Il progetto che spiega l’arte contemporanea ai bambini

Chi ha detto che l’arte contemporanea è difficile da capire? A sfatare questo mito è Sarah Galmuzzi, ideatrice di questo progetto che avvicina i più piccoli (e non solo loro) all’arte di oggi

L’arte contemporanea raccontata ai bambini è il progetto, nato intorno alle Stazioni dell’arte della metropolitana di Napoli, che accompagna i più giovani alla scoperta di un mondo un po’ magico, quell’arte contemporanea appunto, dove ciascuno è libero di muoversi senza spiegazioni né regole, ma con la sola dotazione di qualche strumento di lettura e tanta immaginazione. Abbiamo intervistato per voi l’ideatrice, la storica dell’arte napoletana Sarah Galmuzzi.

Come e quando è nata l’idea del tuo progetto L’arte contemporanea raccontata ai bambini?
Nel marzo 2020, a poche settimane dal primo lockdown, la clausura forzata mi ha messo di fronte all’urgenza del “fare” per non impazzire. Così ho deciso di tornare a occuparmi di arte contemporanea, disciplina che per qualche tempo avevo messo da parte senza mai abbandonarla del tutto, ma in maniera un po’ diversa, scegliendo di parlare a un pubblico che fosse a digiuno della materia. Dopo anni di esperienza museale durante i quali ho avuto modo di osservare quanto l’arte contemporanea sia materia difficile da veicolare e ancor più da accogliere, ho deciso di imprimere la mia personalissima “svolta illuminista” alla questione: raccontarla facile, ripulirla di parole complicate, svelarne i retroscena, le gestazioni, per sfatare il mito della sua incomprensibilità. A tutto c’è un perché, anche a quello che ci sembra bizzarro o incomprensibile. Perché non raccontarlo?

E come si articola il progetto?
Nella produzione di una serie di brevi video arricchiti da animazioni e cartoni, così da rendere più immediato l’approccio all’argomento trattato, strappare un sorriso e predisporre meglio all’ascolto. Gli argomenti dei video ruotano intorno alla città, alle sue installazioni, all’arte di strada, alle collezioni dei musei, ma anche ai più̀ noti protagonisti della scena dell’arte internazionale.

SPIEGARE L’ARTE CONTEMPORANEA A PICCOLI E GRANDI

Qual è stato il tuo primo pubblico?
Ho individuato un target, quello dei bambini, che si sono rivelati un perfetto cavallo di Troia: rivolgersi a loro impone un sovvertimento totale della grammatica, a tutto vantaggio anche della comprensione da parte dei più grandi.

Come differenzi le proposte e i linguaggi a seconda della piattaforma?
Da giugno 2020 è attiva una pagina Facebook che è tutt’oggi il principale strumento di condivisione del mio lavoro. Essendo un social destinato agli adulti, ho scelto di consegnare a esso contenuti di approfondimento: osservazioni su artisti, opere, movimenti. L’unico criterio che seguo è: scrivo quello che mi piacerebbe leggere.

Quali sono gli spunti che ti colpiscono di più? Parti dalla cronaca, dai fenomeni del web, dalle mostre in corso?
In realtà, senza praticamente nessuna attenzione alla cronaca o alla attualità, scavo nella mia memoria, recupero immagini dal mio personale bagaglio iconografico, comparo artisti, vado a caccia di aneddoti e curiosità, faccio riflessioni che condivido con un pubblico di lettori che dimostra di apprezzare questo modo di maneggiare la materia.

Un nuovo look per Frida

Un nuovo look per Frida

I PROGETTI DI SARAH GALMUZZI

Offline da chi è costituito il tuo pubblico? 
Offline il mio pubblico è costituito da bambini che durante tutto lo scorso anno mi hanno seguito in giro per librerie, scuole e musei e ai quali ho proposto contenuti in una forma diversa: abbiamo imparato a conoscere i grandi maestri dell’arte contemporanea e i tesori nascosti della mia città, Napoli, guardando assieme video che arricchisco di animazioni, cartoni, gif, in modo da strappare loro un sorriso e predisporli meglio all’ascolto. Agli incontri seguono sempre dei laboratori, pensati esplorando le opportunità espressive più diverse: disegno, collage, musica, perfino la cucina!

Dove e come possiamo incontrarti di persona? E quali sono i progetti nel cassetto?
Da settembre si ricomincia: il primo degli appuntamenti, previsto per la fine del mese, è quello con la Notte dei ricercatori: un progetto europeo che coinvolge varie città. Io, a Napoli, affiancherò alcuni scienziati in un confronto trasversale fra arte e scienza. Da ottobre invece riprenderò con scuole e librerie, ampliando anche un po’ la platea: non più solo bambini della scuola primaria, ma anche i più piccini, i frequentatori della scuola dell’infanzia e probabilmente gli adulti, per i quali sto immaginando degli appuntamenti a base di arte e bollicine. Sto lavorando a un calendario che si preannuncia molto fitto: tutti gli aggiornamenti saranno pubblicati sulla mia pagina Facebook e sul mio sito.

Come risponderesti alla domanda “a cosa serve l’arte (contemporanea)”?
A farci domande e a cercare risposte sulle cose del mondo per scoprire alla fine che non esiste una sola verità, un solo modo possibile di raccontare le cose, o di rappresentarle. In un certo senso educa all’inclusività, no?

Annalisa Trasatti

https://www.facebook.com/artecontemporaneaperbambini
https://sarahgalmuzzi.it/

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Annalisa Trasatti

Annalisa Trasatti

Sono laureata in Beni culturali con indirizzo storico artistico presso l'Università di Macerata con una tesi sul Panorama della didattica museale marchigiana. Scrivo di educazione museale e didattica dell'arte dal 2002. Dopo numerose esperienze di tirocinio presso i principali dipartimenti…

Scopri di più