione Masieri. Università IUAV di Venezia. Foto di Gabriele Bortoluzzi

La storia della Palazzina Masieri di Venezia

Un’operazione volta a ripristinare la qualità architettonica e la valenza culturale della Palazzina, che vanta una peculiare e travagliata storia novecentesca: acquistata dall’architetto udinese Angelo Masieri come residenza familiare e centro di studio di architettura, vide, negli anni Cinquanta, il coinvolgimento di Frank Lloyd Wright per una riprogettazione degli interni. A seguito della prematura scomparsa di Masieri in un incidente d’auto negli Stati Uniti, la famiglia decise di dare seguito alle sue volontà incaricando Wright della costruzione non di una casa ma di un memoriale in suo onore, che però venne respinto dalla municipalità di Venezia. Nel 1968 fu Carlo Scarpa a ridisegnare l’interno della palazzina, mantenendone facciata esterna: il progetto venne completato tra mille difficoltà nel marzo del 1983. Affidata alla Fondazione Masieri e restaurata di nuovo negli anni Novanta, la palazzina è diventata un centro di produzione culturale di livello internazionale, attivo nel campo dell’architettura con esposizioni (con la Galleria d’Architettura), attività editoriale (con il bimensile di settore Phalaris), ma anche convegni e concorsi. E negli ultimi anni è nato l’attiguo centro di documentazione sull’architettura. Sede per molti anni dell’Archivio Progetti Iuav e di mostre di architettura, negli ultimi cinque anni l’edificio è rimasto inutilizzato (salvo una eccezionale riapertura durante la Biennale Arte 2019).

Galerie Negropontes a Venezia
Galerie Negropontes a Venezia

La nuova sede di Galerie Negropontes a Venezia

Gli ultimi lavori di restauro, appena conclusi, sono stati affidati allo studio Barman architects, fondato da Roberta Bartolone e Giulio Mangano, con l’idea di di far rivivere lo spirito originario di centro culturale dedicato alla diffusione dell’arte della Palazzina Masieri. “Il nostro progetto non si limita a un semplice restauro, ma simboleggia una rinascita, una metamorfosi della Palazzina Masieri in un importante centro d’arte e di sapere, nel rispetto della sua identità storica, con un tocco contemporaneo” spiega ora Sophie Negropontes, per la quale Venezia “è il simbolo del perfetto equilibrio tra il rispetto per il passato e l’anticipazione del futuro, una cornice idilliaca per le creazioni contemporanee e le storie che esse racchiudono”. Ecco perché Galerie Negropontes aprirà in città, con l’intenzione di creare “un luogo dove arte, storia e ricordi personali si incontrano”, e di propiziare l’evoluzione del progetto parigino, nella direzione di una galleria che non sia esclusivamente spazio espositivo, ma anche luogo di confronto e scambio: “Questa nuova fase sottolinea il nostro desiderio di presentare l’arte in modo più libero e innovativo. Creando uno spazio in cui le opere d’arte coesistono con l’architettura storica, favorendo un’interazione dinamica tra passato e presente, tra tradizione e avanguardia”, sottolinea la gallerista di origini rumene.

Mircea Cantor, Add Verticality to your seat (To Socrate), 2018, scultura in legno di quercia; Erwan Boulloud, Fétiche II, 2023, Mobile, Legno bruciato e bronzo
Mircea Cantor, Add Verticality to your seat (To Socrate), 2018, scultura in legno di quercia; Erwan Boulloud, Fétiche II, 2023, Mobile, Legno bruciato e bronzo

Galerie Negropontes alla Palazzina Masieri. La doppia mostra inaugurale

Dunque la Galerie Negropontes di Venezia sarà piattaforma per l’incontro di artisti, architetti e amanti dell’arte, “attrice chiave nel panorama artistico attuale”, in simbiosi con la sede parigina. “Immaginiamo un’interazione dinamica tra Venezia e Parigi, alcune mostre e solo show si svolgeranno contemporaneamente nei due luoghi”, però con l’opportunità di sviluppare focus legati all’identità delle specifiche sedi: “A Venezia l’attenzione sarà rivolta all’architettura, con ampio ricorso agli archivi, mentre a Parigi l’arte sarà al centro della scena”. Ma lo spazio veneziano sarà dedicato anche alla promozione degli artisti rappresentati dalla galleria. La doppia mostra inaugurale, Armonia Metis (dal 22 marzo al 24 novembre 2024), presenterà al piano terra della Palazzina opere di tutti gli artisti di Negropontes (Ulrika Liljedahl, Erwan Boulloud, Mauro Mori, Benjamin Poulanges ed Étienne Moyat), proseguendo anche al primo piano con il dialogo tra le sculture in vetro del duo creativo Perrin & Perrin e le opere contemporanee di Mircea Cantor. Il filo conduttore è il tema della trasversalità e della multidisciplinarietà dell’arte, inno alla diversità che ben si confà al tema della Biennale d’Arte 2024 (Stranieri ovunque).
In futuro c’è l’intenzione di valorizzare anche artisti italiani, mentre già al vaglio è la collaborazione con i maestri vetrai di Murano, per creazioni originali. L’obiettivo è quello di coinvolgere un pubblico eterogeneo, presentando la galleria come un luogo inclusivo, che offra alla città l’opportunità di riappropriarsi di un’architettura storica, e al contempo sia attrattore di un parterre internazionale di collezionisti, architetti, designer, artisti.

Livia Montagnoli

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