Dieci anni di St. Moritz Art Masters. Intervista al direttore Philipp Noller

Dal 26 agosto al 3 settembre, lavori di Martin Kippenberger, Luca Trevisani, Heimo Zoberning, Pipilotti Rist, David Hockney, ma anche di Notta Caflisch, Beate Frommelt, Tom Schmelzer e del grottesco Vladimir Veličković, accenderanno la decima edizione della rassegna in Engadina. Abbiamo incontrato il suo direttore.

In Engadina, i bon vivants, provenienti da tutto il mondo, avranno di che godere. Anche in termini di presenza artistica. Per il decimo anno consecutivo i SAM (St. Moritz Art Masters) si mostrano più estesi che mai e celebrano la loro prima decade nel solco di due direttive: guardando oltre loro stessi e mettendo un piede nel recente passato della contemporaneità internazionale. Dal 26 agosto al 3 settembre saranno inaugurate, fra le vie inappuntabili di St. Moritz e dintorni, fra hotel di alta categoria, chiese e gallerie: due mostre personali, una di Vladimir Veličković al Forum Paracelsus e l’altra di Dušan Džamonja all’Hotel Kulm; dodici lavori di David Hockney alla Galerie Robilant + Voena; una collettiva autocelebrativa, dal titolo Best of St. Moritz Art Masters, negli spazi teatrali della chiesa protestante (con lavori di Schnabel, Sachs, Clemente, LaChapelle, Muniz, Wim Delvoye, Long, Rotella, Marino Marini e Fontana); una seconda collettiva dal titolo Lucy in the Sky with Diamonds all’Hotel Bernina 1865, a Samedan; un terzo group show a cura della Montblanc Art Collection, presso la School House e, in ultimo, un rinnovato omaggio all’arte africana attraverso una selezione a cura di Imibala Foundation, al Badrutt’s Palace Hotel.
Per quanto riguarda la fotografia, sempre ben valorizzata dal fondatore di Art Masters, Monty Shadow (Čedo Komljenović), il Kempinski Grand Hotel des Bains sarà scrigno di Pirelli, con settanta fotografie di Peter Lindbergh estratte da tre dei ben noti calendari (1996, 2002, 2017). Nella stessa sede verranno esposte le fotografie di Florian Wagner e Lenny Kravitz, tra ethos di natura e bagni di folla di paparazzi. Sempre in tema di fotografia, Galerie Karsten Greve promette una selezione fantasmatica di Roger Ballen.

Philipp Noller

Philipp Noller

Qual è stata l’idea fondatrice di Art Masters, dieci anni fa? Qual era l’obiettivo iniziale e come si è modificato nel tempo?
L‘idea iniziale di Monty Shadow era quella di fondere il territorio di questa straordinaria valle con la sua lunga storia culturale, in relazione con l’arte, per creare una piattaforma. Questo palco dovrebbe mostrare al mondo St. Moritz e la meravigliosa Engadina in estate. In principio, solo alcune gallerie si erano mostrate interessate, gli hotel erano ancora tranquilli e silenziosi, c’erano pochi ospiti attorno a noi. Adesso St. Moritz Art Masters dispone, nella propria programmazione, di un maggior ordine di gallerie esclusive, dando vita a molti altri eventi culturali che gravitano attorno a un fine settimana intenso. Abbiamo assistito alla trasformazione di una valle assopita in una regione altamente attiva.

Chi possono essere considerati, oggi, i Maestri dell’Arte per l’Engadina. Quali sono le loro caratteristiche, le loro peculiarità?
Difficile da dire, basta dare uno sguardo alla nostra lista di artisti, selezionati negli ultimi dieci anni. Credo che si racconti da sola. Una persistente alta qualità della durata di oltre dieci anni: senza essere noioso, posso affermare che questa selezione può rappresentare un connotato. Inoltre, gli Art Master hanno la grande forza di riunire la gente dall’arte al business, al mondo del lusso.

Chi potrebbe essere il tuo Art Master per eccellenza?
È nuovamente molto difficile rispondere, alla fine l’arte è una continua scelta dettata da preferenze personali. Non posso però nascondere quanto io ammiri quelle enormi tele di Julian Schnabel.

