10 anni alla guida di Art Cologne. Intervista a Daniel Hug, direttore della prima fiera al mondo

La 52esima edizione della più antica fiera d’arte al mondo segna il decennale di Daniel Hug che ne ha rivitalizzato il format, con un mix di gallerie e artisti affermati e giovani. Ne abbiamo parlato col Direttore.

Dopo l’edizione del cinquantennale di due anni fa, Art Cologne si appresta a festeggiare un altro importante traguardo: i primi dieci anni di direzione di Daniel Hug. Una longevità consentita dalla natura stessa della kermesse tedesca, dove non ci sono limiti di tempo e particolari scadenze del mandato. “Nei nostri cinquantadue anni, sono stato solo il secondo direttore della fiera”, racconta ad Artribune il gallerista svizzero-americano, artefice dell’accordo tra la fiera d’arte più antica (e più longeva) del mondo e abc art berlin contemporary che ha portato l’anno scorso alla nascita di Art Berlin. “Il mio predecessore Gerard Goodrow ha gestito la fiera per circa quattro edizioni, e prima di lui Art Cologne era organizzata dalla BVDG, la Federazione delle gallerie d’arte tedesche, quindi era il presidente di turno della BVDG a guidare la fiera, tra questi Karsten Greve, Gerhard F. Reinz, Heinz Stünke, Rudolf Zwirner”. Nomi storici, soprattutto Heinze Stünke e Rudolf Zwirner: a loro si deve la fondazione di Art Cologne nel 1967 con l’invenzione del modello fieristico per la vendita dell’arte moderna e contemporanea che oggi conosciamo, con le gallerie commerciali nel ruolo di espositori. Prima di allora, infatti, le fiere d’arte erano più simili ad un mercato, in cui gli artisti si presentavano direttamente al pubblico con le proprie opere, senza alcuna intermediazione. Una primogenitura, in realtà, insidiata dalla Mostra mercato d’arte contemporanea tenutasi a Firenze, a Palazzo Strozzi nel marzo-aprile 1963, ma ripetutasi solo per altre due edizioni, nel marzo-aprile 1964 e nel 1968, a Palazzo dei Congressi.

Art Cologne

Art Cologne © Koelnmesse

NUOVI MODELLI DI FIERA

Poi l’arrivo di Art Cologne con un modello che, però, nel tempo, non era riuscito a tenere il passo con le fiere più giovani come Frieze di Londra e Art Basel Miami Beach. “Semplicemente non era particolarmente alla moda e mancava di immagine”, continua Daniel Hug, nominato il 1 maggio 2008 successore di Gérard Goodrow ed entrato in carica nell’edizione del 2009. “Il mio predecessore aveva introdotto una nuova piattaforma chiamata Open Space, una piattaforma curata secondo le linee del settore guidato da Artissima, dove i curatori si avvicinano agli artisti che poi, a loro volta, si avvicinano alle loro gallerie per partecipare alla fiera. È stata una misura temporanea, che ha portato gallerie importanti e alla moda con piccole presentazioni monografiche in fiera, ma iniqua per gli espositori di lungo corso che erano costretti a presentare l’arte moderna e quella del dopoguerra relegata in fondo alla fiera, pagando sostanzialmente di più per i loro stand. Così, nel corso dei primi anni ho ricalibrato il bilanciamento, le grandi gallerie hanno comprato di nuovo grandi stand e le giovani gallerie hanno allestito piccoli stand, creando un nuovo layout che aveva senso sia per gli espositori che per i visitatori”.

Art Cologne

Daniel Hug direttore di Art Cologne © Koelnmesse

TANTI GLI ITALIANI A COLONIA

Com’è oggi Art Cologne che si appresta a varare la sua cinquantaduesima edizione dal 19 al 22 aprile, tra l’altro con la più alta partecipazione di gallerie italiane di sempre, con la milanese Lorenzelli Arte, Kanalidarte da Brescia, Giorgio Persano da Torino, A+B (Brescia), Giò Marconi (Milano) e Mazzoli (Modena)? “Art Cologne è di nuovo all’avanguardia in termini di innovazione”, risponde Hug. Nove anni fa ho esteso l’età per le giovani gallerie da meno di tre a meno di otto anni: le gallerie giovani sotto i tre anni erano uno standard del settore. Alcuni anni dopo Frieze ha esteso anche lei l’età a meno di otto anni. Più recentemente abbiamo sviluppato la nostra piattaforma Collaborazioni, che è un settore per le gallerie che vogliano presentare progetti comuni: due o più gallerie che propongono una mostra personale o una presentazione curata. Possono partecipare anche singole gallerie, ma devono presentare due artisti che collaborano in qualche modo. La genialità di questa sezione è quella di permettere di dividere i costi tra diverse gallerie, che possono quindi correre più rischi nel presentare una posizione più radicale, o per presentare realmente la rete di collaborazioni dietro gli artisti. È un settore che vedrete spuntare in altre fiere nei prossimi anni”.

– Claudia Giraud

Colonia// dal 19 al 22 aprile 2018
Art Cologne
www.artcologne.com

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

Scopri di più