Il report da Art Rotterdam. Ecco com’è andata la 24esima edizione della fiera

Un ricco programma di mostre ed eventi per l’art week di Rotterdam. Ecco quali mostre e appuntamenti segnarsi in agenda

Principale appuntamento dell’Art Week (8-12 febbraio 2023), ospitata nell’area della Van Nelle Fabriek, monumentale edificio industriale dismesso, la fiera, giunta alla sua 24 edizione, ospita nel 2023 solo gallerie europee, in particolare della zona settentrionale, con presenze dalla Spagna, la Francia e l’Italia. L’edizione 2023 è un ampio mélange di pittura astratta e figurativa, di scultura installativa e arte concettuale, di buon livello da un punto di vista estetico, ma con pochi slanci per quanto riguarda l’impegno o comunque la riflessione verso le grandi questioni della nostra epoca. Da rilevare, inoltre, la scarsa attenzione riservata dalle gallerie all’arte contemporanea africana, nonostante l’indubbia crescita che ha fatto registrare negli ultimi anni.

Van Nelle Fabriek, sede di Art Rotterdam. Photo Almicheal Fraay

Van Nelle Fabriek, sede di Art Rotterdam. Photo Almicheal Fraay

L’EDIZIONE 2023 ART ROTTERDAM

Inoltre, spazio alla scultura monumentale, (ospitata nella Tabaksfabriek, all’interno della Van Nelle Fabriek). 12 artisti, fra cui Lara Almarcegui, Delphine Courtillot e Caroline Coolen si misurano con i grandi volumi della sala per l’edizione 2023 dello Sculpture Park; dall’emergenza climatica alla salvaguardia della biodiversità, dall’indagine della forma e del materiale, una breve ma interessante antologia di scultura contemporanea.
Fra gli eventi collaterali, The huidenclub ospita Warmly, un’interessante mostra con le artiste Veronika Babayan, Natacha Mankowski e Natsuko Uchino, che documenta la stretta connessione fra la città di Rotterdam e il mondo del design, fra arte e artigianato, fra conoscenza e capacità pratica, fra intuizione e analisi, materia e concetto, in chiave di memoria, identità ed eco-femminismo. I media e gli immaginari della pittura, del tessuto, della ceramica, della materia organica, persino della cucina, sono protagonisti di questa mostra curata da Florence Parot, co-fondatrice e direttrice artistica di ISO Amsterdam, e co-direttrice del Dirty Art Department (Sandberg Instituut, Amsterdam).

Charlotte Schleiffert, Tolerance Test, installation view at Art Rotterdam 2023. Photo Salih Kilic (2)

Charlotte Schleiffert, Tolerance Test, installation view at Art Rotterdam 2023. Photo Salih Kilic

BRUTUS, LA SCENA SPERIMENTALE

BRUTUS, ricavato in un ex stabilimento industriale, è uno degli spazi più interessanti che Rotterdam dedica all’arte contemporanea sperimentale, e che lascia liberi gli artisti di andare al di là degli standard, anche causando al pubblico imbarazzo, disagio, insicurezza. Qui l’arte, un po’ come accadde con la celebre “Cruijff Draai”, cambia decisamente passo.
Fra i progetti in corso, uno dei più incisivi è Tolerance Test, dell’artista di Rotterdam Charlotte Schleiffert; un’opera immersiva e coinvolgente, una macchina teatrale dagli sgargianti colori, pensata come un moderno “cosmorama” fatto di creature a metà fra esseri umani e animali, dipinti su tele di grandi dimensioni, e “animati” da luci, suoni e voci registrate; disposte in cerchio, creano una sorta di arena dove il pubblico siede e si lascia “bombardare” da un caos sovrapposto di opinioni, luoghi comuni, pregiudizi. La sfida è far capire ai visitatori, in maniera volutamente paradossale quanto sia in fondo sciocco essere quotidianamente vittime più o meno consapevoli della cattiva informazione e dei giudizi di parte, indiretti forieri di ingiustizie e disuguaglianze. Il 12 febbraio sarò inoltre possibile assistere alla performance dell’attrice Kimberley Agyarko.
Schleiffert è un’artista di fama ormai internazionale, celebre per i suoi ritratti visionari, ma soprattutto per la riflessione sulle disuguaglianze che affliggono l’umanità; il suo lavoro si caratterizza per l’ibridazione dei suoi personaggi – dipinti a grandezza naturale su grandi tele – che nascono dalla sovrapposizione di persone comuni, celebrità del cinema, intellettuali e personaggi del passato, ma anche animali delle più svariate specie.