Julian Schnabel, Untitled (Antonioni was here), 2010. Copyright Julian Schnabel

Julian Schnabel, Untitled (Antonioni was here), 2010. Copyright Julian Schnabel

Perché scegliere dunque St. Moritz come nuova capitale, nuovo landmark per mostre dedicate all’arte contemporanea e per nuove installazioni? Non è da ritenersi un paradiso al di fuori delle grandi fiere dell’arte e dei circuiti museali, istituzionali più frequentati?
Nel mondo dell’arte non conta dove un luogo sia ubicato. Basti notare la scena dell’arte berlinese, ad esempio: le cose più interessanti da scoprire si trovano in piccole gallerie, nei garage oppure nelle fabbriche industriali e tutti quanti possono entrare agli opening.
St. Moritz Art Masters non è una fiera, noi proponiamo mostre in spazi unici, in contesti irripetibili e per attuare tutto questo la valle dell’Engadina è semplicemente perfetta. Non abbiamo bisogno di massicce masse di visitatori, noi necessitiamo di qualità. dOCUMENTA oppure la Biennale di Venezia stanno assomigliando sempre di più a Disney World. E questo non rientra minimamente nelle nostre intenzioni.

Parlando delle radici, delle origini creative del fondatore di Art Masters, Monty Shadow, perché la fotografia sta diventando sempre più uno strumento contemporaneo essenziale e necessario per rifinire profonde, anticipatrici sensibilità?
Sono state necessarie decine di anni, affinché la fotografia venisse riconosciuta come una categoria paragonabile alle altre forme d’arte, come il dipinto o la scultura. Adesso, ora che la fotografia è stata accettata, non viene usata solamente per documentare un momento, ma è diventato un punto di riferimento per la creatività artistica e ognuno può comprenderla come tale. Persino i bambini piccoli si cimentano nello scattare fotografie con i loro primi smartphone o tablet, al pari degli adulti. Credo che oggi stia crescendo una generazione completamente nuova di fotografi, che ridefinirà i confini e il suolo della fotografia.

Come è avvenuto il tuo primo incontro con David Hockney?
È successo solo grazie a uno dei nostri partner, il gallerista Marco Voena.

David Hockney, Maurice Payne, 1967. Courtesy Offer Waterman, Londra. Copyright David Hockney Inc.

David Hockney, Maurice Payne, 1967. Courtesy Offer Waterman, Londra. Copyright David Hockney Inc.

In merito alla presenza curatoriale, come è stato selezionato il team? E che cosa racconterà il progetto dell’Ocean Pavillion realizzato da Francesca von Habsburg e la sua Thyssen-Bornemisza Art Contemporary?
Si tratta di una relazione di lungo corso e di un’esperienza senza precedenti. Riguardo al Padiglione, posso solo rivelare che è frutto anche dell’ideazione di Hani Rashid e di sua moglie Lise Anne Couture. Questo primo progetto potrebbe essere il principio di una possibile costruzione di una Kunsthalle e creare una sorta di piano generale per una St. Moritz Bad, sviluppando un’area culturale iconica.

Quali saranno dunque i tratti unici che valorizzeranno e caratterizzeranno la decima edizione di Art Masters?
Come ogni anno presenteremo un momento saliente del programma espositivo all’interno della chiesa protestante e poco distante sarà possibile godere della traccia fotografica mistica di Roger Ballen alla Karsten Greve Gallery, senza dimenticare la selezione al Kempinski Grand Hotel des Bains. Infine verrà allestita una mostra con molteplici giovani artisti all’Hotel Bernina 1865.

Potrebbe esprimere un desiderio, oppure formulare un pensiero che accompagni la decima edizione dei St. Moritz Art Masters?
Vorrei che ognuno si prendesse il proprio tempo per scoprire tutte le uniche mostre che necessitano del giusto ritmo di fruizione per emanare il fascino rispettoso di cui sono cariche. Non bisogna avere fretta di attraversarle, per essere sicuri di godere dell’intera, unica esperienza culturale dell’Engadina.

Ginevra Bria

St. Moritz // dal 26 agosto al 3 settembre 2017
St. Moritz Art Masters
SEDI VARIE
www.stmoritzartmasters.com

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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