Sabiha Çimen, Students relaxing at break time at a Qur’an school. Kars, Turkey, 2018 © Sabiha ÇimenMagnum Photos

Sabiha Çimen, Students relaxing at break time at a Qur’an school. Kars, Turkey, 2018 © Sabiha ÇimenMagnum Photos

SABIHA ÇIMEN ALLA KUNSTHAL ROTTERDAM

Fra le varie proposte del principale museo cittadino, la Kunsthal Rotterdam, spicca un duplice focus sulla figura della donna, che si presta a molteplici riflessioni. La prima mostra (aperta fino al 7 maggio) ha come protagonista la fotografa turca Sabiha Çimen che nel suo lavoro si concentra sulle donne e la cultura islamica. Con il suo ultimo reportage Hafiz, ha documentato l’esperienza delle adolescenti turche all’interno delle scuole religiose islamiche, nel corso degli studi per diventare “guardiane dell’Islam” (questo il significato del titolo della mostra). Con un approccio “naturalista” appositamente costruito le fotografie risultano anche interessanti, ma questo lavoro ha tutta l’aria di essere funzionale al regime di Erdoğan che, da premier prima e da presidente della Repubblica poi, ha varate politiche restrittive dei diritti e della dignità delle donne; ad esempio, fra le ultime mosse, nel marzo 2021 la Turchia si è ritirata dalla Convenzione di Istanbul, il trattato internazionale volto a prevenire e combattere la violenza di genere, oltre a contribuire ad eliminare ogni forma di discriminazione contro le donne e promuovere la concreta parità tra i sessi. Quindi, sdoganare l’immagine della donna inquadrata all’interno delle strutture religiose islamiche non può che rafforzare (sull’opinione pubblica interna) l’accettazione delle limitazioni imposte alle donne a scapito di una completa indipendenza nel segno della laicità. In Europa, invece, l’auspicio è che queste fotografie, per quanto tecnicamente pregevoli, siano percepite per quello che in realtà sono, cioè sottili strumenti di propaganda politica. Del resto, il valore documentario di una mostra del genere sta anche nella riflessione indiretta che può istillare.

Charlotte van Pallandt Torso of a woman, 1930. Collection Museum De Wieger, Deurne co Pictoright Amsterdam 2022

Charlotte van Pallandt Torso of a woman, 1930. Collection Museum De Wieger, Deurne co Pictoright Amsterdam 2022

LA MOSTRA WOMEN’S PALETTE

Lo sguardo si posta invece sulla prima metà del Novecento con Women’s Palette (fino al 10 aprile) antologica dell’avanguardia olandese al femminile che comprende 24 pittrici e scultrici, fra cui Charley Toorop, Lou Loeber, Else Berg e Charlotte van Pallandt. La valenza di questa mostra risiede soprattutto nella forza che queste artiste dimostrarono nello sfidare le convenzioni dell’epoca, che ritenevano le donne capaci soltanto di cimentarsi con la figurazione accademica del paesaggio e della natura morta; e anche in Olanda (come in altri Paesi europei), l’ingresso nelle accademie d’arte fu permesso alle donne soltanto alla fine dell’Ottocento (qui accadde nel 1871). Superato questo primo ostacolo, molte artiste ebbero anche la possibilità di viaggiare all’estero, in particolare in Francia e Germania, dove conobbero da vicino i nascenti movimenti della Nuova Oggettività, del Cubismo, dell’Astrattismo, del Surrealismo e dell’Espressionismo, che utilizzarono per far sentire la loro voce contro le ingiustizie sociali dell’epoca, una su tutte la società patriarcale. Rebecca van Gelder rilegge la Nuova Oggettività, Hanny Korevaar unisce la lezione di Grosz a quella del Surrealismo più angosciante. Il volto e il corpo femminili, riletti alla luce delle concezioni estetiche moderniste, acquistano una nuova forza, si fanno vibranti e pungenti, nell’intensità dei colori come nella pensosità delle forme. Ed è a suo modo trascinante e commovente osservare come, anche attraverso i colori e le tele o la materia plasmata, sia stato possibile combattere per i diritti delle donne, con pazienza e abnegazione, con quotidiano coraggio e fiducia nel futuro.

Niccolò Lucarelli

https://rotterdamartweek.com/en/
https://huiden.club/
https://www.kunsthal.nl/en/
https://www.brutus.nl/en/

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Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

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